Capitolo ventidue.

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Zyan si voltò di profilo e guardò la natura davanti a loro.

<<Dove vorresti andare?>> domandò Lucilla, collegandosi a quanto disse all'inizio.

<<Vorrei cambiare città, conoscere nuove persone e soprattutto riprendere in mano la mia vita>> rispose la ragazza, pensando al futuro.

<<Inizia a progettare solo dopo l'allontanamento della tua profittatrice>> disse Zyan. <<A proposito, perché la chiami sempre così, non ha un nome?>> continuò il ragazzo.

<<Sì, ma è detestabile come lei> disse Eiren, per poi aggiungere nella sua mente: "Anche se quel nome al maschile mi piace molto".

<<Eiren impara a perdonare, perché nella vita più di tutto ti segna il dolore e non lascia vivere il rancore; e tu non vuoi avere vita solo per queste emozioni vero?>> domandò Lucilla, stringendo leggermente la sua spalla.

Eiren alla parola "perdono" era sempre stata restia e ogni volta cercava di cambiare argomento. Ma quella volta, sebbene avesse iniziato a distogliere lo sguardo e a sospirare, decise di rimanere calma e di prendere in oggetto quelle parole solo in un secondo momento.

<<Che cosa ci segna a parte il dolore?>> domandò la ragazza, per evitare di parlare del perdono.

<<Tutto, però dipende dall'importanza che noi diamo agli avvenimenti>> rispose Lucilla, guardando il ragazzo.

Eiren fece cenno d'intesa, per poi tornare a guardare la donna.
Intanto, la sua mente la riportò nel momento in cui era distesa sul letto svenuta.

<<Oh! Prima che me ne dimentichi, nel sogno non ho solo sentito parlare lo stregone, ma anche voi>> sentenziò Eiren, mettendo un piede sotto il sedere.

Lucilla e Zyan corrucciarono la fronte e aspettarono che la ragazza andasse avanti.

<<Ho sentito dire a Zyan che essendo stata tu la più grande, lo stregone ti ha affidato delle cose e questo ora mi fa sorgere molte domande...>> la ragazza si fermò per prendere aria. <<Voi prima eravate in contatto con quell'uomo?>> continuò, guardandoli.

<<Sì>> rispose subito Zyan.

<<E ora perché siete in guerra con lui?>> domandò la ragazza.

Lucilla quella volta abbassò lo sguardo e iniziò a parlare.

<<Noi eravamo i suoi apprendisti>> rispose, ricordando tutto il tempo passato. <<Zyan ed io eravamo gli unici estranei a essere entrati nelle sue grazie e poi c'era suo figlio, un ragazzo bonaccione che aveva paura del padre. Mio nonno mi affidò a lui, che ormai a età anziana non riuscì a prendersi più cura di me, mentre Zyan venne di sua volontà ad imparare l'arte della vera magia>> disse, lasciando il continuo al ragazzo.

<<Poi accadde la stessa cosa che successe a te: lo stregone si approfittò magicamente di me per suo figlio ed io me ne resi conto solo quando iniziai a scomparire realmente. Alla scoperta di ciò, Lucilla decise di aiutarmi e per questo, entrambi voltammo le spalle allo stregone>> raccontò Zyan.

<<Quando ci siamo conosciuti, mi hai detto che c'era una forza magica più potente di voi, eri a lui che ti riferivi?>> domandò la ragazza, coprendosi gli occhi per via del sole.

<<Sì>> rispose il ragazzo, appoggiandosi alla ringhiera di legno degli scalini.

<<Quindi potete dire che lo stregone sia un vostro famigliare>> disse la ragazza, alternando gli sguardi da Lucilla a Zyan.

PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora