L'essere celeste, dopo il primo contatto che ebbe con Eiren, restò sempre in contatto con l'energia della ragazza. E solo grazie a quel collegamento, che l'unicorno riuscì ad arrivare in tempo per salvare la vita ai due ragazzi e dunque manifestarsi nel mondo reale.
In seguito all'abbraccio dei tre amici, Lucilla ringraziò l'unicorno offrendogli ospitalità e un frutto speciale in suo onore: l'alcojaba. Un frutto paradisiaco che Lucilla fece crescere con tanto amore e protezione, giusto per un'occasione speciale come quella. L'alcojesa era una pianta da terra che crescendo, sviluppava un solo gambo lungo e mozzo da cui poi nasceva un grande bocciolo; che quando maturava e si apriva, lasciava il posto a un chicco ovale rosa, con un ciuffetto arancione attaccato al gambo rosso.
Lucilla andò a staccare quel frutto dalla pianta e quando aprì in chicco ovale con una pietra, all'interno ci trovò un frutto color arcobaleno grande quanto la sua mano, dalla buccia spessa e amara e dall'interno dolce.
L'unicorno accettò i ringraziamenti e inchinandosi difronte a Lucilla, prese il frutto offertogli. Quando finì di mangiare l'alcojaba, l'essere divino rimase nella radura e ispezionò ogni suo angolo esistente.
<<Siete stati una gran bella squadra! Sono così fiera di voi!>> esultò Lucilla, tornando dai due ragazzi.
<<Tutto merito tuo. Grazie alle tue parole sono riuscito a farle spezzare l'incantesimo>> disse Zyan, indicando Eiren.
<<A proposito, non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi salvata da quella morte certa>> disse Eiren, con fare un po' goffo.
<<A questo servono gli amici no?>> domandò Lucilla, sorridendo.
<<Tu sei molto di più di un'amica per me, sei la mia famiglia>> rispose Zyan.
Lucilla ed Eiren si commossero. Non avrebbero mai creduto che un giorno Zyan, avrebbe detto testuali parole.
<<Anche tu lo sei per me>> ricambiò Lucilla, sorridendogli con gli occhi un po' lucidi.
<<Anche voi per me>> disse Eiren, dondolandosi sui talloni.
Alla vista innocente e burlona della ragazza, Lucilla e Zyan si misero a ridere felici. Delle volte, quando Eiren non c'era nei paraggi, entrambi pensarono veramente che lei fosse stata una benedizione per le loro vite.
Delle volte un strano incontro, sì, porta a cambiamenti radicali ma plasma delle amicizie davvero profonde.
Sebbene la ragazza li accompagnasse con una risata, pensò seriamente a quanto disse: loro erano diventati una seconda famiglia per lei.
Finito quel momento di spensieratezza, Lucilla si fece aiutare dai due giovani a portare fuori il calderone più grande che avesse. Appena giunsero nell'ampio giardino, i tre posizionarono il calderone su un rialzò di ferro e sistemarono la legna al di sotto di esso.
<<Come procediamo con questa definitiva pozione?>> domandò Eiren, poggiando una mano sul bordo del calderone.
<<Prima vediamo se abbiamo tutto>> rispose la donna, aprendo il taccuino. <<Osso del padre>> disse, ricevendo conferma da Zyan.
Per quella pozione, l'osso del padre si riferì alle ceneri del padre di Zyan, che recuperarono prima di tornare nella radura. Il ragazzo era tornato nel cimitero del suo quartiere e dopo aver fatto un incantesimo per aprire la cella in memoria del padre, presero le sue ceneri e lasciarono lo spazio vuoto.
"Papà, tornerò presto" pensò il ragazzo, chiudendo la piccola cella in marmo.
<<Sangue del nemico>> disse Lucilla, vedendo steso per terra lo zio del ragazzo, ancora privo di sensi. <<E carne del servo>> continuò a dire.
<<E questa dove la prendiamo?>> domandò Eiren, non ricordando l'accenno di questo ingrediente. <<Non è che si riferisce a me, perché vi ho servito riguardo tutta questa faccenda?>> continuò la ragazza, guardando i due con gli occhi spalancati.
Lucilla le fece cenno di no con la testa e poi spostò lo sguardo. Eiren invece, sospirò silenziosamente e si portò una mano sul cuore, felice di non essere stata lei il loro prossimo ingrediente.
<<Ricordate cosa ha detto la farfalla?>> domandò Lucilla, vedendo arrivare l'unicorno.
Zyan ed Eiren si guardarono, come segno d'intesa per aver capito dove la donna volesse andare a parare.
<<No>> disse Zyan, precedendola.
<<Zyan questa è la scelta migliore>> disse Lucilla, chiudendo il taccuino.
<<Ho detto di no!>> esclamò il ragazzo, senza nemmeno guardarla in viso. <<Se serve la carne di un servo, posso prendere mio cugino. Lui non obbietterebbe>> continuò, pensando al cadavere che lasciò nel nascondiglio dello stregone.
Sebbene avesse profittato della sua vita, Zyan non ebbe cuore per lasciarlo marcire in una strada e perciò, quando le cose si sarebbero aggiustante, avrebbe procurato una giusta sepoltura per lui.
<<Zyan, io sono l'unica che può farlo. E poi, dovete dare un'anima all'unicorno o sbaglio?>> domandò la donna, avvicinandosi a lui.
<<E se lo facessi io? Infondo non sono una cattiva persona e poi prima stavo scherzando>> si propose Eiren, attirando su di sé un brutto sguardo da parte del ragazzo. <<Va bene, ho capito. Vedetevela voi>> indietreggiò la ragazza, alzando le mani.
<<Ascoltami, donando a te la mia carne, la mia anima andrebbe nelle mani dell'unicorno e chi lo sa, potrei diventare la custode indiscussa della radura che insieme abbiamo creato>> disse Lucilla, toccandogli una spalla.
<<E come faccio io senza di te?>> domandò Zyan, voltandosi a guardarla.
<<Non sei da solo, hai Eiren ora>> ripose la donna. <<E poi, quando ti mancherò così tanto da non riuscire a respirare, potrai venirmi a trovare nella radura>> continuò, pensando a uno scenario del genere.
Zyan abbassò lo sguardo ma non demorse. Eiren intanto, si morse la lingua per non aggiungere nulla.
<<Tu mi hai cresciuto e ora vuoi sacrificarti per me? No, non accetto tale sorte. Preferisco non terminare la pozione>> disse il ragazzo, con voce triste.
<<Zyan devi farlo per ripagare tutti i nostri sforzi>> disse la donna, sicura delle sue parole. <<Tu devi continuare a vivere ed io voglio proteggere questo posto, non serve pensare ad altro. Tu avresti fatto la stessa cosa per me e non avresti voluto sentire ragioni; anzi, per me a quest'ora saresti stato già ammollo>> continuò a dire Lucilla, vedendo Eiren continuare a riempire il calderone con l'acqua.
Zyan guardò la donna, con uno sguardo che l'avrebbe implorata fino all'ultimo secondo. Comprese le sue ragioni e il suo ipotetico atteggiamento se fosse stato al suo posto, ma non poté pesare di svegliarsi la mattina e di non trovarla più nei paraggi.
"Perché tutto sta prendendo una piega che non voglio?" si domandò il ragazzo, arrendendosi.
<<Promettimi che resterai qui. Che quanto tornerò, tu sarai qui ad aspettarmi>> disse il ragazzo, portando le mani sulle braccia della donna.
<<Lo prometto>> disse la donna sorridendo.
<<Ti voglio bene Lucilla>> disse il ragazzo, stringendola in un dolce abbraccio.
<<Anch'io te ne voglio fantasmino>> ripeté la donna, ricambiando affettuosamente l'abbraccio.
Eiren guardò la scena accanto all'unicorno che, curioso e protettivo, stette attento a ogni loro mossa. La malinconia di quelle parole sfiorò anche la ragazza che, in un attimo di tristezza, abbracciò una gamba dell'unicorno; il quale la lasciò fare.
<<Grazie per tutto>> disse il ragazzo, allontanandosi da lei e asciugandosi una guancia.
La donna sorrise e gli accarezzò il viso, per poi chiamare Eiren.
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PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIA
FantastikEiren ha sempre creduto alla magia, ai legami, al male. Alla magia, perché aveva avuto modo di tastare quel suolo con i suoi stessi piedi. Ai legami, perché lei non era mai stata sola a seguire il suo destino. Al male, perché non ci sarà mai fine...