Aspettai dieci minuti buoni al cellulare prima di vedere la porta di casa aprirsi ed il ragazzo uscire, riuscendo a notare il leggero stupore sul suo volto nel vedermi ancora lì, nel capire che lo avessi aspettato.
Quando aprì lo sportello prese posto, rimanendo in totale silenzio almeno fino a quando non partii, consapevole di dover guidare almeno venti minuti prima di arrivare alla villa dove si sarebbe tenuta la cena.
«Credevo fossi andato via...»
«Credi davvero che potrei mai andarmene senza di te?»
Il silenzio che caló subito dopo era talmente pesante da infastidirmi, sentendo inoltre il suo sguardo addosso mentre il mio rimaneva incollato sull'autostrada che avevamo imboccato.
«Chri»
«Mh»
«Scusa per prima»
E dovetti fare appello a tutta la mia buona volontà per non urlargli contro che avrebbe dovuto smetterla di fare in quel modo
«Mattia siamo in autostrada e non ho voglia di parlare. Quando torneremo a casa, forse, ne parleremo»
«Visto che stai guidando e non possiamo parlare... Almeno puoi ascoltarmi, no?»
Quelle parole e quel suo tono di voce dolce mi fecero sospirare e annuire appena
«So che sono permaloso e ho un carattere orribile, è risaputo... Ci provo a controllarmi quando mi arrabbio ma delle volte non ci riesco e faccio diventare una piccolezza una questione di stato... Mi dispiace per come ti ho parlato, non te lo meritavi... In realtà, quando mi arrabbio con te, non te lo meriti quasi mai un trattamento simile...
Non voglio che tu ce l'abbia con me, non mi piace quando succede...»In silenzio cercai di elaborare ogni parola, stando nel mentre attento a non schiantarmi da qualche parte, ma il ragazzo parve mal interpretare quel silenzio
«Mi dispiace da morire Chri... Ti amo tanto...»
A quel punto, per quella sua spontaneità e per quella dolcezza mista a tristezza, sarei stato pronto a strapparmi il cuore e darglielo se ciò lo avesse fatto stare meglio
«Ti amo anch'io, nonostante sfidi costantemente la mia pazienza... Ma l'amore è anche questo, giusto?» Parlai alla fine, stringendo la mano al volante, notandolo, con la coda dell'occhio, sorridere apertamente
«L'amore è anche questo sì... Ma non solo... L'amore, per esempio, è anche sopportare quel tuo essere precisino, il fatto che ancora oggi mi discrimini in cucina, tua madre, delle volte sopportare il tuo menefreghismo, il tuo lavoro che delle volte ti porta settimane intere lontano da me, il fatto che quanto ti arrabbi con me, per primo, non mi baci neanche se provo a fare pace, il tuo non mettere i panni sporchi a lavare o lasciare i cassetti del mobile semi aperti, per non parlare di quando dimentichi la luce accesa in praticamente ogni stanza e mi ritrovo a spegnerla oppure quando prendi una bottiglia d'acqua dal frigo e non la rimetti al suo posto»
Nonostante tutto ridacchiai durante quel suo lunghissimo elenco di difetti, trovandomi d'accordo in misura minore o maggiore un po' con tutto
«Sembro una persona terribile però, una di quelle che non sposerei proprio, com'è che tu mi hai detto 'sì'?» Chiesi divertito, gettando uno sguardo allo specchietto per vedere se avessi qualche macchina dietro, effettuando così un veloce sorpasso
«Perché... Potrai anche avere tutti i difetti del mondo, ma proprio tutti... Eri e sarai sempre la mia persona, l'unica con la quale voglio vivere per sempre... L'unica che so che, nonostante io abbia un carattere orribile, resterà al mio fianco»