Capitolo 13

2.3K 156 247
                                    

Le ore in quella stanza d'ospedale passarono lente, ma non mi pesarono più di tanto, avvertendo la presenza di Mattia costantemente al mio fianco.

Stavo bene... In realtà stavo male, avevo un piede nella fossa e l'altro stava per raggiungerlo ma, stavo bene perché mi bastava sapere che il ragazzo fosse lì, al mio fianco, che non avesse intenzione di andarsene.

Quel mio "star bene" però ebbe vita breve, venendo interrotto dalla voce di un'infermiera che aveva appena aperto la porta della mia camera

«Oh Mattia, sei ancora qui... Credevo fossi andato a casa e che stessi per ritornare... È cominciato l'orario delle visite, ci sono i genitori e la sorella... Li faccio entrare uno alla volta»

Il ragazzo non rispose vocalmente, tanto che la seguente voce che sentii fu quella acuta di mia madre che sembrava intenzionata a fingersi preoccupata

«Oddio Chri, amore mio... Come sei combinato, mamma mia»

Avvertii poi la pressione delle sue mani addosso, che vennero scacciate immediatamente

«Non lo tocchi, si fa male. È stato operato neanche dodici ore fa» Parló Mattia e sentii il mio cuore sciogliersi per quella preoccupazione

«Non devo toccare mio figlio? Al massimo sei tu a non doverlo neanche sfiorare, ti ho detto che gli devi stare lontano»

«Non gli starò lontano mentre è sdraiato su un lettino d'ospedale privo di sensi, non esiste»

Gli aveva detto di starmi lontano?
Lui... Mi stava lontano per colpa sua?

«Ti ricordi cosa ti ho detto quel giorno, no?»

«Che sono solo un peso per lui, che non me lo merito, che lo sto costringendo a vivere una vita infelice... Che con me è tutta finzione e non ha il coraggio di lasciarmi perché gli faccio pena... Che lo faccio soffrire... Che se mai ci fossimo uniti civilmente lo avrei condannato ad una vita soffocante e opprimente... Certo, mi ricordo»

Mattia mi aveva lasciato per colpa sua... Lui mi aveva lasciato per paura... Mi aveva lasciato per "salvarmi" da una vita che, in realtà, non era altro che tutto ciò che volevo

«E allora smetti di girargli intorno come una mosca fastidiosa. Lui non ha bisogno di te, lui ha bisogno solo di una donna, una figura solida al suo fianco, e so che anche se adesso rifiuta quest'idea prima o poi mi darà ascolto»

«Non può comandare il cuore di suo figlio, sarà lui a scegliere di chi innamorarsi, che sia di un uomo o di una donna»

Ero frustrato, avrei voluto urlare contro mia madre, metterla a tacere una volta e per sempre, stringere Mattia a me e chiedergli perché avesse fatto il gioco di mia madre senza parlarmi di ciò che stesse succedendo... Avrei voluto chiedergli di Daniele, di quella relazione che aveva tessuto con lui... Avrei voluto.

«Non si innamorerà di nessun uomo, sei stato una parentesi della sua vita e, le parentesi, una volta chiuse non si possono riaprire.»

«Esca fuori, sta finendo l'orario delle visite, devono vederlo anche gli altri... Suo marito, Alexia...»

Avrei tanto voluto rimanere con lui e basta, avrei voluto che nessuno entrasse in quella camera, che ci lasciassero soli nel silenzio generale.

Quando finalmente mia madre uscì, entrò mio padre e a seguire mia sorella, sentendoli scambiare non più di qualche parola con Mattia prima di abbandonare anche loro la camera, facendo terminare l'orario delle visite.

«Finalmente se ne sono andati eh? Non ci speravo più» Parló sottovoce prima di farsi scappare un piccolo sbadiglio

«Non sono mai stato tanto stanco sai? Vorrei soltanto poter dormire un po', dormire con te magari, sul nostro letto...» Continuó a sussurrare, facendo intrecciare, con estrema delicatezza, le dita delle nostre mani

Occhi Lucidi [Zenzonelli] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora