Quella sera, o meglio, quella prima notte in hotel, la passai quasi in bianco ad aspettare la chiamata promessa dal mio ragazzo che, tuttavia, non arrivò mai, costringendomi così a pensare e ripensare a cosa potesse essere successo, finché un messaggio la mattina seguente non mi diede le delucidazioni che necessitavo: "Mi sono addormentato, ero stanco, scusa"
Non gli risposi, preso dal dovermi preparare per poter iniziare a provare in palestra le varie coreografie che ci erano state montate dalla coreografa dell'evento, sapendo che probabilmente gli avrei scritto durante la pausa pranzo.
«Chri, stai ballando malissimo» Mormoró Cosmary, al mio fianco al termine dell'esecuzione dell'ennesima coreografia, alzando le spalle in risposta
«Lo so... Non ho dormito niente, non ho neanche mangiato per colazione, sono uno straccio»
«Vieni, prendiamoci cinque minuti»
La seguii verso i borsoni di tutti i ballerini, ammassati in un angolo, guardandola chinarsi sul proprio per prendere da esso una barretta proteica
«Mangia, avanti... Non posso fare grandi cose per un cuoricino tormentato ma almeno posso darti qualcosa da mangiare per evitare che tu svenga per un calo di zuccheri o qualcosa di simile»
Alzai gli occhi al cielo per quel suo tono di rimprovero, prendendo quella barretta per poi sedermi per terra, poggiando le spalle contro la parete di quella palestra
«Chri, non puoi permetterti di stare così, non adesso»
Avrei voluto dirle che avesse ragione, che avrei dovuto effettivamente smetterla di dipendere da un ragazzo che attualmente era a quasi ottocento kilometri da me, ma non glielo dissi
«Che ha fatto ora Mattia?» Sospirò, sedendosi al mio fianco, abbracciandosi le gambe al petto, poggiando il mento su di esse, fissandomi
«Niente... Non è importante»
«Sì che è importante Chri! Dovresti lavorare e non riesci a farlo per colpa sua e del suo atteggiamento! E non esiste che tu possa sabotare la tua carriera per lui, ma proprio no!» Esclamò visibilmente arrabbiata sopra la musica ad alto volume sulla quale gli altri ballerini stavano continuando a provare
«Non è successo niente...»
«Se non è successo niente allora alza il culo da terra e fai vedere di che cazzo sei capace Stefanelli»
Nonostante si fosse palesemente imposta di mantenere un'espressione seria, quando si alzò e mi tese una mano per aiutarmi ad alzarmi da terra, un sorriso le scappó
«Mi stai sfidando Fasanelli?» Chiesi con tono di sfida, assottigliando gli occhi, afferrando quella mano
«A tutti gli effetti»
Alzandomi allora da terra, l'attirai in un abbraccio, accarezzandole quei capelli lunghissimi lasciati sciolti e liberi di ondeggiare ad ogni passo di danza
«Andiamo allora, sfida accettata»
Schioccandole un bacio sulla fronte mi allontanai definitivamente da lei per tornare in pista dagli altri ballerini, affiancando il mio omonimo che mi sorrise, dandomi una pacca sulla spalla durante l'esecuzione di alcuni passi.
Da quel primo giorno, i successivi passarono veloci, ritrovandomi a svegliarmi già alle sei del mattino per andare a provare e tornare in camera per le nove e mezza di sera, mettendomi a letto dopo aver cenato con qualcosa al volo; con Mattia, invece, non avevo quasi mai l'occasione di parlarci, se non per qualche messaggio comunque abbastanza evasivo... Ad un certo punto avevo smesso anche di scrivergli, per evitare di rimanerci male e che quel mio malessere si riversasse sul mio lavoro.