Capitolo 15

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La settimana in ospedale era passata più o meno velocemente sotto le cure e le attenzioni del mio ragazzo, anche se ad un certo punto della settimana fu costretto ad abbandonarmi per essere relegato a far le visite ai pazienti, ma di questo ne fece comunque una scusa per poter passare spesso anche durante l'orario di lavoro.

Dopo aver fatto innumerevoli controlli, mi fu dato il via libera per tornare a casa, aspettando così che il mio ragazzo finisse il turno mattutino per tornare a casa nostra, dopo prima essere passati a prendere le mie cose.

«Mi era mancata da morire» Affermai quando varcai la porta, perdendomi nuovamente nella bellezza di quella casa che avevamo arredato con cura, amore e, soprattutto, fatica visto che spesso i nostri gusti non si incontravano.

«Allora, sistemo le tue cose nell'armadio» Affermó sorridendomi, stampandomi un bacio sulle labbra, raggiungendo la nostra camera con le mie valigie tra le mani, e allora lo seguii, sedendomi ai piedi del letto per guardarlo

«Mi ricorda la prima volta...»

«Cosa Amore?» Chiese, probabilmente non avendo ben sentito le mie parole, poggiando le prime magliette sui ripiani interni dell'armadio

«Quando abbiamo preso casa e abbiamo portato tutte le nostre cose... Mi hai sistemato tu le cose nell'armadio perché io ero un tale incapace nel sistemare i vestiti... Ti ricordi?
Almeno sono migliorato dai»

«Sì, mi ricordo anche che, alla fine, i tuoi vestiti erano talmente improponibili che non facevi altro che prendere i miei... Era una vita dura, non che ora sia meglio eh»

Si voltò, guardandomi con un sorriso dolcissimo e divertito, e non riuscii proprio a trattenermi dal ricambiare, lasciando decadere ogni mia voglia di rispondergli a dovere.

«Piuttosto... Perché non posi i vestiti e dormi un po'? Hai delle occhiaie da paura Amore»

«Tranquillo, sistemo qui, vado a fare una doccia e dormo un po', tu hai bisogno di qualcosa?» Chiese piegando l'ennesima maglia

«Sì, di tre cose nello specifico: che tu apra la taschina interna della valigia, quella a destra, e prenda il mio anello, e che venga a darmi un bacio»

Lo vidi tornare a guardarmi con un sorriso, facendo poi ciò che gli avevo chiesto, avvicinandosi in seguito a me con quell'anello tra le mani

«Vieni qui» Affermai, attirandolo a me per farlo sedere sulle mie gambe, poggiando la mano sinistra sulla sua coscia prima che il ragazzo facesse congiungere le nostre labbra in un bacio lento, in totale contrasto con i battiti accelerati del mio cuore

Durante quel bacio sentii la mano del ragazzo prendere la mia, incastrandomi l'anello all'anulare, portando subito dopo le mani sul mio viso, accarezzandolo con una delicatezza sconfinata.

«Io... Ti amo così tanto che boh, non lo so neanche esprimere» Affermó quando ci allontanammo da quel bacio, con le labbra rosse e lucide

«Non è d'effetto però, tipo il mio ti amo infinito»

«Fanculo Chri.»

Cercai di trattenere una risatina vedendo quel suo broncio che avrebbe dovuto trasmettere fastidio mentre a me trasmetteva soltanto una grandissima voglia di baciarlo dinuovo, prima che si voltasse per darmi le spalle

«Dai Amore mio, scherzavo, perdonami, non ti arrabbiare, scusaa» Straparlai, stringendolo dal busto con il braccio, attirandolo a me, stampandogli una serie infinita di baci sul collo

«... Qual era la terza cosa?»

«Mh?»

«La terza cosa... Mi avevi detto che avevi bisogno di tre cose e, quelle, erano solo due...»

Occhi Lucidi [Zenzonelli] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora