Capitolo 8

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La mattina seguente la sveglia suonò puntuale alle nove e mezza del mattino, obbligandomi ad aprire appena il necessario gli occhi per poter mettere a tacere quel rumore fastidioso per la mia testa, più nello specifico per le mie tempie, che sentivo pulsare dolorose, ipotizzando che fosse una diretta conseguenza del fatto che avessi appena dormito quattro ore; quella notte Mattia era tornato intorno alle due e, nonostante fossi letteralmente spossato per la frenesia che aveva caratterizzato tutta la seconda metà del giorno precedente, tra voli, bagagli da preparare al dettaglio per evitare spiacevoli inconvenienti, e lezione serale alla scuola di danza, ero riuscito ad aspettarlo sveglio contro ogni sua evidente previsione, ma l'unica sua reazione consistette in un sorriso stanco prima che potesse mettersi a letto e addormentarsi ancor prima che potessi chiedergli qualcosa di quel turno... Amareggiato cercai comunque di prendere sonno, ma dovetti raggiungere le cinque del mattino prima che i miei occhi decidessero di chiudersi e il mio cervello di smettere di pensare ininterrottamente, come faceva ormai da giorni.

Stanco, chiusi nuovamente gli occhi contro il cuscino, con il buon proposito di alzarmi qualche minuto dopo, ma tale proposito fallì senza che me ne rendessi conto

«Oh Chri! Alzati, è tardi, sono le dieci e venti!»

Mi svegliai di soprassalto, impanicandomi già soltanto per il tono di voce che il mio ragazzo aveva utilizzato, rendendomi però conto che effettivamente fosse più che tardi se considerato che il volo fosse segnato per le 11:05 e che l'aeroporto da casa nostra distasse almeno venti minuti

«Cazzo, non ci arriverò mai!»

Balzai quasi giù dal letto, allarmandomi profondamente per quel volo, che avevo alte probabilità di perdere, prendendo alla rinfusa dall'armadio qualcosa da mettere

«Potevi anche alzarti quando ti era suonata la sveglia!»

«Ero stanco Mattia, avevo chiuso gli occhi, non era programmato che mi riaddormentassi»

«Eri stanco perché mi hai aspettato sveglio! Ti avevo detto di non farlo, ma fai sempre di testa tua! Che cosa hai concluso aspettandomi sveglio fino alle due di notte?»

Mi voltai verso di lui, avendogli dato le spalle fino a quel momento, guardandolo quasi senza sapere cosa dire

«Vaffanculo Mattia, veramente.»

Uscii dalla camera ben più che nervoso e adirato, recandomi al bagno, riuscendo ad essere miracolosamente pronto in meno di dieci minuti, raggiungendo poi il soggiorno dove sul divano avevo lasciato le valigie che avrei portato con me, uscendo da casa per poterle mettere già in macchina in modo da non perdere tempo quando, nonostante tutto, il ragazzo mi avrebbe raggiunto per venire con me in aeroporto.

Seduto al lato del guidatore aspettai il ragazzo, che vidi uscire da casa dopo altri cinque minuti per sedersi al mio fianco, rimanendo in totale silenzio.

«Vuoi stare in silenzio per venti minuti?» Azzardai dopo qualche minuto passato già nel silenzio, sbuffando quando dovetti fermarmi ad un primo semaforo rosso

Non rispose, semplicemente si limitò ad accendere la radio che spensi subito dopo

«Mattia»

«Che c'è Christian? Non ti piace il silenzio? Ti avevo acceso la radio»

«Smettila, abbiamo già discusso neanche quindici minuti fa, credi davvero che sia il caso di ricominciare?»

«Cosa vuoi? Non è colpa mia, lo sai bene.»

Strinsi le mani attorno a quel volante, cercando di scaricare la tensione, ripartendo immediatamente quando il semaforo da rosso scattó verde

«Non è colpa di nessuno, ma entrambi, insieme, possiamo evitarlo»  Cercai di utilizzare il tono più calmo che in quel momento potessi permettermi, ma non parve servire molto

Occhi Lucidi [Zenzonelli] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora