tw: sono presenti riflessioni che
potrebbero turbare lettori più sensibili,
vi chiedo scusa1 marzo 2025
Simone si comporta come se non fosse mai svenuto e Manuel certe volte si chiede se non abbia sognato tutto.Poi, come un lampo, la sua mente gli ricorda come gli occhi di Simone si sono aperti al mattino, la storia della luce verde che ancora gli rimbombava nelle orecchie insieme al suono della televisione che nessuno dei due aveva spento. La sua mente si squarcia per far strada al ricordo del suo respiro che si blocca quando gli occhi di Simone hanno incrociato i suoi e la necessità di allontanarsi dal ragazzo, perché da così vicino sentiva il cuore battere troppo forte nel petto.
E allora, solo quando ricordando, il suo cuore ricomincia a correre in quel modo, Manuel si dice che niente è un sogno, che Simone gli ha veramente raccontato quella storia, gli ha promesso veramente di fargli vedere quel film una volta tornati a Montecarlo, si sono veramente addormentati e svegliati uno accanto all'altro e che lui ha dovuto veramente allontanarsi da quella stanza per impedirsi di allungare una mano verso il volto del ragazzo e tracciarne i contorni.
Ricorda che Simone è veramente svenuto tra le sue braccia.
Eppure Simone ora è in piedi, una racchetta stretta nella mano sinistra, il sole californiano che batte forte sulla sua testa, le scarpette che stridono sul cemento ad ogni suo spostamento e la maglietta rossa macchiata dal sudore.
Simone li percepisce gli occhi di Manuel su di lui.
Anche in quel momento, mentre cerca di far confluire tutte le sue attenzioni sul colpire la pallina più forte possibile così da chiudere quello scambio contro Jacopo, una parte della sua mente è focalizzata su Manuel e i suoi occhi.
Tienilo fuori, pensa Simone.
Solo allora colpisce la pallina molto più forte ed angolata di quanto Jacopo sia pronto a recuperare e fa punto.
<<Cazzo, Simo. Bel punto>> gli urla Jacopo dall'altra parte della rete.
<<Avresti potuto chiudere lo scambio tre colpi prima senza il rischio di questo diritto>> la voce di Dante lo raggiunge cancellando completamente quella di suo fratello.
L'uomo gli si avvicina e si posiziona proprio di fronte a lui.
Sono lontani da Jacopo, che a torso nudo dall'altra parte della rete volge lo sguardo al sole e si bea di quel calore approfittando di quella pausa per abbronzarsi; lontani da Jules e Michael, che seduti sugli spalti parlottano tra loro; lontani da Manuel, che invece sta cercando disperatamente di capire quello che si dicono.
Ma Simone sa perfettamente che da lì non può sentire proprio nulla.
<<Sei distratto, Simone>> Dante incrocia le braccia al petto e si piega leggermente in avanti come se avvicinandosi fisicamente al figlio potesse spingerlo ad avere una risposta.
<<Sono solo un po' agitato>>
<<Non devi esserlo. Lo sai, l'agitazione ti offusca la mente, perdi lucidità e poi succede quello che... Simone, mi stai ascoltando?>> il ragazzo ha gli occhi fissi in quelli del suo allenatore, ma in realtà non lo sta guardando realmente, è totalmente assente.
Non pensa a nulla, non sente nulla.
Nelle orecchie solo un invadente ticchettio.
Succede ogni tanto che Simone desideri così tanto di sparire che quasi si illude di riuscirci.
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GRAN SLAM
FanfictionSimone Balestra ha 25 anni e la sua carriera da tennista potrebbe finire da un momento all'altro. Ha avuto otto anni per raggiungere l'obiettivo impostogli dal padre e, soprattutto, dagli sponsor che, alla fine di quell'anno, lo abbandoneranno in ca...