ATP 500 QUEEN'S

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Alcune persone dicono che l'aria prima di una catastrofe sia diversa.

C'è chi dice sia fredda, così tanto da esser capace di penetrare la pelle e arrivare fin dentro le ossa; altri dicono sia calda, che anche se ti scompiglia i capelli non si prova alcun sollievo - anzi, la senti attaccarsi al viso facendolo percepire sporco, appiccicoso.

Alcuni dicono che quasi non sembra esserci, che si può provare a respirare ma è tutto inutile. Nulla arriva ai polmoni.

Simone, invece, direbbe di non saper rispondere.

Direbbe che non c'ha fatto caso.

'Ché era troppo impegnato a controllare che quel ticchettio ci fosse ancora - che il suo cuore stesse ancora battendo - per accorgersi che qualcosa di diverso c'era.

Qualcosa che avrebbe potuto avvisarlo.

18 giugno 2025

Jacopo non riesce a non pensare a tutto quello che sta succedendo nelle ultime settimane.

O meglio, a quello che non sta succedendo.

Vede Simone in campo pronto a disputare la semifinale del torneo e, secondo i suoi calcoli, dovrebbe iniziare a breve. Nota com'è estremamente concentrato, gli occhi che non si muovono mai dalla metà campo dell'avversario.

Cioè, quasi mai.

Da quando sa di suo fratello e del ragazzo seduto accanto a lui, non può evitare di far caso a come Manuel resta costantemente sul bordo del sediolino, sporto il più possibile verso il campo ed esulta ad ogni punto di Simone facendolo sembrare sempre un match point.

Addirittura all'inizio del torneo ha avuto serie difficoltà a spiegargli cosa potesse fare e cosa invece doveva assolutamente evitare.

Per esempio, Jacopo gli ha dovuto dire parecchie volte che sugli errori dell'avversario non si esulta.

<<Non 'ce posso fa manco n'applauso?>> gli aveva chiesto Manuel a voce troppo alta durante la prima partita del torno, cinque giorni prima.

E lui gli aveva risposto solamente dopo avergli fatto segno di abbassare il tono.

<<No, Manuel. Manco un applauso>>

<<Mamma e che palle 'sto sport, ma perché l'avete costretto a fa proprio sta roba?! Non poteva fa, che ne so, rugby?!>>

Costretto...

Jacopo s'era stranito un attimo per via di quel termine.

Costretto... gli ha detto così, Simone?

<<Rugby, Manuel?! Guardate la partita va'>> gli aveva risposto inutilmente perché ormai l'attenzione del ragazzo era già tutta per Simone che, dopo aver chiuso il primo set con il punteggio di sei game a zero, si stava dirigendo in panchina prima dell'inizio del secondo set mentre guardava diritto nella loro direzione.

Appunto, quasi mai.

Quella è un'altra cosa che Jacopo non può fare a meno di notare: come Simone rivolge la sua attenzione a Manuel ogni volta che ne ha l'occasione.

Il problema è che non è il solo ad aver notato i loro sguardi - forse lui è semplicemente l'unico a saperli leggere nel modo giusto.

Infatti, è dal primo turno che nelle interviste post partita due sono le tipologie di domande che vengono fatte costantemente a suo fratello.

E una è legata sempre alla figura di Manuel.

Com'è avere il sostegno di un amico d'infanzia tra gli spalti?

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