Ci sono persone convinte che la vita di ognuno di noi sia già scritta dall'istante esatto in cui si viene al mondo, come a crogiolarsi nella convinzione che non ci sia una propria colpa di quello che si fa.
Si ripetono che dal primo respiro, tutto è già deciso.
Chi diventeremo da adulti, chi ci spezzerà il cuore, chi raccoglierà i cocci cercando di metterli al proprio posto e a chi decideremo di dedicare il nostro ultimo respiro.
Altri, invece, credono - sperano - che nulla sia inevitabile. Che le cose in qualche modo si possono cambiare, schivare.
Altri ancora, pochi, credono che la vita sia solo un continuo susseguirsi di scelte.
Bivi che portano ad altri bivi, che ci allontanano da una vita e ci avvicinano ad un'altra.
Sono persone che credono che nulla è già scritto, ma che nel momento in cui si decide di intraprendere una determinata strada questa poi non può essere ripercorsa a ritroso per cercare di imboccare quella che avevamo escluso.
Questi credono anche che esista una scelta - una specie di scelta definitiva - più importante di altre, che proietta la propria vita verso prospettive totalmente opposte.
Che, nel caso in cui si voglia ritornare sui propri passi, significherebbe camminare contromano in autostrada.
Sono poche queste persone e, se si ha la fortuna di parlare con una di loro, potreste ritrovarvi in una lunga conversazione alla fine della quale saprete anche qual è la loro scelta definitiva.
Potreste ritrovarvi con la mente piena della loro storia, occhi negli occhi, mentre vi dicono: 'Questo è il momento in cui tutto è cambiato'
La cosa più particolare di queste persone è che sono insospettabili.
Per esempio, Dante Balestra non sembra assolutamente il tipo di persona che si interroga sul momento esatto in cui la sua vita poteva diventare qualcosa di diverso da quella che è.
Eppure si ritrova spesso, da solo, a pensare a qual è stata la scelta che l'ha dirottato in quella vita rispetto ad un'altra.
Forse sono gli strascichi di un sé stesso di un altro universo o forse è il ritrovarsi continuamente solo con i suoi pensieri a portarlo a certe riflessioni.
Fatto sta che per anni si è chiesto qual è stato il momento esatto in cui tutto si è rovinato - anche se solo da poco si è reso conto che la sua vita è in rovina.
All'inizio aveva dato la colpa alla morte di suo padre, poi s'era accorto che quella non era una scelta, che era una cosa che non dipendeva da lui e di cui nessuno aveva colpa.
Aveva quindi posto l'attenzione sulla scelta delle scuole superiori. E, per un lunghissimo periodo, avrebbe detto a chiunque che quella era stata la sua autostrada - la sua scelta definitiva - che a far marcia indietro si sarebbe ammazzato.
Il momento in cui aveva scelto di far le scuole da privatista per non smettere di giocare tennis - l'unica cosa che sembrava potesse far svagare sua madre dalla morte di suo marito, che poi era suo padre.
Non sapeva neanche lui come s'era ritrovato nel mondo del tennis professionistico. Ripensando a tutti i sacrifici che aveva dovuto fare per far arrivare Simone ai massimi livelli, s'era reso conto che la sua strada era stata diecimila volte più facile.
Sapeva solo che a diciassette anni s'era ritrovato a frequentare lezioni che duravano a malapena due ore mentre il resto del tempo lo dedicava agli allenamenti.
Ad un tratto s'era iniziato a chiedere anche per chi stesse continuando a giocare dato che sua madre aveva persino smesso di andar a vedere le sue partite preferendo passare le serate a teatro.
STAI LEGGENDO
GRAN SLAM
FanfictionSimone Balestra ha 25 anni e la sua carriera da tennista potrebbe finire da un momento all'altro. Ha avuto otto anni per raggiungere l'obiettivo impostogli dal padre e, soprattutto, dagli sponsor che, alla fine di quell'anno, lo abbandoneranno in ca...