ROLAND GARROS

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*attenzione alle date*
(i know my chicken)

20 dicembre 2024

Manuel ha gli occhi puntati sulla donna stesa nel letto dinanzi a lui.

Vede come la coperta di alza e si abbassa seguendo il ritmo lento - forse, troppo lento - del suo respiro.

Tra pochi giorni è Natale, ma Manuel quasi non lo ricorda.

Ogni giorno per lui è uguale all'altro da anni e l'unica cosa che cambia è la quantità di tempo che passa al sole in compagnia della donna.

Anita ha gli occhi socchiusi.

Non sta dormendo, lo sa bene, Manuel.

Lo sa perché sono notti che non riesce a farlo.

È colpa dei dolori, dei lividi sulle braccia causati dagli aghi per la dialisi e di quella perenne stanchezza che tormenta la mente e l'anima, che le si è attaccata addosso e non sembra volerla più mollare.

Non è un bel periodo per Manuel e sua madre.

Ce ne sono stati di migliori, in cui i dolori erano sopportabili, le ossa non sembravano essere così pesanti da non poterle trascinare in giro per l'ospedale e i lividi erano solamente piccoli segni che da lontano sembravano tatuaggi - e non enormi macchie violacee che la facevano sobbalzare solo sfiorandole.

C'era stato anche un periodo in cui Manuel non sapeva dove fosse l'ospedale - cosa fosse la dialisi.

Un periodo in cui gli unici problemi erano come procurarsi pezzi di ricambio per le auto che gli davano da riparare, come riuscire ad essere promosso evitando puntualmente l'interrogazione di matematica e come dire a sua madre che avrebbe scelto di far filosofia all'università - non medicina come voleva lei.

Mentre la osserva in quel momento, Manuel non può evitare di chiedersi se quel periodo l'ha vissuto, perché è così lontano da essere difficile da ricordare se è stato solo un sogno molto vivido - fatto mentre dormiva sulla poltroncina accanto al letto d'ospedale di Anita - oppure un pezzo della sua vita realmente accaduto, ma che allo stesso tempo sembra appartenere al sé stesso di un altro universo.

Che strana la vita.

In quell'istante, mentre guarda Anita rannicchiata sotto le coperte, la sua memoria gli fa un brutto scherzo.

Lo riporta a diversi anni prima, a quando Anita era rannicchiata, si, ma sul divano di quella che era - é, anche se è vuota per la maggior parte del tempo - casa loro.

Il ricordo è sfocato, cerca di prendere in prestito l'immagine che in quel momento Manuel ha dinanzi a sé per cercare di prendere forma.

Ma non succede, anzi.

Facendo in quel modo, la sua mente non fa altro che rendere più evidente quanto tutto sia diverso, anche se la posizione in cui la donna si trova è la stessa.

Perché nel ricordo Anita è stanca, si, ma dorme sapendo che quando sarà sveglia il suo volto e il suo fisico, saranno diversi. I pantaloni aderiscono alle cosce e la maglietta di lana fascia bene le spalle.

Il ricordo è diverso dal presente.

E anche se è ovvio, inevitabile, a Manuel sembra ingiusto.

E la memoria non gli dà pace. Riporta a galla anche il fatto che quella volta Anitra era stanca perché aveva appena finito di preparare la cena di Natale per lui.

Ricorda addirittura di esser stato lui stesso a poggiarle una coperta sulle spalle.

Prova una fitta alla testa, sintomo del preciso istante in cui realizza che quello che la sua mente gli ha proposto, non riuscirà più a ripetersi.

GRAN SLAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora