ATP 250 MELBOURNE

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2 gennaio 2025

Simone è stanco.

Il viaggio da Montecarlo a Melbourne è stato più turbolento del previsto e, nonostante i comfort della prima classe, mentre tutto il suo team riposava beatamente, lui ha tenuto gli occhi spalancati per tutto il tempo.

Odia viaggiare, Simone.

Odia viaggiare perché se lo fa, il motivo è sempre qualche torneo a cui deve partecipare - torneo che ci si aspetta vinca - e la mattina dopo l'atterraggio si ritrova su un campo ad allenarsi, sempre mezzo intontito, mentre Dante gli ripete la sequenza di colpi che deve compiere.

Dritto, rovescio e attacco a rete.

Metà delle volte succede, però, che per colpa del jet-lag, Simone si confonde, si prepara per un colpo rispetto ad un altro, anche se la sequenza è sempre la stessa da sette anni - ma è come se il suo cervello si rifiutasse di memorizzarla.

E quella mattina è stata una di quelle volte.

È tardi ora, Simone vorrebbe andare a dormire - che sembra che il suo corpo si stia abituando al ritmo dormi/veglia australiano e ne vuole approfittare - ma qualcuno steso sul suo letto gli impedisce di farlo.

Si volta verso la ragazza dai lunghi capelli biondi, troppo impegnata a tenere gli occhi sulla tv accesa per prestare attenzione alla voce del ragazzo che le dice di andare in camera sua.

<<You sucked>> gli risponde la ragazza senza distogliere lo sguardo dalla televisione che proprio in quel momento sta trasmettendo una partita del ragazzo di qualche settimana prima.

Lo so, vorrebbe dirgli Simone ma ormai è anche lui incantato a rivedersi mentre perde la finale delle ATP FINALS.

Guarda il suo ultimo colpo uscire di trenta centimetri dal campo e il suo avversario - William Wilson, inglese, 26 anni, 3 nel rank - esultare, incredulo, mentre lui dall'altra parte della rete spacca la racchetta sbattendola ripetutamente al suolo.

<<Oh shit, you were out of your mind, man>>

Lo so.

A quel punto la telecamera si sposta sul box dove il suo team è sistemato e vede per la seconda volta - questa volta in 4K - la scena del suo allenatore che urla gettando una bottiglietta piena d'acqua a terra, prima di voltare le spalle e uscire dal palazzetto.

<<Oh oh, Dante fucked everyone later, didn't he?>>

Simone annuisce solamente, anche se quella frase è solo una parte di ciò che è successo dopo.

Dante - il suo allenatore, suo padre - ha licenziato tutti e trovato rimpiazzi nel giro di una settimana.

Tranne Jacopo.

Jacopo no, è intoccabile e non perché è il suo gemello. Semplicemente perché è quello che lavora e si impegna più di tutti.

Più di me.

A Simone manca un po' l'aria, anche se quella suite è così grande che certe volte si chiede perché non condivide la camera con qualcun altro.

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