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Il sole raggiante illumina prepotente  tutto quello che si presenta al suo cospetto, risaltando il bianco delle tovaglie e tovaglioli, miscelandosi poi con l'oro dei decori su piatti, bicchieri e vassoi.
I tavoli sono numerati secondo la propria stanza, ma non impiego troppo tempo a trovare il mio posto, vedendomi arrivare in contro Maximilian con un sorriso smagliante e due piatti vuoti in mano. 

Guardo il cellulare 9:55
Non sono in ritardo, quindi, da che ora è qui ad aspettarmi?
<< Buongiorno>> mi porge un piatto, indicandomi poi la tavola centrale imbandita per il buffet.
<< Buongiorno. Aspetti da tanto?>> nonostante la puntualità, mi sento in colpa ugualmente, ma con un cenno della testa mi fa capire che è tutto a posto e possiamo dedicarci a tutto quel ben di Dio che ci aspetta.
Ci dirigiamo per servirci insieme alle altre persone già presenti nella sala, ed io opto per una bella fetta di crostata alle ciliegie casereccia, yogurt bianco senza zucchero e caffè macchiato.
Lui invece vota per la classica colazione salata  a base di uova, pane tostato e pancetta.

<<Raccontami di te>> 
Interviene dopo il primo morso di dolce, cogliendomi impreparata.
<< Che posso dirti, il mio nome lo sai. Vengo da una piccola cittadina vicino Toronto e abito con i miei genitori alla veneranda età di ventisette anni. Sono laureata in psicologia e sono una brava baby-sitter>> concludo con un sorriso, facendo spallucce.
<<Questo lo so. Ma raccontami qualcosa che non so.>>
Ecco che ritorna lo sguardo autoritario e la voce roca, sottolineando le ultime parole con serietà. 
Ripongo la crostata nel piatto e mi pulisco bocca e mani, prendendo tempo per riflettere e decidere la risposta giusta. Sicuramente mi sta valutando per conto del mio datore di lavoro, non posso permettermi passi falsi.

<<Amo leggere e documentarmi su ciò che mi affascina. Sto studiando la cristalloterapia, colleziono pietre, cristalli e minerali. A volte disegno, soprattutto personaggi di fantasia come gnomi e fate e ho fatto un corso di illustrazione grafica per imparare a colorare digitalmente e creare copertine di libri. >>
Questa volta è lui ad inarcare un sopracciglio, mettendo in vista un piccolo ghigno di soddisfazione.
<<E la psicologia dove la mattiamo in tutto questo?>>
Domanda a trabocchetto, non so come rispondere. Se è vero che la sincerità paga sempre nella vita, allora dirò le cose per come stanno veramente.
<<Diciamo che è una radice che viaggia in direzione opposta alle altre. Preme per salire in superficie, ma in un modo o nell'altro rimane conficcata nel terreno, costretta ad osservare come le altre facilmente hanno trovato la loro strada.>>
Maximilian rimane stupito della mia risposta, annuisce e io ringrazio mentalmente per non continuare ad infierire con domande nello specifico.
<<Beh alberello mio, ora hai la possibilità di germogliare.>> 
Lo ringrazio con un cenno della testa e troncando la conversazione, mi concentro nel finire quello che ho nel piatto.
                                                                                           

La sala meeting consiste in una lunga tavolata rettangolare in legno scuro con poltroncine bianche in ambo i lati.
Un televisore a schermo piatto fissato alla parete opposta a dove mi trovo e un mobile sempre in legno con sopra bicchieri in vetro e diverse bevande a disposizione.
Questa è più neutra rispetto alle altre, con un tocco decisamente professionale e adatto alla situazione.
Ci accomodiamo uno di fronte all'altra e dalla tasca interna della giacca, estrae una lettera con degli appunti scritti sopra.

<<Arriviamo al dunque. Ti spiegherò il tuo ruolo e come dovrà essere gestito il procedimento di studio. Una volta che avrò finito di parlare, passeremo alle domande.>>
Di lui si può dire che sia una persona autoritaria, un livello di autostima nella media e maniacale nel controllo. 
Sicuramente l'abitudine del lavoro, misto ad una buona genetica, lo hanno reso ossessionato dalla puntualità e dalla precisione. Su questo non siamo poi così diversi.

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