Credo di aver dormito per almeno un giorno intero.
Sono sveglia, ma non ho ancora voglia di aprire gli occhi.
Qualcosa di liscio e morbido scorre leggero lungo i lineamenti del mio viso, solleticandomi la pelle e, a questo punto, non posso fare a meno che ritornare al mondo reale.
La luminosità è accecante, tanto da faticare ad aprire gli occhi e di conseguenza, iniziano a formarsi lacrime di protezione.
Poi finalmente intravedo due occhi verde brillante che mi osservano, incorniciati da folte ciglia scure e labbra a forma di cuore che mi sorridono.
Gabriel.Non riesco a parlare, sono intontita o forse sto ancora sognando.
Mi guardo attorno con curiosità e mi ritrovo avvolta in un involucro di piume soffici e cangianti.
Mi accarezza il viso preoccupato, mentre mi avvolge nel suo scudo d'ali.
Un momento. Ali?
<<Tu sai dove trovarmi>> sussurra appena, scostandomi una ciocca di capelli dalla fronte e lasciandoci poi un lieve bacio.
Provo a rispondergli, ma è come se avessi la bocca cucita.
<<Vieni da me>>Chiudo gli occhi e quando li riapro, al posto delle sfumature verdi del mare, mi trovo due abissi di oceano profondo che mi fissano.
<<Ariel! Stai bene?>>
Mi alzo a sedere massaggiandomi la testa dolorante e guardandomi intorno per capire dove mi trovo.
Le mani affondano sulla sabbia, la brezza marina scivola tra i capelli e il sole all'orizzonte tramonta come una palla infuocata, sparendo dietro i confini del mare.
Dagon mi aiuta ad alzarmi e per un attimo, vedo tutto il mondo girare un po' troppo velocemente.<<Per quanto ho dormito?>> avanzo di qualche passo, rischiando di schiantare nuovamente la faccia a terra.
<<Dormito? Sei caduta e devi aver sbattuto la testa. Tempo qualche secondo di legare i cavalli e sono venuto a soccorrerti.>>
Com'è possibile? Ho fatto un sogno di due giorni, durato due minuti?
Gabriel. Devo trovarlo.
D'istinto recupero la mia piccola borsa, iniziando a frugarci dentro per cercare il telefono e non appena lo trovo, seleziono in rubrica il numero di Maximilian.
<<Chi chiami?>> vengo subito ripresa da Dagon, che nell'intento di sciogliere le briglie legate ad un albero, mi lancia un'occhiata contrariata.
<<Dico a Max a venirmi a prendere, voglio tornare in hotel.>>
Cambio così tante volte idea, che non riesco nemmeno a decidere se stare in quell'hotel, sia la scelta più saggia o meno.
Mi terrorizza e mi fa venire gli incubi, ma niente in confronto a quello che ho appena vissuto in pochi istanti.Dagon è un demone presente sulla Terra, sotto forma umana per cercare una partner complice della rivendicazione della anime.
Ormai mi sono convinta di quest'assurdità e voglio arrivare fino in fondo alla storia per capire se le cose stanno così o se, semplicemente, sono pazza da legare.
<<Non serve, ti accompagno io>> decide severo, preparando un'altra volta Isis al passeggio.
<<Preferisco così, davvero>> concludo bastian contraria.A questo punto, libera la presa dai cavalli e mi raggiunge con passo svelto, obbligandomi ad indietreggiare fino a sbattere la schiena contro una palma.
Mi sovrasta con la sua altezza e, il suo viso pericolosamente vicino, fa quasi scontrare le labbra semi aperte, permettendomi di percepire il suo respiro accelerato.
<<Max mi accompagna, Max mi viene a prendere, Max è il mio autista, non sto mai troppo tempo senza... è la mia guardia del corpo>> inizia una cantilena di rinfaccio, ma senza alzare la voce, inchiodando lo sguardo nei miei occhi.
Deglutisco leggermente spaventata e, da un lato, forse anche eccitata.
<<Devo presumere che tu lo stia facendo a posta, per farmi ingelosire.>>
Struscia lentamente la punta del naso contro la mia, abbassando lo sguardo alle mie labbra appena dischiuse per lo stupore.
Non è assolutamente così. Non è nel mio interesse farlo ingelosire, anche se potrebbe rivelarsi una tecnica per vedere fino a dove può spingersi. Devo rivedere gli occhi rossi.
<<Ti facevo con più autostima e invece consideri Maximilian, un potenziale rivale>> inarco un sopracciglio, mettendolo alla prova.
Preme con prepotenza il suo corpo statuario, posizionando una gamba in mezzo alle mie.
<<Mi stai sfidando?>> ringhia fuori dai denti, con l'eccitazione mista rabbia a ribollirgli nelle vene.
Con le mani provo a respingerlo dal petto, ma i suoi riflessi mi precedono e con uno scatto fulmineo, mi afferra i polsi, stringendomeli dietro la schiena.
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HOTEL INFERNO
ParanormalDi nuovo l'interferenza mi stordisce l'orecchio. "So dove sei" Oh no, di nuovo. > l'uomo con gli occhi azzurri e i capelli biondi lisciati all'indietro continua a stuzzicarmi, ma ho perso la concentrazione. "Sono qui con te" Mi guardo attorno scatto...