L'ira di Didone

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Poiché si sta attardando troppo presso Cartagine, Enea viene rimproverato dagli dei e costretto a ripartire per il Lazio. Non avendo il coraggio di dare la notizia a Didone, l'eroe decide di salpare in segreto; tuttavia la regina scopre il suo piano e parla con lui prima della partenza.

Di seguito sono riportati alcuni passi, tratti dal quarto libro, del discorso di Didone ad Enea.

"Sperasti pure poter dissimulare, perfido, sì gran
sacrilegio e zitto allontanarti dalla mia terra?
Né ti trattiene il nostro amore né la destra data un giorno
né una Didone desinata amore di morte crudele?
Anzi anche con stella invernale allestisci la flotta
e ti affretti ad andare al largo in mezzo agli Aquiloni,
crudele? Che? Se non cercassi campi stranieri e
case ignote e restasse l'antica Troia, Troia sarebbe
cercata con flotte per il mare ondoso?
Forse fuggi me? Io per queste lacrime e la tua destra te,
poiché io stessa non lasciai null'altro a me misera,
per i nostri vincoli, per le nozze incominciate,
se per te meritai bene qualcosa, o per te ci fu qualche
mia tenerezza, abbi pietà d'una casa che crolla e cancella,
ti prego, se ancora c'è un posto per le preghiere, questa idea.
[...]
Almeno se prima della fuga mi fosse nato da te
un figlio, se un piccolo Enea mi giocasse
nella reggia, che ti richiamasse col volto,
non mi sembrerei del tutto delusa e abbandonata."

"Né una dea ti fu genitrice né Dardano capostipite,
perfido, ma ti generò da duri macigni l'orrendo
Caucaso e tigri ircane offriron le mammelle.
Ma che dissimulo o a quali cose maggiori mi riservo?
[...]
In nessun luogo lealtà sicura. L'ho accolto buttato sul lido,
bisognoso ed io pazza lo misi a parte del regno.
Riportai la flotta perduta ed i compagni da morte.
Ahi, incendiata dalle furie son portata..: ora Apollo augure,
ora i responsi di Licia, ora anche l'interprete degli dei
mandato dallo stesso Giove porta per i cieli i comandi.
Senz'altro questa è la pena per i celesti, tale affanno affatica
i tranquilli. Né ti trattengo né ribatto le parole:
Va, insegui coi venti l'Italia, cerca regni attraverso le onde.
Spero davvero che in mezzo a scogli, se le pie preghiere
posson qualcosa, berrai i supplizi e spesso chiamerai per nome "Didone!".
Assente t'inseguirò con neri fuochi
e, quando la morte separerà le membra dall'anima,
io, ombra sarò in tutti i luoghi. Pagherai, malvagio, il fio".

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