L'addio di Enea ad Ascanio

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"Dopo che ebbe al fianco il maneggevole scudo e la corazza
addosso, abbraccia Ascanio cingendolo con le sue armi,
e sfiorandone attraverso l'elmo i lievi baci gli parla:
"Apprendi, oh ragazzo, il valore e il vero travaglio da me,
la fortuna da altri: ora la mia destra ti offrirà
difesa in guerra, e ti guiderà tra grandi prede.
Tu, quando la tua età sarà maturata,
ricorda, e quando rievocherai le imprese dei tuoi,
il padre e lo zio ti inciti, Ettore".
Come disse così, uscì grande dalle porte
squassando l'immane lancia". 

Eneide, libro XII, vv.432-442

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