Dante e Virgilio - pars 5

23 4 0
                                    

Caronte

"Un orribile traghettatore custodisce queste acque ed i fiumi,
Caronte di terribile squallore, a cui sta nel mento
molta canizie incolta, gli occhi di fiamma fissano,
dalle spalle pende uno sporco mantello con nodo.
Egli spinge la barca col palo e la governa con le vele
e col battello ferrigno trasporta i corpi.
Anche se vecchio, ma il dio ha una cruda e verde vecchiaia".

Eneide, libro VI, vv.298-304

"Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: «Guai a voi, anime prave!
[...]
Quinci fuor quete le lanose gote
al nocchier de la livida palude,
che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote.   
[...]
Caron dimonio, con occhi di bragia,
loro accennando, tutte le raccoglie;
batte col remo qualunque s'adagia".    

Divina Commedia, Inferno, canto III, vv.82-84, 97-99, 109-111

Cerbero

"Cerbero gigantesco rimbomba questi regni col latrato
di tre bocche, enorme sdraiandosi davanti nell'antro.
A lui la profetessa, vedendo che ormai i sepenti
si rizzavan sul collo, butta una focaccia sopofifera
di miele e frutta drogata:Egli aprendo le tre gole con fame
rabbiosa, lanciata, l'afferra e sciolse il dorso terribile
e buttato a terra, gigantesco si stende per tutto l'antro".

Eneide, libro VI, vv.417-423

"Cerbero, fiera crudele e diversa,
con tre gole caninamente latra
sovra la gente che quivi è sommersa.

Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
e 'l ventre largo, e unghiate le mani;
graffia li spirti, ed iscoia ed isquatra.

Urlar li fa la pioggia come cani;
de l'un de' lati fanno a l'altro schermo;
volgonsi spesso i miseri profani. 

Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo,
le bocche aperse e mostrocci le sanne;
non avea membro che tenesse fermo.

E 'l duca mio distese le sue spanne,
prese la terra, e con piene le pugna
la gittò dentro a le bramose canne".

Divina Commedia, Inferno, canto VI, vv.13-27

Minosse

"Ma questi luoghi non furon dati senza sorte, senza giudice.
Minosse inquisitore scuote l'urna: egli convoca
l'assemblea dei silenziosi, indaga vite e crimini".

Eneide, libro VI, vv.431-434

"Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:
essamina le colpe ne l'intrata;
giudica e manda secondo ch'avvinghia".

Divina Commedia, Inferno, canto V, vv.4-6

De AeneideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora