La supplica di Venere a Giove

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"Per nulla mi preoccupo dell'impero. Questo sperammo,
mentre ci fu fortuna. Vincano quelli che preferisci che vincano.
Se non c'è nessuna regione che la tua dura consorte dia
ai Teucri, padre, ti prego per i fumanti eccidi di Troia
distrutta: sia lecito mandare incolume
dalle armi Ascanio, sia lecito che sopravviva il nipote.
Enea certo sia gettato su onde ignote
e segua qualunque via abbia dato Fortuna:
che io sia capace di proteggerlo e sottrarlo allo scontro crudele.
Io ho Amatunte, ho l'eccelsa Pafo e Citera,
il palazzo di Idalia: inglorioso, deposte le armi,
qui trascorra la vita".

Eneide, libro x, vv.42-53

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