"Dopo questi giunse Camilla di stirpe volsca guidando
una schiera di cavalieri e squadre brillanti di bronzo, guerriera,
lei non avvezza alla conocchia ed ai cestelli di Minerva
con le mani femminee, ma a sopportare da ragazza i duri
scontri e con la corsa a piedi superare i venti.
Ella volerebbe anche sulle cime degli steli di una messe
intatta né avrebbe sfiorato con la corsa la tenere spighe,
pure sospesa nel mezzo del mare su flutto rigonfio
correrebbe la rotta né bagnerebbe con l'acqua le celeri piante.
La ammira tutta la gioventù riversata dalle case e dai campi
e la folla delle madri e la contempla mentre avanza,
con gli animi attoniti, a bocca aperta, come il regale onore
veli le spalle graziose, come la fibbia d'oro intrecci
la chioma, come lei porti la faretra licia
e, come pastorale, un mirto, con una punta fissatavi sopra".Eneide, libro VII, vv.803-817
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De Aeneide
RandomCitazioni, aneddoti e scleri sull'"Eneide" di Publio Virgilio Marone.