Nel sesto libro viene raccontata la catabasi di Enea, ovvero la sua discesa negli Inferi per parlare con il padre Anchise.
Virgilio si rifà principalmente al modello omerico, in particolar modo al libro XI dell'Odissea, in cui Odisseo si reca sulla soglia dell'Ade per poter parlare con Tiresia. A differenza di Odisseo, però, Enea entra fisicamente nell'Averno scortato dalla Sibilla Cumana, che gli spiega come è strutturato l'oltretomba e il modo in cui le anime vengono punite o ricompensate.
Questo episodio dell'Eneide verrà successivamente ripreso e rielaborato da numerosi autori, tra cui Lucano: nel sesto libro del Bellum Civile (o Pharsalia), infatti, Sesto Pompeo chiede alla maga Eritto di ricorrere alla negromanzia per conoscere il suo futuro. Se, però, Anchise predice ad Enea un futuro di onore e gloria, il cadavere invece preannuncia al ragazzo orrori e morte, rovesciando così il modello virgiliano.
Anche Dante Alighieri ha ampiamente attinto dall'Eneide per la pianificazione dell'aldilà nella Divina Commedia, tanto che alcuni gironi infernali ricalcano le varie regioni dell'Averno. Inoltre, anche nel poema dantesco troviamo, tra le tante, una profezia sullo stampo di quella virgiliana: nel canto XVII del Paradiso, infatti, Cacciaguida (trisavolo di Dante) preannuncia al protagonista una fama eterna e una gloria immensurabile.
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De Aeneide
RandomCitazioni, aneddoti e scleri sull'"Eneide" di Publio Virgilio Marone.