Giorno 3
Il giorno dopo il sole splendeva senza scottare.
Sembrava una delle prime giornate di primavera, ma dalla mia prospettiva di bicchiere mezzo vuoto era solo l'estate che moriva. Tuttavia, indossai una felpa rossa e dei jeans leggermente strappati. Positività! Avrebbe detto Debby. Mentre stavo per uscire il mio cellulare vibrò. Parli del diavolo...
"Sorgi e splendi raggio di sole!!! Centro commerciale oggi pomeriggio? Non ho niente da mettere per la festa di sabato!"
Tralasciando il fatto che non ricordavo neanche di che festa stesse parlando e tralasciando pure che ero lontana anni luce dal risplendere come un raggio di sole, l'ombra di un sorriso mi affiorò sulle labbra. Adoravo il buon umore di Debby. Nei miei brevi periodi "sì" riuscivo addirittura ad esserne contagiata.
"Sorry, lezione di guida con papà oggi pomeriggio."
Mi infilai il telefono in tasca e mi misi lo zaino in spalla. Ero terribilmente in ritardo per il passaggio dell'autobus. Entrai come un tornado in cucina, riempiendomi la tazzina del caffè senza neanche posare lo zaino. Mamma si schiarì la voce. Papà balzò in piedi come un soldatino.
- Passaggio a scuola, Sam? –
- Oh, no, non preoccuparti, riesco ancora a prendere l'autobus. –
- No, non se ne parla, oggi ti accompagno io tanto ho lezione in seconda ora. Fai contento il tuo vecchio padre, voglio solo passare qualche minuto con mia figlia. – mi diede una pacca sul braccio, sorridendo nervoso.
Passai il mio sguardo velocemente da lui a mamma, che girata di spalle fingeva di rassettare la tavola. Oh, Cristo. Quel pover'uomo agiva sotto ricatto, evidentemente.
- Va bene papà, andiamo. – ingollai in fretta il caffè bollente, ustionandomi quasi la lingua e seguii papà nella sua utilitaria verde bottiglia, sgangherata ma ancora funzionante.
- Allora... - papà abbassò tutti i finestrini e partì alla volta del mio liceo. Diceva che era importante far cambiare aria, e potevo anche essere d'accordo, ma senza giacca nel freddo del mattino cominciai a congelarmi le mani. – Come va Sam? –
- So che ti ha chiesto la mamma di parlarmi. – lo interruppi. –Va tutto bene. Le dirò che abbiamo avuto una chiacchierata padre-figlia super istruttiva. –
Lui annuì imbarazzato, in silenzio. Poi sospirò.
- Sai, potremmo davvero parlare se tu lo volessi. Non perché l'ha detto mamma. –
Lo guardai, aveva una macchia di zucchero a velo dei biscotti della colazione sulla giacca fresca di bucato. In quel momento mio padre mi fece un po' pena. Doveva essere difficile, pensai. Gestire le dinamiche di una famiglia e allo stesso tempo sfamarla. E io e mamma non lo stavamo aiutando. Eppure, non lo avevo mai sentito lamentarsi, neanche una volta.
- Senti papà... - mentre parlavo presi un fazzoletto e gli tirai via la macchia di zucchero a velo. – Ho solo bisogno di un po' di spazio, capisci? Ho molti pensieri e mi serve del tempo per metabolizzare. Lo sai com'è a quest'età... - buttai lì. Ok, sapevo che non era corretto utilizzare le sue frasi contro di lui. Ma non volevo quella conversazione e me ne sarei tirata fuori a tutti i costi.
- Bene, bene... - borbottò soddisfatto. – Sappi solo che se mai dovessi averne bisogno, io e mamma ci siamo sempre. –
Restammo in silenzio nel piccolo tragitto che mancava fino a scuola. Sapevo che ora era tranquillo, in pace con se stesso per aver fatto il suo dovere, e comunque gli avevo dato del buon materiale da riportare a mamma. Non era stata una totale tragedia e tutto sommato poteva ritenersi soddisfatto. Accostò davanti alla scalinata di ingresso e io gli stampai un bacio sulla guancia.
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30 giorni
Romance*ROMANZO VINCITORE WATTYS 2022 NELLA CATEGORIA YOUNG ADULT* Bastano 30 giorni per innamorarsi? Quando Samantha incontra Cristina le sue certezze si sgretolano e scopre cose di sé che non aveva mai osato pensare. Cristina ha dieci anni di più ed è to...