6 ottobre 2011, Giovedì

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Giorno 19


Quel giovedì mattina, mentre raccontavo eccitata a Debby del giorno prima e mi dichiaravo con entusiasmo ufficialmente fidanzata, trovai la seconda polaroid infilata nel mio armadietto.

Capii subito cosa fosse, per istinto, così quando vidi scivolare quel foglio a terra lo coprii distrattamente con una scarpa, continuando a parlare con Debby.

In quel momento passò Daniel De Santis. Mi fece un occhiolino subdolo, prima di sputare il suo veleno. - Tutto ok, Ferri? Ti vedo un po' pallida. -

- È che ho appena visto un fantasma. -

- Ti preferisco quando stai zitta. - disse solo, affrettando il passo perché lo sguardo di Debby iniziava a promettere torture dolorose.

Quando intorno a me non ci fu quasi più nessuno, la raccolsi e la portai in bagno, dove la esaminammo.

Eravamo io e Cris in pineta il giorno prima. Il sole era quasi del tutto calato e io la baciavo piano sulle labbra, i libri ai nostri piedi, le foglie sotto di noi.

Un brivido di terrore mi percorse immediatamente la schiena, e per la prima volta realizzai veramente quanto fosse pericolosa quella situazione.

Chiunque avesse scattato quella foto ci aveva seguite e pedinate nella pineta. Ci aveva osservate trascorrere il tempo insieme, leggere, baciarci.

Quello che più mi spaventava era quanto fossimo fragili. Avrebbe potuto farci del male. Avrebbe potuto farci qualsiasi cosa.

Ma quel maniaco perverso per ora sembrava interessato solo a minacciare. E ci riusciva benissimo.

- Devi denunciarlo. - disse subito Debby, senza esitare. - Questa è una cosa davvero seria. -

- Me ne rendo conto. -

- Forse non abbastanza. È assurdo che Cris non sia già dalla polizia! -

- Non è colpa sua... - abbassai lo sguardo. - Lei non ne sa niente. -

Debby rimase a bocca aperta, senza parole, ma io potevo sentire benissimo i suoi pensieri che mi giudicavano ancor prima che riuscisse a proferire parola.

- Tu devi essere impazzita, Samantha. Solo che non riesco a ricordare se fossi così anche prima o se questo tuo essere fuori come un balcone sia una cosa recente. -

- Stavo per dirglielo, ma... -

- Non c'è nessun "ma"! Se ci tieni a lei come dici quello che fai non ha nessun senso. -

- Sto solo cercando di proteggerla. -

- Oh, questo non è vero, e tu lo sai. Non può proteggersi se non sa che la stanno attaccando. Tu stai proteggendo solo te stessa e nei rapporti di coppia non c'è spazio per queste forme di egoismo. -

Rimasi in silenzio, a braccia incrociate, ferita. Sapevo benissimo dentro di me che Debby aveva ragione e che non c'erano scuse.

- Le parlerò oggi pomeriggio. - dissi solo.

- E parlerai anche con Manu. -

La guardai negli occhi, cercando di interpretare il suo stato d'animo. Me lo stava chiedendo come favore, e glielo dovevo. Non potevo costringerla a prendere parti e quel dividersi tra di noi la stava solo dilaniando.

- E parlerò con Manu. - promisi.

Sospirò, sistemandosi meglio lo zaino rosa in spalla e inforcando a passi ampi l'uscita del bagno. - Cosa faresti se non ci fossi io... - la sentii borbottare.

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