3 ottobre 2011, Lunedì

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Giorno 16


Un suonare martellante mi strappò dal primo sonno veramente tranquillo da molto tempo a quella parte.

Era stato un sonno senza sogni, un dolce torpore, un dormiveglia fatto di abbracci, baci, e pelle caldissima, guidato dal respiro regolare di Cris e dall' alzarsi e abbassarsi del suo petto sotto la mia testa. Era silenziosa, anche mentre dormiva.

La sentii svegliarsi e muoversi verso il suo cellulare, poi spense rapidamente la sveglia.

- Ehi... - mi scostò i capelli dalla fronte, mi baciò piano sulle labbra. -Buongiorno. -

- Che ore sono? - biascicai. La sua bocca aveva un sapore buonissimo anche di prima mattina.

- Le cinque e mezza. Se siamo brave posso sgattaiolare via prima che si sveglino i tuoi. -

Annuii, ancora mezza addormentata. Ovviamente aveva pensato a tutto.

Cris si tolse i miei vestiti di dosso e si mise i suoi. Io la guardai nella penombra della camera, scivolando tra il sonno e la veglia ancora, come se il suo corpo morbido e setoso fosse un sogno, puro argento nel buio intorno a noi. Era perfetta. Avrei voluto sdraiarmi su quella pancia disegnata da un artista e rimanere lì per sempre. La sentii andare nel mio bagno, sciacquarsi la faccia. Mi alzai come un automa, attendendola in piedi al centro della stanza.

Sorrise, gli occhi verdi splendenti.

- Sei sveglia, Samantha? - chiese sarcastica.

- Non so dirlo con certezza. - la abbracciai, strofinando il naso sulla sua spalla. - Ci metto un po' a svegliarmi. -

- Lo vedo...- mi sistemò i capelli dietro le orecchie. Dovevo avere un aspetto orribile.

- Sei bellissima. - sussurrò, come se mi avesse letto nel pensiero. Il mio cuore si sciolse sotto al petto. - Hai dormito bene? – continuò.

- Benissimo. E tu? -

- Per la prima volta dopo tanto tempo ho dormito per più di tre ore di fila. E completamente vestita, con una donna. -

- Suona come un successo. Ma solo la parte in cui dormi. -

Sorrise, strofinando il naso contro il mio. Poi diede un'occhiata all'orologio.

- Meglio che vada. Passo a casa a fare una doccia, poi al lavoro. Vuoi che torni per darti un passaggio a scuola? -

- Tranquilla. Mi porta mamma oggi. -

- Ottimo. -

Scendemmo le scale con la stessa accortezza con cui le avevamo salite il giorno prima. I miei dormivano profondamente. La accompagnai alla porta ancora in pigiama.

Sulla soglia Cris mi prese tra le braccia e mi baciò dolcemente.

-Grazie. - disse, e i suoi occhi tremarono impercettibilmente, perché era un grazie dalle motivazioni molto più profonde di quello che potevo immaginare.

La guardai andare via sul SUV e subito una voragine mi si aprì nel petto, una mancanza fisica, morbosa, emotiva. Salii le scale e mi ributtai sul letto. Scivolai nel sonno respirando l'odore del suo profumo sul cuscino, con una sensazione di appagamento che non mi era possibile spiegare.

Mi risvegliai verso le sette, grazie alle mie sveglie impostate sul cellulare tutti i giorni dal lunedì al venerdì.

Sentivo già mamma muoversi in cucina al piano di sotto, il rumore borbottante della moca, l'odore del caffè.

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