Vivevo nel tuo nome

736 52 7
                                    

Toni's pov
Quante cose si dicono, sussurrate o urlate tra le nostre labbra, che precipitano nel mondo fino ad arrivare alla mente dell'altro. Quante parole buttate fuori senza nessun motivo e quante pensate talmente a lungo fino ad impazzire. Quante parole che pugnalano e quante che accarezzano dolcemente. Si muovono o troppo lente oppure troppo veloci tanto che non riusciamo ad afferrarle. Quante cose si dicono e tu soprattutto quante me ne hai dette. Parole con le quali ti ho amata, ed altre con le quali ti ho odiata. Odiata talmente tanto da voler prendere a pugni qualsiasi cosa. E ora scoppieresti a ridere se ti dicessi che per la prima volta ho capito quella tua frase non c'è amore senza odio, e ti giuro che, non avrei mai voluto capirlo. Sono andata avanti così per tanto tempo, odiandoti di giorno ed amandoti di notte, quando non riuscivo più a nasconderlo. Poi ho deciso che valeva la pena amarti solo una volta l'anno e alla fine i sentimenti sono stati spenti con un click. Niente odio, niente amore. Erano tanti colori prima. Una tavolozza piena di rosso, giallo, verde, rosa, e pensa un po', tu eri tutti questi colori. Mi coloravi nel migliore dei modi. E hai cercato di colorare quel mio famoso libro della vita, eppure ad una certa hai buttato il pennello, che è precipitato con un tonfo sordo, schizzando le ultime tracce di colore che il mio libro avrebbe visto provenire dalla tua mano pallida e delicata.
Il pennello è stato inghiottito dalla terra, trasportato negli angoli più remoti di essa. I colori si sono fusi tra loro, in una guerra che sapevano già, avrebbero perso. Ed eccoti qua. Diventata di un grigio indefinito, un grigio al quale nessuno farebbe caso. Un grigio che viene rinnegato perfino dall'amore che cerca di vedere almeno una traccia di colore in ogni cosa. Ed è stato allora che ho capito che l'amore e l'odio sono fortissimi certo, ma l'indifferenza, l'insensibilità, l'amor proprio, lo sono di più. E seppure il mio cuore amasse tantissimo i colori, ha deciso, per la prima volta di amare sé stesso di più.
Riesco a riprendere in mano la vecchia me che cerca di uscire allo scoperto, urlando che c'è ancora, e sbatterla nei meandri più remoti della mia mente. Lei non esiste più.
Toni: -bene- con un movimento rapido afferro per il collo Ronnie e faccio ricongiungere le nostre labbra, strappandole un gemito, a quanto pare neanche a lei importa più di tanto di quella presenza che sembra occupare tutto lo spazio circostante. Mentre le cingo più forte i fianchi, sento ancora il suo sguardo addosso. Mi volto verso di lei sbuffando, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Come se questa poca distanza che ci separa non avesse di mezzo lacrime, baci e sospiri. Come se non mi avesse distrutta.
Toni: -ti dispiace? Siamo occupate- la guardo accigliata, mentre mi guarda dall'alto verso il basso. Mi guarda e ridacchia. Sul serio? Guardo la sua espressione, il suo sorrisetto che le incornicia le labbra e vorrei tirarle uno schiaffo in pieno volto. Apre il rubinetto e si lava le mani con estrema calma, guardandosi allo specchio.
Cheryl: -per essere un'atleta professionista hai delle abitudini davvero singolari- si sistema il trucco. Lo sguardo mi cade sul suo vestito. Uno scollo talmente profondo da dare il via alle fantasie più profonde. Quelle fantasie che non riesci neanche ad immaginarti. Quel corpo spettacolare, che lascerebbe di stucco tutti. E che nonostante questo non si è mai concesso a nessuno.
Toni: -dici così perché non sei al suo posto?- le mie mani non abbandonano i fianchi della ragazza seduta sul bordo del lavandino, mentre le sue dita giocherellano con i miei capelli. Non mi interessa se sente la conversazione. Mi interessano ben poche cose ormai e il parere delle persone non è tra quelle. Mi guarda attraverso lo specchio.
Cheryl: -le ragazzine non rientrano nei miei gusti-
Toni -eppure non l'hai sempre pensata così, Cheryl- sputo il suo nome come se anni fa non lo gemessi mentre era dentro di me. Quel ricordo mi manda un brivido lungo tutta la spina dorsale.
Cheryl: -comunque grazie per l'invito ma credo che passerò. E comunque- dice rivolta e Veronica.
: -impazzisce per i baci sul collo, perciò datti da fare, non sia mai che la tua campionessa mondiale rimanga delusa- le fa l'occhiolino dirigendosi verso la porta.
Cheryl: -in bocca al lupo per la prossima partita- non si volta neanche. Detto questo esce dalla porta lasciandoci sole. L'eccitazione mi è passata. Mi allontano di qualche centimetro da Veronica che scende dal ripiano e si china per baciarmi il collo.
Veronica: -quindi voi?-
Toni: -no- dico freddamente.
Veronica: -ottimo, allora finisci quello che hai iniziato- mi protendo verso il suo orecchio.
Toni: -inizio e finisco quando voglio, ma se proprio vuoi prova da sola- le prendo la mano guidandola sotto al vestito.
Toni: -ci si vede- esco anche io dal bagno e trovo subito Eric.
Eric: -hey, sembri sconvolta, com'è andata con quella?- lo guardo negli occhi, i brividi addosso, il respiro irregolare.
Eric: -non mi dire che- annuisco velocemente.
Toni: -è entrata nel bagno-
Eric: -ci hai parlato?-
Toni: -non sembrava sorpresa quanto me di vedermi. Non ha avuto chissà quale reazione, come se fossi una sua normale conoscente-
Eric: -non voglio sapere di lei, tu stai bene?-
Toni: -credo, suppongo di sì. Mentirei se ti dicessi che mi aspettavo di non vederla più in vita mia, eppure eccola qui, quanto è piccolo il fottuto mondo vero? Più che altro non so cosa ci faccia qui, a Los Angeles-
Eric: -ci penseremo dopo, andiamo-
Toni: -dove?-
Eric: -a casa mia. Non voglio che tu stia da sola a casa dopo averla incontrata. Ho il tuo gelato preferito nel freezer, ce lo possiamo mangiare anche tutto-
Toni: -così il coach domani ci ammazza?-
Eric: -esattamente- riesco a ridere, mentre mi avvolge le spalle con un braccio guidandomi verso l'uscita. Usciamo all'aria aperta e quasi vorrei gridare alla luna e alla pioggia che odio il mondo. Odio tutto di esso. La pioggia mi bagna le guance facendo confondere le mie lacrime con l'acqua piovana. Le docce, la pioggia, sono per me gli unici momenti in cui posso dare sfogo alle lacrime e loro non faranno altro che mascherarle, non facendomi sembrare poi così debole. La pioggia. In qualche modo mi ci sono ritrovata, in quel fenomeno che ho sempre odiato. La pioggia è la verità delle nuvole alla fine. Così come le lacrime sono la nostra. La voce del nostro cuore.
Mi guardo intorno e i miei occhi si focalizzano su dei capelli rossi, oppure è solo la mia fantasia.
La fantasia mischiata al desiderio di vederla, anche lontana chilometri e pensieri. Lei è così. Indimenticabile. Come una stella cadente che ti rimane per sempre impressa nella mente. Come un paio di occhi che cerchi in qualcun altro e non trovi, perché sono unici nel loro genere. Magari non piangerò per sempre la sua assenza, però rimarrà ancorata alla mia mente per sempre. Racconterò di lei alle persone che verranno e quei racconti mi susciteranno sempre un sorriso malinconico, che siano passati mesi, anni o decenni. La mancanza rimane sempre la stessa. Se qualcuno non ti è mai mai mancato, non inizierà a mancarti improvvisamente, così come qualcuno che ti manca talmente tanto da devastarti, non dirà alla tua mente di non pensarlo più. Guardo il cielo inondato di nuvole. L'amore provoca desiderio e tante lotte interiori. Ti annebbia la vista quanto basta per lasciarti andare. Con l'amore si inizia a vivere dentro a qualcuno. E se l'amore dovesse chiedermelo, gli dirò di aver vissuto nel suo nome.

How she destroyed meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora