Vincitrice delle perdite

533 40 12
                                    

Toni's pov
Esco finalmente dalla doccia con ancora l'adrenalina della partita addosso che mi dà una piacevole vibrazione in tutto il corpo. Mentirei se dicessi che la vittoria non mi appaga al massimo. È come una droga, inspiri e dentro di te senti che ce l'hai fatta, nonostante tutto.
Espiro e vedendo la macchina rossa che parcheggia dietro la mia nera tutte le vibrazioni ammutoliscono, come polvere soffiata da un mobile. Probabilmente è uscita mentre stavo in doccia. Esce con la schiena dritta, come se la fatica di tre ore di partita non la sfiorasse minimamente. Si avvicina alla casa aspettando che io apra il cancello. Dovrò fare una copia delle chiavi, non può aspettare sempre me per entrare in casa. È in silenzio, non una battuta sarcastica, non uno sbuffo perché ci sto mettendo troppo a tirare fuori le chiavi. È apatica, una maschera di ghiaccio, come sempre. Come sempre. Parlo come se tutto questo tempo le fossi stata accanto eppure no, non so se è davvero come sempre. Non può essere rimasta la stessa, in tre anni deve pur essere cambiata in qualche modo, tutti cambiamo anche se controvoglia, eppure sentendola mi sembra la solita Cheryl orgogliosa che non abbassa la testa davanti a niente e nessuno. Davvero non è cambiata? Mi mordo la lingua. Non mi deve interessare, ha scelto la sua strada ed io la mia. Sono due strade separate? Meglio così. Riesco finalmente ad aprire il dannato portone e con passo svelto spalanco anche la porta di casa, iniziando a salire le scale senza degnarla di un solo sguardo. Dopo l'episodio al parcheggio non ci siamo più rivolte parola. Entro in camera mia, chiudendo la porta con un sospiro. Svuoto il borsone mettendo le scarpe sul balcone. Abbiamo vinto il torneo internazionale. Sono la migliore palleggiatrice della nazione e del mondo e se la me di tre anni fa sapesse tutto questo non ci crederebbe mai e invece eccomi qua, con il successo che mi cola addosso come miele, ricoprendomi di talmente tanta felicità che a stento riesco a contenere. Eppure...Eppure ho fallito in amore. Sospiro appoggiando la fronte al muro.
"Non è colpa tua" quasi sorrido. In questi ultimi tempi la vocina ha iniziato a dire anche cose a mio favore. Ho imparato ad amarmi e ad avere autostima, in me e in quello che faccio. Ho fallito nell'amore? Va bene così, non è una cosa necessaria per sopravvivere. Esco dalla doccia ed inizio ad asciugarmi meticolosamente. La fame inizia a farsi sentire e non vedo l'ora di mangiare qualcosa. Lascio i capelli umidi togliendo l'asciugamano e vedo che qualcun altro ha fatto la stessa cosa, e neanche a farlo apposta ci ritroviamo nella stessa stanza, con i capelli bagnati, una vittoriosa e l'altra perdente, eppure non si sa chi ha perso di più nella vita. La guardo di sfuggita aprendo il frigorifero e prendendo una bottiglietta d'acqua che bevo tutta d'un sorso. Di solito durante le partite bevo molto poco perché a causa della tensione rischierei di vomitare.
Toni: -hai fame?- chiedo cercando di essere gentile.
Cheryl: -sì, ma dubito tu voglia cucinare, quindi possiamo ordinare qualcosa- dopo una breve pausa aggiunge.
Cheryl: -se per te va bene-
Toni: -ora chiamo, cinese va bene?- annuisce sedendosi sul divano del salotto e guardando qualcosa al telefono. La imito sedendomi però su una sedia; ancora non riesco a reggere la vicinanza con lei. Continua a farmi uno strano effetto e non so dire se mi dia ribrezzo oppure rabbia. Di sicuro sono due opzioni molto plausibili.
Toni: -è stata una bella partita- dico senza sapere se mi sto rivolgendo a lei oppure più a me stessa.
Cheryl: -non perdi l'occasione di rinfacciarlo vero?- la guardo incredula.
Toni: -è solo un'osservazione-
Cheryl: -dì la verità, quanto hai goduto con quel pallonetto finale?- sta davvero iniziando una conversazione del genere dopo averle solamente detto che è stata una bella partita? È assurda, ma io non gliela darò vinta facendo finta di niente.
Toni: -non immagini quanto- dico guardandola dritta negli occhi con quel ghigno nuovo di zecca. Come sempre sostiene il mio sguardo.
Toni: -ho visto la realizzazione di aver perso lampeggiarti negli occhi, forse più soddisfacente della vittoria stessa, quindi si Cheryl, ho goduto immensamente-
Cheryl: -non più di quanto godevi con me- dice facendo una smorfia che mi fa venire voglia di darle uno schiaffo in piena faccia.
Toni: -ancora ti ricordi di quelle notti? Andiamo-
Cheryl: -come se tu non te le ricordassi-
Toni: -ho sperimentato di meglio, molto meglio- scoppia a ridere.
Cheryl: -mi piace vedere che hai una fervida immaginazione-
Toni: -eppure è tutto vero, mi spiace per te- sorgo nei suoi occhi un'emozione simile al dubbio, forse sta finalmente capendo che tutto ciò che ho detto è la verità.
Cheryl: -la piccola Toni è cresciuta, ma non mi dire-
Toni: -non così piccola a quanto pare-
Cheryl: -ti sei divertita tutti questi anni vedo-
Toni: -senza di te? Decisamente- vuole sparare stronzate? Ebbene sia.
Cheryl: -immaginavo, menomale che ho fatto quello che ho fatto- la guardo e vedo che se per me questa è una conversazione priva di senso, per lei a quanto pare è tutto il contrario; vuole davvero vincerla. Sento una sensazione nel petto molto familiare, quella che due anni fa era presente in continuazione. Dolore.
Toni: -ossia trattarmi di merda come se fossi una puttana?- ho sempre rifiutato di dirlo ad alta voce, eppure è così. Mi ha illusa, usata e buttata fuori. Ci mancava solo che mi desse dei soldi per la completa felicità.
Cheryl: -stronzate- mi alzo mettendomi a pochi passi dal divano mentre lei mi guarda dal basso.
Toni: -ascoltami bene Cheryl, io posso giudicarmi, va bene? Io so quel cazzo che ho passato, io so il motivo delle mie scelte e so quello che ho dentro. Io so della mia forza e della mia debolezza. Solo io e nessun altro, e se ora pretendi di venire qua ed insegnarmi come vivere ti sbagli- la guardo dritta negli occhi.
Toni: -perché tu per prima non sai come farlo- detto questo si alza anche lei penetrandomi con lo sguardo, ma ormai è tutto inutile, ho eretto la mia barriera contro ogni sua parola o occhiata. Mi squadra per un ultimo istante e poi sale di sopra, probabilmente con la certezza di avere ragione come sempre. A quanto pare anche oggi si mangia da sole.

How she destroyed meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora