La sfida di cuori

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Toni's pov
Ho smesso di avere ansia per le partite da quando ho tredici anni, ma le finali che ho giocato da adolescente sono niente in confronto a questa. Se la bambina di tanto tempo fa vedesse dove sto per giocare, probabilmente guarderebbe in alto ed aprirebbe la bocca a causa dello stupore. La stessa bambina che piangeva guardando quella dannata coppa del secondo posto ottenuta in uno dei tanti tornei provinciali. Se potesse vedermi ora, sarebbe orgogliosa di me. E neanche io so a chi mi stia riferendo, se alla me del passato oppure... In ogni caso ho sempre messo come obiettivo numero uno rendere le persone orgogliose di me, guardarle e vederle osservarmi con occhi pieni di felicità a causa dei miei successi, e spesso il non riuscire ad arrivare a questa aspirazione mi mandava letteralmente fuori di testa. Il soggetto che più di tutti avrei voluto rendere orgoglioso era mio padre. Avrei pagato oro per vederlo almeno ad una delle mie partite mentre fa il tifo per me e mi abbraccia dopo aver finito. Avremmo giocato insieme in giardino, io gli avrei passato la palla e lui l'avrebbe schiacciata. Già, questo era il sogno della piccola Toni e vedere come questo sogno con il passare degli anni si sia evoluto in voglio essere la migliore, mi fa commuovere da sola. È bello sapere che sei davvero bravo in qualcosa. Ognuno di noi ha quel talento, spesso nascosto, che non deve far altro che scoprire. Sento i tifosi che iniziano già ad occupare il proprio posto sulle tribune. Stando alla ragazza che lavora alla cassa, tutti i biglietti sono andati sold-out e c'è una folla di più di mille cinquecento persone là fuori e chissà quante altre attaccate agli schermi delle tv che non vedono l'ora di vedere la finale maschile e femminile di questo torneo che ogni anno mette a dura prova tutti gli atleti. Non vedrò più queste partite da una banale tv in soggiorno. No, oggi sono qui, in questa palestra, pronta a dare il meglio di me. Siamo nello spogliatoio, sedute sulle panche ed aspettando il coach. Ci ha scritto un messaggio dicendo che aveva delle cose importanti da dirci. Cerco di far cessare il tremolio delle mie gambe e con piacere mi rendo conto che non è ansia ma adrenalina pura. Non riesco neanche a ricordarmi quante volte ho giocato questa partita nella mia testa. Troppe.
All'improvviso entra il nostro allenatore, sempre con la sua espressione seria, mentre tiene sottobraccio la cartella con gli schemi di gioco. Si siede su una sedia libera e congiunge le mani prima di parlare.
: -bene, so che vi ho convocato mezz'ora prima dell'inizio, però volevo dirvi delle cose- dice guardandoci una ad una. Se non lo conoscessi, probabilmente direi che è agitato. Lo guardo meglio. Lo è. 
: -non avrei mai pensato di fare un discorso del genere ad una delle mie squadre, però devo dire che voi ve lo siete meritate. Eccome cazzo- dice ricevendo una risata generale.
: -siamo qui, in una delle palestre più grandi di Los Angeles e tra poco giocheremo la finale. Vi seguo da ormai due anni e ho notato un enorme miglioramento generale, sia nelle capacità sportive che in quelle mentali; siete diventate più sicure di voi stesse, avete preso coscienza della vostra bravura e siete arrivate qua, tutte insieme, ognuna facendo il proprio lavoro ed aiutando chi, in alcuni momenti, sembrava di non farcela. Perciò volevo dirvi che sono fiero di voi. Ok? L'ho detto e potete rinfacciarmelo per sempre, contente?-
Toni: -decisamente- dico mentre le altre scoppiano a ridere.
: -bene, quindi vediamo di vincere oggi, chiaro? Conoscete la squadra, i loro punti deboli e tutto il resto, occhio anche a quel gioiellino che è estremamente pericoloso- non ho partecipato alla lezione in cui analizzavano la squadra, però mi sono fatta raccontare da Julia ogni caratteristica della squadra. Annuiamo tutte mentre ci battiamo il cinque, come da tradizione. Non le deluderò. Usciamo dallo spogliatoio ed andiamo a scaldarci. L'altra squadra non è ancora sul campo, perciò abbiamo entrambe le metà. Faccio un po' di skip, galoppo laterale, porto le braccia avanti e indietro e poi iniziamo con i passaggi e le schiacciate. Riesco a scaricare la poca tensione che si è raggruppata nella mia testa e mi sistemo la fascia sulla fronte. Quando le nostre avversarie entrano in campo io sono troppo impegnata a fare un'alzata dopo l'altra, finché il fischio dell'arbitro non mi obbliga a fermare ogni movimento. Ci raduniamo in riga e lancio un'occhiata all'altro campo dove anche Eric sta iniziando la partita. Gli rivolgo un sorriso e lui fa lo stesso anche se la sua espressione non concorda con le sue labbra. Sembra volermi dire qualcosa ma devo fare il sorteggio, perciò esco dalla riga e mi metto affianco al giudice.
: -testa- mi paralizzo sul posto. Mi paralizzo come se qualcuno avesse premuto un enorme pulsante con su scritto stop. Gli occhi mi si spalancano senza che io abbia il tempo di ricacciare la sorpresa che emanano. E solo allora mi rendo conto della mia di superficialità. Come ho potuto? Perché non controllare tutto il giorno prima? Perché non chiedere a Julia di più? Perché non parlare con Eric e cercare di capire il perché della sua voce preoccupata ieri pomeriggio? Perché pensare una cosa al posto di un'altra che era così evidente? Perché Toni, perché? La moneta prende a volteggiare in aria ed io non ho le forze di alzare lo sguardo, nonostante sappia benissimo cosa ci troverò. Cade sul pavimento con un suono limpido, facendomi sbattere le palpebre. Una volta, due, tre. Migliaia di tornado che vengono generati dal battito delle mie ciglia. Eppure chi domerà il mio tornado interiore? Testa. Alzo lo sguardo, ritrovandomi davanti la vincitrice del sorteggio e probabilmente del mio cuore. Cheryl. Davanti a me. Pronta a sfidarmi.
: -sorpresa, ragazzina-

How she destroyed meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora