Sotto i riflettori

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Toni's pov
Dopo aver visto il video, Andrew è in qualche modo riuscito a chiamare la polizia e tutti i paparazzi hanno sloggiato, dal primo all'ultimo. Non mi sono ancora ripresa dall'episodio e sento che per qualche notte, non riuscirò a chiudere occhio. Il cuore batte così forte che riesco quasi a sentirlo rimbombare nelle tempie, mentre l'immagine del video continua ad attanagliarmi la gola. Mi sento quasi soffocare. Ho per così tanto tempo cercato di dimenticare quell'episodio che mi ha portato alla rovina e adesso tutto il mondo ne è a conoscenza. Odio che un momento così intimo sia stato reso pubblico. Odio che la gente vedrà solo un bacio e non capirà mai le emozioni che c'erano dietro, una sensazione mia provata, la paura del rifiuto, i mille dubbi. Tutti ricordi sopiti, sentimenti sopraffatti. Con una mano tremante, mi passo le dita tra i capelli, cercando disperatamente di dare un senso a tutto ciò che sto vivendo. Come può mai essere successo? Ero convinta che non ci fosse nessun altro nello spogliatoio quel giorno, ma a quanto pare mi sbagliavo. Uno sbaglio che adesso mi ha fatto precipitare nel vortice di uno scandalo. Ho letto diversi libri riguardanti le relazioni "proibite", ma mai avrei creduto che la gente potesse davvero vederle come una cosa così disgustosa. Abbiamo solo due anni di differenza e cosa importa se tempo fa era la mia allenatrice e insegnante? Ho forse sbagliato? Ma come potevano essere sbagliati quei sentimenti così puri che provavo? Ben presto la vergogna si trasforma in una rabbia così intensa da farmi sentire come se fossi in fiamme. Chi mai avrebbe potuto prendere il mio passato è portarlo sui social senza alcuna pietà? Ormai si è fatta sera ed esco dalla mia stanza. Quando sono rientrata in casa mi sono subito in qualche modo nascosta nel mio spazio personale. Volevo ripararmi dai commenti che di lì a poco sarebbero spopolati sul web e che io non avrei potuto evitare. Finché la notizia non aveva ancora fatto il giro completo del mondo potevo godermi la tranquillità ma adesso, accendendo il telefono per anche solo due minuti, mi ritrovo una miriade di notifiche che non riesco a non leggere. Alcuni prendono le mie difese attaccando Cheryl, altri difendono la rossa e preferiscono scontrarsi contro di me. Sembra quasi che ognuno abbia deciso che parte prendere e non vedo nessun commento che sembra essere indifferente. È la mia vita eppure adesso mi sembra di condividerla con il mondo intero. Devo pensare a qualcosa, non può continuare così. Da quel video dipendono i miei successi, i miei sponsor, il rispetto che la mia squadre nutre per me e la mia reputazione. Non butterò tutto all'aria dopo anni trascorsi a guadagnarmi duramente ogni cosa. Entro in cucina sentendo il peso dei miei pensieri carpire il poco coraggio che mi resta. La luce soffusa sembra trasformare ogni angolo in un palcoscenico oscuro, dove l'atmosfera si fa sempre più opprimente. Cheryl, con il suo sguardo indifferente e la sua aura di disinteresse, è seduta al tavolo, immersa nei suoi pensieri come se il mondo esterno non avesse alcuna importanza. La sua apatia mi colpisce come un macigno sul petto. Il mondo la vede letteralmente come un'insegnante che ha abusato della propria posizione contro una ragazzina e lei se ne sta seduta qua a bere un bicchiere d'acqua come se fosse un giorno qualunque. Forse sono io che sto impazzando per nulla.
Toni: -Cheryl- dico con una strana sicurezza che in un momento del genere mi sembra quasi innaturale. Lei alza lo sguardo verso di me, segno che mi sta ascoltando.
Toni: -dobbiamo fare qualcosa-
Cheryl: -riguardo cosa?- chiudo gli occhi cercando di mantenere la calma.
Toni: -il video Cheryl, il cazzo di video che in questo esatto istante, mentre tu stai facendo i tuoi giochetti idioti, sta facendo il giro del mondo, te lo devo forse ricordare?-
La sua risposta è un sospiro di disinteresse.
Cheryl: -ah, il video. Che cosa pensi che possiamo fare, Toni? Andare in giro a piangere sul nostro destino infelice? - dice con un tono di scherno. La sua risposta mi colpisce eccome. Ha perlomeno visto cosa sta dicendo la gente di lei? Il suo orgoglio non ne risente? Non ha paura?
Toni: -non possiamo semplicemente lasciare tutto così com'è-
Cheryl alza le spalle con indifferenza, come se la mia angoscia fosse un fastidioso rumore di fondo che disturba la sua tranquillità.
Cheryl: -non è affar mio, Toni- dice con una voce dalla quale non traspare alcuna emozione. Le sue parole scatenano ancora di più la mia rabbia. Senza pensarci due volte, mi avvicino a lei con passo deciso, lo sguardo incendiato da una determinazione che non mi aspettavo.
Toni: -non puoi ignorare tutto questo, Cheryl. Ci sono dentro io e ci sei dentro anche tu, non hai visto cosa dice la gente su di te? Non hai paura di perdere i tuoi sponsor o essere giudicata dalle tue compagne di squadra-
Cheryl: -penso tu sappia già la risposta, non mi importa cosa pensa la gente di me. Se gli sponsor e le altre preferiscono dei pettegolezzi ad una giocatrice come me che riesce a far vincere interi campionati, peggio per loro-
Toni: -eppure io non voglio andare in giro ed essere vista come la ragazzina che ha manipolato la propria allenatrice. Perché devo essere sempre io a pagare a causa tua?- quest'ultima affermazione sembra riscuoterla dalla sua barriera immaginaria.
Cheryl: -causa mia? Stai dicendo che sono io la colpevole?- scoppia a ridere.
Toni: -non sto dicendo questo, ma a dirla tutta, non sei neanche completamente innocente. Sapevi cosa provassi per te all'epoca e cosa hai fatto? Ne hai approfittato. E poi cosa ti sei inventata per apparire migliore? Quella stronzata del "prima di amare, devi odiare", sul serio Cheryl, l'hai letta su un fumetto questa caz?- prima che possa finire la mia frase, Cheryl si alza di scatto dalla sedia, la sua figura imponente bloccando la mia via come una montagna invalicabile. Con un movimento fulmineo, mi afferra per il braccio, spingendomi con forza contro il muro.
Cheryl: -non osare alzare la voce con me, Toni- sibila tra i denti serrati, il suo sguardo freddo e implacabile mentre la sua presa si fa sempre più stretta.
Cheryl: -non hai idea di cosa stai facendo. Non puoi toccare i fili di questa tela intricata senza aspettarti conseguenze devastanti- mi libero dalla sua presa, raddrizzandomi e guardandola dritta negli occhi.
Toni: -so esattamente cosa sto facendo e cosa sto dicendo. Non sei mai stata la vittima della situazione, ero io a vederti così, come una donna dal passato orribile che avesse bisogno di aiuto, ma sei stata davvero brava a rigirare tutto. Alla fine quella che ne è uscita distrutta sono stata io e ora dimmi: ne è valsa la pena? Il tuo dolore è cessato dopo aver distrutto me? Ti sei divertita?- apro bocca per aggiungere altro, ma la sua mano si alza e cerca di sferrarmi uno schiaffo. La blocco stringendole forte il polso. Fa una smorfia di dolore, è il polso che ha subito l'operazione. Diminuisco di poco la presa e continuo a fissarla, un livello di rabbia mai visto prima.
Toni: -non hai il minimo diritto di farmi tacere. Non puoi piegarmi alla tua volontà con la forza anche perché sai che tutto quello che ho detto è vero, e non immagini quanto io mi odi per essermi fatta manipolare da una come te- pronuncio l'ultima parola con disprezzo. Le lascio il polso e riesco a riprendere posizione al centro della cucina.
Toni: -sai, non ti ho mai capito. Uno cerca di aiutarti e tu lo distruggi, come se vedere il tuo dolore su qualcun altro ti riempisse di gioia. Ti apri un po' e poi spacchi le dita dell'altra persona nello spiraglio aperto. Anche l'esempio più semplice, ti fai scopare e poi accoltelli. Ma la cosa più irritante è che ogni volta riesci a farmi ricredere, farmi pensare che cambierai, per me o per qualcuno, ma non cambierai mai perché il tuo fottuto egoismo ormai ti ha annebbiato il cervello- Cheryl rimane impassibile di fronte alla mia sfida, il suo sguardo tagliente come una lama che taglia attraverso la mia determinazione. Eppure un coltello non riuscirà a tagliare una montagna. Faccio un respiro profondo. Nel silenzio opprimente della cucina, percepisco i miei gesti con una pesantezza carica di significato, come se ogni movimento fosse intriso del peso dei nostri segreti passati e delle tensioni irrisolte che ci avvolgono come un'ombra oscura. Viviamo insieme, ma ci sono ancora tantissime cose di cui non abbiamo parlato. L'odio e la rabbia sono ancora parte centrale del nostro rapporto. Ma a me non interessa. Non voglio chiarirci, non voglio essere sua amica. È già tanto se riesco a sopportarla in campo. Finché mi sarà utile per vincere allora potrò tenerla nella mia vita. Non appena perderà il suo valore, ne uscirà immediatamente.
Cheryl: -pensi che non sappia cosa sta dicendo la gente su di me? Lo so eccome, ma ormai la loro opinione su di me è così radicata dentro la loro testa che niente cambierà la loro percezione di me, quindi perché perdere tempo? Stessa cosa le persone che vedono te come una manipolatrice. Credi davvero che se adesso inizierai a correre dietro a tutti dicendo di essere una brava persona oppure ti presenterai con un ragazzo fingendo che sia il tuo fidanzato la gente inizierà ad adorarti? La gente avrà sempre qualcosa da pensare e lo sai bene. Dici di essere cambiata, ma continua ad importarti del giudizio degli altri. L'unica cosa che possiamo fare è cercare di eliminare il video dal web, per il resto, non appena uscirà fuori un'altra notizia che farà più scalpore, se ne dimenticheranno immediatamente- odio ammetterlo ma ha ragione e mi rendo troppo tardi di essere caduta in una delle sue trappole. Lei deve essersene accorta dato che mi lancia una lunga occhiata soddisfatta. Quando realizzo che tutta questa conversazione è stata uno dei suoi soliti teatrini mi passo una mano fra i capelli. Che ingenua.
Cheryl: -non sei mai stata brava a resistere alle mie trappole," ammette con un sorriso compiaciuto.
Cheryl: -ma è quello che ti rende così affascinante- spalanco di poco gli occhi a quell'affermazione così diretta, presa dal nulla. Fa un passo verso di me, ma se crede che può domare la mia rabbia così facilmente si sbaglia. Quando arriva ad un centimetro dal mio viso, alzo lo sguardo e le sforno uno dei miei sorrisi più sfacciati.
Toni: -grazie dell'invito ma passo, non voglio altri video in giro- ridacchia scuotendo la testa, eppure so quanto è infastidita dal mio rifiuto.
Cheryl: -chissà, magari c'è anche quello dove stiamo in macchina- dice maliziosamente. Alzo gli occhi al cielo.
Toni: -probabilmente sarebbe piaciuto di più-
Cheryl: -a me decisamente, peccato che non si possa vedere una seconda volta- inclina la testa di lato.
Cheryl: -ma si può rivivere una seconda volta- la sua voce roca che pronuncia l'ultima parola mi genera un brivido lungo tutta la spina dorsale. So che non posso tornare indietro, non posso permettere a questa passione proibita di consumarmi di nuovo. Mentre mi accingo a rispondere, il telefono mi vibra nella tasca. Mi allontano da Cheryl guardando la notifica di Grace apparire sullo schermo. Apro la chat e il suo messaggio mi fa provare qualcosa che in questo momento necessito più dell'attrazione fisica che Cheryl mi sta dando. Sorrido istintivamente.
Grace: -hey, potrebbe sembrare ovvio, ma ho visto le notizie. Stai bene?- nessun'accusa, nessun disgusto, solo preoccupazione. Preoccupazione genuina e reale. Rileggo il messaggio più volte e sento quasi un appoggio, come se tutte le mie preoccupazioni mi fossero state tolte.
Toni: -posso venire da te?- non serve neanche l'occhiata irritata di Cheryl ha farmi cambiare idea quando le dico che vado da Grace, nulla in quel momento può fermare la mia corsa verso il sollievo. Non mi sbagliavo. Amo il mare, e Grace ha su di me il suo stesso effetto.

How she destroyed meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora