Era sola.
O forse lo è sempre stata, le sue paure, i suoi sogni.
Chiudeva gli occhi ed era altrove, dove nessuno poteva farle del male.
Dove nessuno avrebbe avuto lei nella testa, cercando di giudicarla in base alle sue azioni.
Fa paura non sentire il cuore, cercare con tutte le proprie forze di celarlo.
Non parlava con nessuno ma guardava sempre tutto.
Occhi complicati.
Occhi contenenti l'autunno, nei quali qualcuno un giorno avrebbe voluto perdercisi per sempre.
C.B.Cheryl's pov
Tu vali. Quindi è così che ci si sente quando qualcuno te lo dice. Quella sensazione accogliente nel petto che ti fa sentire come se tu valessi veramente. Ha lo sguardo sincero e lo ha detto senza che io glielo chiedessi. Io invece ho gli occhi lucidi e i capelli spettinati dal vento, eppure questo non l'ha fermata dal dirmi quelle cose che hanno innescato immediatamente una reazione nel mio cuore, che forse ha iniziato a battermi più forte. È interessante come il cuore sia l'unico organo che continua a funzionare nonostante sia distrutto in mille pezzi, eppure per quei pochi secondi, sembra che almeno la metà del mio cuore si sia unita di nuovo insieme. Perché provo tutto questo, perché le sue parole non si scontrano contro la mia apatia costante? Di solito non credo ai complimenti delle persone, credo sempre che la gente sia falsa oppure abbia secondi fini.
Cheryl: -ora tu, perché il mare?- dico guardando di sfuggita il telefono per vedere l'ora. Le due. Siamo qua già da un'ora, com'è possibile?
Toni: -in realtà non è niente di che, semplicemente quando sono appena arrivata qui il mare era l'unico posto in cui riuscivo a stare tranquilla senza avere costanti attacchi di panico. Anche la mia stanza si era trasformata in una gabbia dove i pensieri continuavano a torturarmi. Pingevo ovunque tranne che qui, perché non volevo perdermi neanche per un istante questa bellezza. Il mare è sempre stato un ottimo ascoltatore, almeno qualcuno- percepisco il sarcasmo nell'ultima frase ma non lo dice con cattiveria, è semplicemente la verità. Io di sicuro non l'ho mai ascoltata.
Toni: -piuttosto...Perché non hai mai raccontato alla polizia quello che è successo?- ed è di nuovo il mio turno a quanto pare. Scuoto la testa, mentre nella mia mente si accende un campanello d'allarme che da anni si accende solo quando arriva questa domanda. È l'allarme debolezza.
Cheryl: -credo di aver già parlato abbastanza. Vado a casa, ho delle cose da fare- dico sbrigativamente. Tutt'un tratto l'aria si è fatta pesante e mi viene difficile addirittura respirare.
Toni: -vuoi che ti accompagni?-
Cheryl: -penso di ricordarmi la strada- annuisce dandomi le chiavi per poi riportare lo sguardo al mare.
Cheryl: -tu resterai ancora per molto?-
Toni: -non so, però tu pranza, non ho fame in ogni caso- esco dalla spiaggia e mi incammino verso casa impostando il navigatore. Ovviamente non ho imparato la strada per tornare, e anzi, oggi non ho proprio prestato attenzione a dove stessimo andando, però adesso non voglio avere Toni accanto mentre camminiamo in silenzio. Voglio stare da sola. Stare da soli e sentirsi tali sono due cose davvero diverse. Posso essere in una stanza piena di gente e sentirmi comunque sola, parlare con qualcuno e allo stesso tempo non parlare con nessuno perché ad un tratto sono tutti così noiosi che non riesco a concentrarmi davvero su quello che dicono. Sono spesso stata definita timida oppure introversa, ma credo che alcune persone scambino la timidezza con l'indifferenza. Mentre passeggio tra le strade di Los Angeles con la gente in camicie sbottonate e pantaloncini, non posso fare a meno di cercare di ricordarmi chi fossi prima. Prima che tutta la mia vita venisse risucchiata da mia madre e dal suo compagno. Prima che il mondo decidesse al posto mio chi dovessi essere. Riesco a ricordarmelo, ricordare sul serio? Per quanto io mi sforzi, no. Sono una di quelle persone obbligate a crescere troppo in fretta a causa della vita alla quale sono stati sottoposti. Dovevo crescere per sopravvivere e l'ho fatto. Non che volessi ma dovevo. La mia vita si è sempre concentrata su cosa devo e non cosa voglio. Prima non me ne accorgevo più di tanto, ma adesso è la completa verità. Gli esseri umani funzionano così, accolgono frammenti delle loro esperienze e scelgono di trasformarle in dolore o trionfo. Con la pallavolo è stato il secondo, ma nella vita? Nell'amore? Di sicuro loro non hanno avuto una trasformazione positiva. La vita ci scrive, i sogni ci definiscono. Da piccola amavo sdraiarmi sul letto e pensare a come sarei diventata da grande. La cara me bambina, per la quale avevo tanto timore di mollare l'equitazione anche se aveva iniziato a portarmi via la felicità. Quella bambina che di sicuro adesso mi avrebbe guardata trafelata, mentre il suo sorriso si sarebbe spento insieme ai suoi sogni.
"Cosa vuoi tu, o bambina che vive da sempre dentro di me? Se tu fossi qui, cosa desidereresti per me? La mia felicità oppure il raggiungere gli obiettivi che tu, anni fa, ti sei prefissata? Non essere egoista con me. Lo diventerai negli anni, su questo non mentirò, ma con me, non esserlo"
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How she destroyed me
Roman pour AdolescentsSequel "this is the story of how she saved me". "Antoinette Topaz si aggiudica il primo posto come alzatrice nella classifica mondiale di pallavolo. La sua squadra approda ai mondiali e se dovesse vincere diventerà la miglior squadra mai esistita. L...