Capitolo 10

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Pov Christian

Flashback

Alex era uno dei miei migliori amici più cari ed ero sicuro che lui sarebbe riuscito ad aiutarmi.

Quindi gli scrissi, sperando che ci potessimo incontrare il più presto possibile per potergli raccontare tutto quello che stavo provando.

Ehi, Alex
23:00

Ho bisogno di parlarti di una cosa importante, di persona.
23:00

Ti va se domani ci incontriamo?
23:00

Lui era uscito quella sera, per questo mi rispose la mattina dopo, dicendomi che se volevo poteva raggiungermi anche in quel momento.

Io non esitai ad accettare, dovevo risolvere quella questione il più presto possibile.

Appena sentì il campanello suonare, scesi le scale per andare ad aprirli.

Lo salutai, e poi salimmo in camera.

Io mi sedetti sul letto a gambe incrociate, cercando di elaborare le parole e pensando a come raccontargli di qualcosa che non sapevo spiegare.

Stavo incominciando ad agitarmi, e non andava bene.

Per distrarmi, iniziai a giocare con gli anelli che portavo alle dita, lo facevo quando ero nervoso.

Lui intanto mi guardava, aspettando che cominciassi a parlare e gli dicessi il motivo per cui avevo chiesto di incontrarci.

Alla fine optò per sedersi accanto a me, lasciandomi il tempo per riflettere, mentre silenzioso osservava i miei movimenti.

Poi mi girai verso di lui e scoppiai a piangere.

Letteralmente.

Era da troppo che trattenevo le mie emozioni, che non le lasciavo andare e si erano accumulate tutte, per poi fuoriuscire in quel momento.

Portai le mie mani sul viso abbassando la testa, mi stavo mettendo nuovamente in ridicolo.

Alex però fece qualcosa che non era solito a fare, mi abbracciò.

Diceva che abbracciava solo quando voleva e, a quanto pare, anche ai suoi occhi dovevo essere così disperato, se si metteva ad abbracciarmi.

Ma non mi lamentai, perché in un certo senso mi sentivo rassicurato, come se stringendomi stesse cercando di farmi forza ed io avevo bisogno di essa.

Rialzai lo sguardo, non era il momento per piangere.

"Scusami se mi sono messo a piangere, ma non è un periodo bellissimo."

Lui mi rispose che andava bene, andava bene piangere e non dovevo sentirmi in imbarazzo perché lo avevo fatto.

"Allora, emh- io volevo parlare con te riguardo una certa situazione."

Lui annuì con la testa, segno che mi stesse ascoltando.

"Vedi, è da un po' che mi sento strano e che provo cose strane, cose che non dovrei provare."

"È partito tutto da quando ho conosciuto Mattia. Sai, all'inizio pensavo fosse normale considerare un ragazzo bello, non c'era niente di male in questo, e non ci sarebbe stato niente di male se i miei pensieri si fossero fermati lì. Lo sai, il rapporto che ho con lui è particolare, non è uguale a quello che ho con persone che conosco da anni, anzi è addirittura più stretto, solo che non si limita a quello."

"In classe sua c'era questa ragazza, Anastasia, a lui piaceva molto e me ne parlava, mi diceva quanto fosse bella, gentile, simpatica, di come apprezzava il suo essere timida, perché gli faceva tenerezza ed io odiavo sentirlo."

The boy next door||ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora