Capitolo 25

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Pov Mattia

Mi sentivo felice e sollevato.

Quando, disperato dal fatto che Christian non rispondesse ai miei messaggi, avevo contattato Alexia, e mi aveva suggerito di raggiungerlo qui a Grottaglie, ero titubante.

Già avevo i miei dubbi, poi il fatto che lui avesse deciso di scomparire improvvisamente, non aveva fatto altro che farmi pensare che si, quella che aveva detto era una frase dovuta dal fatto che lui fosse ubriaco.

Senza contare che mi aveva ferito il pensiero che lui preferisse andarsene senza neanche salutarmi, solo per quello che era successo quella sera.

In più, quella di ritrovarci a fare le valigie insieme era come se fosse una nostra tradizione, qualcosa che facevamo sempre quando l'altro doveva partire, anche perché ci scambiavano dei vestiti, con l'obiettivo di placare la mancanza.

Più che altro, ero io a dargli le mie cose la maggior parte delle volte, quasi quasi il suo armadio era composto più dai miei indumenti che dai suoi, anche se non potevo negare di avergli rubato un sacco di felpe.

Pertanto, per un attimo ero arrivato alla conclusione che la nostra amicizia potesse addirittura finire.

Insomma, come facevo ad avere un confronto con una persona che non voleva parlarmi?

Christian era così esagerato, che sarebbe stato capace di evitarmi per il resto della sua vita, e non esagero.

Lui era la classica definizione di "drama queen" faceva casini e storie per il nulla totale.

Non osavo immaginare come avesse preso il mio messaggio.

Ma la verità era che il mio obiettivo principale fosse parlare con lui, non avevo neanche fatto caso ai termini che avevo utilizzato.

Quando avevo sentito la sua frase, quando aveva ammesso di essere innamorato di me, ero rimasto completamente spiazzato.

Come si reagiva davanti al ragazzo che ami da anni, che da ubriaco, ti dice di essere innamorato di te?

Non è una situazione che capita ogni giorno, insomma.

Ed io ero in panico.

Da una parte volevo andare a casa sua, entrare e baciarlo, senza dargli il tempo di dire nulla.

Dall'altra credevo che fosse importante confrontarsi prima, quindi sarei andato da lui, avrei ripreso il discorso ed avrei visto come sarebbe andata a finire.

Ma, appunto, lui aveva deciso che scappare fosse la scelta migliore.

E proprio il fatto che fosse scappato mi faceva convincere che forse non diceva fesserie mentre era ubriaco.

Solo che era difficile farsi castelli in aria, quando l'unico contatto che avevo con lui consisteva in miei messaggi, segnati da una singola spunta grigia.

Nel frattempo però, dovevo lasciare Emilia.

Non sapevo quante ragazze avessi illuso, fidanzandomi con loro e poi lasciandole.

Per la prima volta in vita mia c'era l'occasione che Christian potesse ricambiarmi, ed io non volevo affrontare questa situazione così, non mentre ero impegnato con lei.

A lasciare ragazze ci avevo fatto un po' l'abitudine, ma non potevo dire che non mi dispiacesse farlo.

Era sempre brutto vedere qualcuno rattristarsi davanti ai tuoi occhi e non poter fare nulla per cambiare le cose.

Anzi mi sentivo in colpa, perché ogni volta che mi fidanzavo con qualcuno pensavo fosse la volta giusta.

Come se guardassi la ragazza e pensassi: "si, con lei può funzionare, ci può stare." poi però mi rendevo conto che non era così.

The boy next door||ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora