Capitolo 15

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Pov Christian

Flashback

Dopo essermi preparato e aver accontentato quel rompipalle del mio migliore amico, avevo preso le chiavi della macchina per andare.

Ma perché non potevo starmene sul letto a farmi i fatti miei?

Chiedevo mica tanto?

A chi sarebbe importata la mia assenza?

Nel frattempo avevo chiuso la porta di casa, ed eravamo entrati in macchina.

Mattia era proprio strano, non l'avevo mai visto così euforico, chissà, forse era merito di Ama-, di Emilia.

Non l'avevo ancora incontrata e già pensavo alla figura che mi sarei trovato davanti.

Non credevo che Mattia avesse uno stereotipo per le ragazze, erano sempre tutte diverse l'una dall'altra, sia fisicamente che caratterialmente.

Tranne che erano accomunate dalla grandissima capacità di guadagnarsi la mia antipatia nel giro di? Tre secondi?

Erano altezzose perché non capitava spesso di potersi fidanzare con uno come il mio migliore amico amico, ma soprattutto erano illuse, inconsapevoli che sarebbero durate pochissimo.

Onestamente, non sapevo neanche io come mai lui si stufasse in così poco tempo della stessa ragazza, da una parte era un sollievo, poiché qualche settimana insieme e poi non le avrei viste più, ma dall'altra era fastidioso.

Mi dava fastidio il fatto che non riuscisse a mantenersi una ragazza per almeno qualche mese, e non biasimavo le persone che andavano in giro a dire che fidanzarsi con lui non era un'ottima idea.

Io ero innamorato, per questo sorvolavo sulle sue abitudini e i suoi modi di fare.

Quando sei innamorato tendi a respingere i lati negativi, elogiando la persona, vedendola come se fosse perfetta.

Se io invece fossi stato capace di soffermarmi di più sui lati non positivi di andargli dietro, sarebbe stato più facile.

Ahimè non ci riuscivo.

Niente era capace di farmi cambiare il mio punto di vista.

Osservavo il ragazzo al mio fianco e pensavo proprio che chiunque si sarebbe accontentata di potersi definire come "la sua fidanzata", anche solo per una settimana, solo per provare quella soddisfazione.

Anch'io l'avrei fatto, avrei chiuso gli occhi su qualunque cosa sapessi su di lui, sul fatto che mi avrebbe scaricato dopo neanche sette giorni insieme, solo perché lo amavo.

Ed avrei accettato di soffrire, tanto già lo facevo.

Ma tanto io non sarei mai potuto essere il suo fidanzato, non mi avrebbe mai considerato in quel modo.

Io ero il migliore amico, quello a cui racconti le tue avventure, le stronzate, solo perché sai che non ti giudica.

Eh no, io non ero capace di criticarlo.

Avrebbe potuto spezzarmi il cuore in miliardi di pezzettini e sarei comunque tornato da lui.

Stargli alla larga era una cosa impossibile, e non importava quanto stavo male, io non sarei scappato da lui facilmente, avrei sopportato il dolore, perché ormai ero abituato.

La mia vita era questo, abitudine.

Abitudine di fingere, abitudine di mentire, abitudine, soltanto abitudine.

Amare Mattia però non era un'abitudine.

Delle abitudini ci si stufa ad un certo punto, si vuole cambiare, ma provare quel sentimento così forte per lui, non mi avrebbe mai stancato, forse era l'unica cosa che mi manteneva così vivo, come un fuoco che brucia costantemente nel petto.

The boy next door||ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora