Capitolo 23

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Pov Christian

Non capivo cosa Alexia si aspettasse da me.

Mi aveva cacciato dalla stanza perché secondo lei dovevo "andare a prendere" Mattia, ma non aveva senso.

Dovevo essere sincero, le sue parole mi avevano lasciato un po' confuso.

O meglio, era stato il fatto che le avesse dette con tanta convinzione, quasi da portarmi a crederle, a farmi riflettere su di esse.

Ma, ero pur sempre consapevole che Alexia fosse una fissata con le serie TV, e soprattutto, con le ship.

E diciamocelo, la maggior parte degli shipper erano sfortunati costantemente e si illudevano con poco, potevo darle retta sul serio?

Però non potevo fare a meno di pensare alle sue frasi.

"Quello era tutto preoccupato e mi scriveva perché tu non gli rispondevi."

"E grazie a me è venuto qua, a prenderti."

"È venuto a prenderti nel senso che si vuole mettere con te, non è abbastanza ovvio?"

"Lui è innamorato di te, quanto tu lo sei di lui."

"Se non l'avessi capito, perché sei un idiota, anche tu devi andartelo a prendere, e subito."

Se una piccola parte del discorso fosse vera?

Se dovessi "andare a prendere" Mattia?

Non volevo illudermi, anche perché Mattia sembrava davvero la persona più etero del mondo, e questo lo confermava il fatto che per tutti questi anni fosse stato unicamente in compagnia di ragazze e che non l'avessi mai sentito fare dei commenti o considerazioni nei confronti di qualcuno di sesso maschile.

Il punto era che la mia irrazionalità, stesse cominciando a darle retta.

Perché pensavo a diverse cose.

Ad esempio, la fretta del mio migliore amico nel voler chiarire a qualunque costo una frase che mi ero lasciato sfuggire da ubriaco, che avrebbe potuto tranquillamente ignorare.

Eppure ci teneva a parlarne, voleva che io gli dicessi cosa provavo e la verità sui miei sentimenti.

Sembrava importante per lui esserne a conoscenza e, credevo, fosse dovuto dal fatto che avevamo un rapporto speciale, che era fondamentale per due amici essere onesti con l'altro, specialmente perché eravamo la nostra ancora, ci davamo forza a vicenda, e, se cadeva uno dei due, cadeva anche l'altro.

Poi mi era rimasta impressa la sua espressione, di quando gli avevo detto che quella sera non eravamo mai stati insieme, e il fatto che fino all'ultimo avessi provato a mentire, fingendo non fosse successo niente durante la festa.

Me la ricordavo ancora, la faccia delusa e gli occhi diventati grigi.

Mi ero sentito uno stupido egoista, e, soprattutto, mi sentivo in colpa.

Poiché, nuovamente avevo messo davanti ciò che provavo, la paura di un possibile rifiuto, piuttosto che prendermi le mie responsabilità e, come al solito, da bravo egoista, mi concentravo solo su me stesso e non su ciò che poteva provare Mattia.

E del bacio?

Non avevo idea di cosa dire al riguardo.

Cioè, di solito, gli amici non dovrebbero baciarsi, no?

È una cosa che fanno i fidanzati, quelli che si piacciono a vicenda, che stanno insieme e che si amano.

Io e Mattia non eravamo fidanzati quindi era stranissimo.

The boy next door||ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora