Parte 4

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Durante le quattro settimane trascorse, con mamma e fratellino, nella casa di campagna dei parenti, non aveva smesso un solo attimo di pensare a quella strana, ma piacevole ed avventurosa esperienza in treno.

Diversamente dagli anni precedenti, non le piaceva più giocare con i cugini: erano più giovani di lei e, in verità, non facevano altro che annoiarla.

Cercava sempre, ma senza successo, la compagnia dei ragazzi più grandi, ma in aperta campagna, di più grandi c'erano solo i nonni e gli zii.

Si era annoiata come mai prima e le uniche gioie erano i momenti in cui si regalava piacere masturbandosi sempre con in mente quel ragazzo e il ricordo delle gallerie, dell'alternaresi del buio alla luce; delle spinte del ragazzo e del piacere che sentiva mentre lui la penetrava.

Rientrata in città non vedeva l'ora di incontrare e riabbracciare Anna, la sua best da sempre.

Si conoscevano sin dalle elementari e, nell'arco del tempo, erano diventate inseparabili.

Non celavano segreti; si confessavano la qualsiasi, anche i più stupidi pensieri.

La chiamò ripetute volte sul cellulare, ma lei non rispondeva poi, pensierosa, chiamò a casa sua.

La mamma di Anna le ricordò che sua figlia si trovava ancora in Inghilterra, per una breve vacanza-studio e che sarebbe riantrata qualche giorno prima che cominciassero le lezioni a scuola.

Chiara chiuse la chiamata rassegnata e triste all'idea di dover crepare di noia ancora per quell'immensità di tempo che restava.

Quello che le aveva riferito la madre di Anna lo sapeva già, ma anche se non c'era motivo, aveva sperato che l'amica avesse accorciato il soggiorno in Inghilterra e che, forse, fosse già rientrata. Riflettendoci un po' meglio, l'impotesi o speranza che Anna rientrasse prima era alquanto assurda. Conosceva fin troppo bene la sua amica e sapeva che, lontana dai suoi, si stava dicuramente divertendo per come piace a lei.

Mancava ancora un mese abbondante alla riapertura delle scuole!

Chiara fu perfino contenta quando suo padre, un imprenditore edile, le offrí di chiedere ad un suo amico che gestiva un albergo, se c'era una qualsiasi possibilità di fare un breve stage nel suo hotel.

Infatti, più volte Chiara aveva esternato questo desiderio; lei adorava l'atmofera che regnava negli alberghi di lusso ed amava l'arte dell'accoglienza.

Ebbene, quella fu un'esperienza stravolgente e ricca di emozioni.

Nell'arco delle tre settimane di stage, Chiara era cresciuta di molto.

In tutti i sensi.

Tutte e due le ragazze, Anna e Chiara, non vedevano l'ora di riabbracciarsi e civettare come da sempre confessandosi nei minimi particolari ogni cosa.

Rientrata dall'Inghilterra ed assolutamente curiosa ed ammaliata da quanto Chiara le aveva scritto in modo suntivo via whatsapp, si diedero appuntameno per il sabato pomeriggio a casa di Anna.

Non era la prima volta che Chiara ci andava; fuguriamoci!

Frequentava quella casa regolarmente anche perché, molto spesso le ragazze studiavano facendo i compiti insieme.

Poi magari uscivano a prendere un gelato, a guardare le vetrine e pettegolare sui ragazzi più fighi della scuola.

Chiara entrò nella cameretta di Anna; baciò affettuosamente l'amica e, dopo aver fatto una piroetta su se stessa, si tuffo sul letto lasciando cadere per terra lo zainetto.

Anna, rotolandosi sul letto fino a rimanere a pancia in giù, sostenendosi sui gomiti, chiese all'amica: - Allora, racconta, lo hai rivisto?

- Rivisto? Ma chi?

Il prof. di ingleseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora