Parte 11

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Puntualissima, alle 14:57 Anna suonò alla porta di Sandro.

Faceva ancora caldo e la giornata era stupendamente soleggiata

Sandro, prima di aprire, idossò una leggerissima maglia in cotone bianco e jeans mentre si malediceva per essersi lasciato sedurre da quella ragazzina in treno.

Ma adesso non gli restava tempo per piangersi addosso.

Aprì la porta e, con un seducente sorriso, Anna, in segno di complicità, mostrò a Sandro una rivista ed un quotidiano inglese.

Il ragazzo richiuse la porta alle sue spalle e Anna entrò quasi con timidezza guardandosi intorno come per spiare l'intimità del posto dove viveva Sandro.

- Senti Anna, non ho molto tempo, vediamo di sbrigarci. Posa la tua roba sul tavolo. Tu scegli un argomento mentre io ti preparo un drink, ho dei problemi con la ragazza e proprio oggi non sembra la giorata giusta, quindi, un'oretta dovrebbe bastare, almeno per oggi.

- Una coca cola va bene. Grazie.

Anna posò le sue cose sul tavolo, ma, contrariamente all'invito di Sandro e sedersi al tavolo, andò a sedersi sul divano incurante dell'aria sconcertata del prof.

Sandro stappò una bottiglietta di cola e la posò sul tavolo.

- Vieni qui al tavolo, è meglio, così possiamo sfogliare meglio la rivista...

- Prefersco il divano. Siedi accanto a me, mica ti mangio prof! Beviamo la cola e poi passiamo allo studio, d'accordo?

Anna si era seduta in modo osceno e faceva segno, con la mano aperta a battere sulla pelle del divano, di volerlo seduto accanto a lei mentre si mordicchiava le labbra.

Sandro si siede accanto a lei con disinteresse e, ogni volta che lei si avvicinava sempre più a lui, questo si scostava con una qualsiasi scusa.

L'uomo sapeva bene dove volesse arrivare la ragazza, me era davvero infastidito dal comportamento di lei che, comunque, lo aveva in pugno.

Lui però, in qualche modo, si illudeva di poter resistere a quella provocante e focosa ragazza.

Anna si faceva sempre più intrepida.

La sua mano scivolava lungo la coscia di Sandro fino ad afferrare il suo sesso attraverso la stoffa del jeans.

Senza pudore, spinse il ragazzo a sedere e cominciò a mordicchiargli i capezzoli attraverso la fine stoffa della maglietta.

E, se dapprima la ragazza era dolcissima coi suoi baci e leccate ai capezzoli, adesso, incastrandone uno fra i denti, lo mordeva forte.

Il maschio in Sandro si svegliò di colpo e fu tentato di spingere il capo della ragazza verso il suo ventre, ad imboccare il suo cazzo e godere di un succoso pompino ma, in un momento di lucidità, decise di non farlo e resistere alla tentazione; quella ragazzina era un demonio seducente ed assolutamente erotica.

Gli stringeva il pacco in modo deciso, forte, come se volesse sdradicarglielo.

-Eddai! Basta!

-Uhhh che cattivo che sei, lasciami giocare un po', ti prego.

-Fa caldo, no, anzi, fa freddo. Insomma, credo sia meglio che mi metta una maglia più pesante.

-Mi sembri leggermente confuso, caro prof. Sei nervoso?

-Si! Ho la mente affollata di noie, problemi con la ragazza e tu...insomma, tu sei di troppo. Dai, leggiamo qualche pagina di questa cazzo di rivista e vattene.

Il prof. di ingleseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora