Parte 18

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Per via del vento di scirocco che, durante le prime ore della sera, aveva invaso la città, la temperatura si era sensibilmente alzata; faceva caldo.

Sandro si liberò dell'accappatoio che lo copriva e si mise a sedere sul divano del terrazzo sorseggiando una spremuta.

Qualche minuto dopo, il professore avvertì, con la coda dell'occhio, la sagoma di Chiara che lo spiava silenziosa.

Lui le sorrise e, con un cenno, la invitò a fargli compagnia.

La ragazza lasciò cadere ai suoi piedi il telo che fasciava il suo corpo e si avvicinò al prof.

Nonostante fossero entrambi nudi, la ragazza fu piacevolmente sorpresa di non sentirsi disagio.

Prese posto a sedere sul divanetto incrociando le gambe; fissò l'orizzonte godendo del silenzio che regnava senza parlare.

Il prof le chiese se si sentiva in imbarazzo per quanto era successo qualche ora prima in bagno.

"No, mi sento assolutamente a mio agio, adesso. Anzi, è stata una esperienza eccitante e goduriosa come mai prima" rispose Chiara.

Gli occhi del giovane professore si posarono sul profilo della ragazza.

Il suo sguardo accarezzò per prima quel seducente nasino all'insu per poi viaggiare verso le carnose e morbide labbra.

Percorse con gli occhi il collo e, quindi, si soffermarono sul piccolo, ma tosto seno della giovane.

Avvertì una morsa al basso ventre quando rinacque in lui la forte voglia di baciare i turgidi capezzoli della ragazza.

Era semplicemente devastante la voglia che gli metteva addosso quella seducente puledrina.

Sandro era già duro.

Ancora più voglioso di prima.

Le si avvicinò e la baciò.

Le sue mani iniziarono ad accarezzare le spalle di Chiara, poi le braccia e il seno.

Lei si sentiva eccitata mentre le dita dell'esperto professore esploravano il suo corpo.

Le mani della ragazza che prima poggiavano sulle sue gambe, iniziarono ad accarezzare il corpo del maschio; i suoi muscoli erano tesi, il suo petto era completamente glabro.

Scese strusciando le unghie sul suo petto fino a giungere a quel magnifico cazzo che aveva già sentito invadere la sua intimità.

Lo strinse nella sua mano, staccò le sue labbra dalla bocca di Sandro e guardò in basso il suo pugno che stingeva quell'ammaliante muscolo duro e ritto; la sua mano sembrava davvero ancora più piccola.

Iniziò a masturbarlo lentamente mentre lui portò le sue mani tra le sue cosce; lei, per agevolarlo, si mise in ginocchio sul divanetto.

Sentiva le sue dita entrare dentro di lei senza mai dimenticarsi del clitoride, la faceva impazzire, si vedeva che era esperto.

Dopo pochi minuti la ragazza era un lago; sentiva il rumore dello sciacquettio delle sue dita dentro di lei fino a che non riuscì a resistere e, continuando a baciarlo, si mise a cavalcioni su di lui, prese in mano il suo cazzo e se lo puntò dritto nella fica.

Sentiva la sua cappella enorme farsi dolcemente strada dentro di lei.

Lo spinse dentro poco alla volta, si sentiva aprire in maniera più che divina.

Continuò a calarsi fino a sentirlo che premeva sul fondo della fica, cosi, iniziò a cavalcarlo lentamente per poter gustare ogni centimetro di quel magnifico bastone mentre lui le succhiava i capezzoli, la leccava al collo, la baciava con una passione che sembrava volesse mangiarle le labbra.

Le mani di Sandro accarezzavano la schiena della giovane amazzone mentre lei continuava a cavalcarlo con ritmo sempre più veloce; sentiva la sua cappella che spingeva sull'utero e ogni colpo era un passo in avanti verso l'orgasmo.

Sentì le sue mani sul proprio sedere; la facevano impazzire!

Il professore le tese davanti la bocca due dita; Chiara iniziò a leccare, a succhiare come per istinto; non sapeva perché Sandro le avesse messo le dita alle labbra, ma questo la eccitava; succhiare e cavalcare e poi voleva dimostrargli che, come poco prima, adorava succhiarglielo.

Pochi istanti ancora e la ragazza capì perchè voleva che gli succhiasse le dita; infatti, immediatamente, il prof le poggiò sulla rosetta dell'ano spingendo con dolcezza, ma anche con decisione e spinse fino ad infilarci un dito.

La giovane fanciulla non aveva mai permesso a nessuno di mettere le dita nel sedere, ma in quel momento l'eccitazione e la voglia di godere la fecero arrendere al piacere.

Sandro iniziò a spingere violentemente il suo cazzo dentro di lei costringendola ad appoggiare il suo petto al suo; in quella posizione non fu difficile per lui infilarle anche l'altro dito nell'ano e spingerli dentro.

La ragazza ebbe la sensazione di avere un altro cazzo dietro; stava impazzendo di piacere.

Si contorceva, urlava, sentiva il cuore che le batteva all'impazzata; insomma ebbe un orgasmo violento e magnifico.

Sentì il suo corpo privo di forze e si era accoccolata a lui con ancora il suo cazzo ben piantato in fica.

Si levò da sopra, in quel momento si rese conto che lui non aveva ancora goduto e riprese a masturbarlo.

Sandro le posò una mano sul capo invitandola dolcemente a scendere sul suo cazzo; lei non fece resistenza alcuna, scese e iniziò a succhiarlo avidamente quasi per ringraziarlo dell'orgasmo ricevuto; leccava quel palo come un'affamata; una sua mano accarezzava le palle del maschio.

Lo prese in bocca e dovette aprire tutta la bocca per riceverlo; pensò solo per un istante a come si era dilatata la sua fica per prenderlo dentro poi continuò fino a che, dopo pochi minuti sentì il bacino del prof inarcarsi e la sua voce roca dire che stava per godere.

"Più veloce. Succhiami Amore, succhiami!"

Non aveva mai voluto farsi venire in bocca, ma a quelle parole, estasiata, continuò fino a farsi riempire la bocca del suo succo.

Rimase con la bocca piena per un paio di secondi, non sapeva se sputarlo o che, poi lui la prese da sotto le ascelle e la fece alzare; l'avvicinò alla sua bocca e la baciò mentre lei ingoiava.

Quindi, senza che una parola abbandonasse le loro labbra, si sdraiarono sul divano.

Lei poggiò il suo capo sul petto del prof e, con un polpastrello, scrisse un indecifrabile "ti amo" sul ventre di Sandro.

"Dimmi, a cosa stai pensando in questo momento?"

" Che se potessi, fermerei il tempo perché mi sento felice, ecco a cosa penso" rispose Chiara con un fil di voce.

Il prof. di ingleseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora