Parte 20

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La Perini insegnava matematica; una bella donna dai capelli corti ed occhi dallo sguardo penetrante.

Aveva fascino.

Personificava la sensualità.

Tremendamente femmina; seducente come poche.

E Sandro era apparentemente attratto da quello charme e da quel magico sex appeal.

Sia in aereo che durante la trasferta in bus per raggiungere l'albergo, i due profs sedevano vicini l'uno all'altra e ben lontani dal prof Conti, un uomo obeso con occhiali dai vetri spessi; di bassa statura, calvo e perennemente sudato.

Chiara, seduta qualche fila dietro quella di Sandro e della Perini, spiava ogni loro gesto.

Era profondamente delusa dal comportamento del prof.

Dalla partenza all'arrivo in albergo lui non le aveva rivolto parola, anzi, non le aveva degnato nemmeno di un qualsiasi, anche sfuggente sguardo.

Giurò vendetta!

Seduta accanto ad Anna, tramarono nei minimi dettagli come fargliela pagare.

- Vedrai Chiara, se facciamo come ti ho detto, ben presto lui tornerà a reclamare le tue grazie. Poi sta a te far ciò che più desideri...

- Bene, d'accordo Anna, mi fido di te.

Il signore della reception consegnò la lista delle camere assegnate al prof Conti.

Lui, quindi, si allontanò dal desk per consegnare le chiavi ai ragazzi che schiamazzavano nella sala adiacente alla hall dell'albergo.

Sandro e la professoressa guardavano divertiti i ragazzi scambiarsi le chiavi delle camere per sistemarsi con chi più conveniva loro pernottare.

E non fu certo un caso che Anna e Chiara si ritrovaro a condividere una camera a due letti.

- Tra un'ora, alle diciannove e quarantacinque in punto, ci ritroviamo qui alla reception. Alle venti ceniamo in albergo e un'ora dopo, a piedi, andremo nel qui vicino pub per poi, puntuali, alle ventitrè, rientrare. Mi sembra superfluo ricordarvi che non è consentito consumare alcool, fumare e, insomma, robaccia del genere, ecco!

Conti fece una pausa.

Si lecco avidamente le labbra, poi, continuò implorando i ragazzi di non fare casini e di essere il più silenziosi possibile al rientro.

Eran spariti tutti verso gli ascensori quando Sandro, sfiorando il braccio nudo della Perini, la invitò a prendere un aperitivo al bar dell'albergo.

Al solo contatto della pelle nuda della prof, il ragazzo provò un sublime brivido scorrergli lungo la schiena.

La desiderava!

E l'avrebbe fatta sua.

Almeno così pensava fino a quando la donna, con uno smagliante sorriso, gli disse che preferiva salire in camera e riporsarsi qualche minuto prima di scendere per la cena.

Sandro incassò il colpo con finta noncuranza, ma non mollò.

- Certo. Magari dopo cena, quando gli altri vanno al pub possiamo prendere un digestivo in camera mia o in quella tua, che ne dici?

Lei non rispose.

Lo fissò dentro gli occhi senza svelargli che la voce del giovane supplente, dalla cui traspariva desiderio di intimità, le provocava un piacevolissimo tepore tra le cosce.

- Non credo che sia una buona idea. Qualcuno deve fare attenzione che non succedano noie; è dovere nostro sorvegliarli, non credi?

Prima di avviarsi verso gli ascensori, la Perini, con il retro della mano, sfiorò una guancia di Sandro e, senza proferir parola, si allontanò da lui.

Il prof. di ingleseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora