Parte 6

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- Mentre si dirigeva verso di me, mi voltai e mi misi a correre, salii sulla scala mobile con il cuore che pareva impazzito.

Mi girai, e lo vidi: stava salendo con me.

Quando fui in strada mi misi a camminare in fretta.

- Ah ecco, credevo tu volessi ancora giocare con lui, ma questo sembrava davvero malintenzionato. Eh, e quindi...?

- Mi fermai un attimo davanti a una vetrina e con la coda dell'occhio lo vidi che si avvicinava.

Ripresi a camminare, ormai certa che non mi avrebbe lasciata, e infatti dopo poco fu accanto a me.

- Che ne dici di rifare l'esperienza... magari in un posto con meno gente intorno a noi?

- Reagii stizzita e proseguii a camminare in fretta, quasi a correre.

Pensai di prendere una scorciatoia per arrivare prima possibile a casa, e anche nella speranza di riuscire a seminarlo.

Imboccai un vicolo che dava su una piazzetta, ma a metà strada, lui mi era già accanto e un attimo dopo, prendendomi per un braccio, mi trascinò in un sottoscala semibuio.

Mi attirò a sè e incollò la sua bocca alle mie labbra.

- Cazzzoooooo. Minchia che deciso che è il ragazzo! Anna dici sul serio? Un sottoscala e per giunta semibuio, ah sticazzi! Uhmm e poi?

- Sai Chiara, non si poteva dire che mi stesse baciando, quanto che mi volesse mangiare, risucchiare dentro di lui attraverso la sua bocca.

Aveva spinto la lingua dentro il palato, frugando nelle pieghe più nascoste.

Sentii in quel bacio una tale carica di selvaggio, che ne restai stordita e con un fuoco che bruciava tra le cosce.

Mentre continuavamo a baciarci, insaziabilmente, mi tirò su la gonna e mi strappò le mutandine; per un attimo giocò con le dita fra i miei peli ricci.

In preda all'eccitazione, tirò fuori il cazzo eretto e liscio, quindi con decisione, mi penetrò.

Mi alzò la gamba sinistra e appiattendomi contro il muro, cominciò a muoversi dentro di me con spinte forti, inesorabili, potenti.

Tremai tutta, sotto quell'ondata di piacere che era esplosa in me, mentre quell'asta scivolava avanti e indietro, avanti e indietro, e ancora, avanti e indietro, nella mia fica allagata.

Ebbi subito un orgasmo e, cazzo, non ebbi nemmeno il tempo di riprendermi, che lui sfilò l'asta, mi fece girare, spingendomela fra le natiche e dirigendola sulla rosetta dell'ano.

- Nooooooooo!! Ti ha pure messo il coso nel culetto? Insomma, glielo hai concesso e se ne impadronito? TI ha...insomma, si te lo ha messo in culo? Dai eddaiiii, rispondi: ti ha o no inculato?

- Beh, guarda, io mi ribellai e ansimando lo supplicai: ─ No, no... aspetta, lá no. Fà male. Aspettaaaa.

Ero in panico, troppa era la paura di sentire dolore e, per distoglierlo da quell'insana intenzione gli dissi con voce calda e saudente di farmelo vedere e toccare prima.

- E lui? Ha smesso di cercare di mettertelo lì?

- In un primo momento ci ho creduto!

Mi inginocchiai e cominciai a leccarglielo piano piano, guardandolo nel contempo dal basso in alto per vedere le sue reazioni.

Lui chiuse gli occhi e cercò d'appoggiarsi al muro.

Allora aprii la bocca e lo aspirai dentro, lentamente, avvolgendolo con la lingua e spingendo fino in fondo, per sentirne la punta contro la gola.

Il prof. di ingleseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora