29- Il morso del serpente

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Mel

"Siamo qui, nell'oscurità, sospesi tra la poesia delle lucciole e il fuoco divampante delle stelle."
-Susanna Tamaro-

La signora Frey mi scoccò un'occhiataccia da sotto gli occhiali spessi.
-Damian!- tremai sotto le sue mani, le sue labbra scesero lungo il mio collo.

Eravamo in biblioteca per "studiare".
Se non avessi accettato il suo aiuto non sarei mai riuscita a superare il test di statistica, ma avevamo letto a malapena due pagine.

La sua mano si infilò sotto la mia maglietta sfiorandomi la pancia, e annaspai.
-Stavi dicendo qualcosa?- mormorò sadico sulla mia pelle.

Socchiusi gli occhi lottando contro il suo potere.
-Ci butteranno fuori- le sue labbra sfiorarono le mie e le intrappolai vanificando immediatamente le mie parole.

Gli infilai le dita tra i capelli e lui intensificò il bacio.
Statistica poteva aspettare.

Il mio cellulare vibrò sul tavolo distraendomi ma Damian mi strinse la vita attirandomi a sé.
Vibrò di nuovo e sospirai.

Mi scostai lanciando un'occhiata allo schermo, Sophie sembrava non voler arrendersi.

Damian si appoggiò allo schienale passandosi una mano tra i capelli mentre rispondevo, lo mangiai con gli occhi.

-Dì a Damian di lasciarti uscire da lì. Hai promesso di aiutarmi- lui alzò gli occhi a cielo nel sentire la voce della mia amica.

-Damian dice che vorrebbe partecipare- scherzai, lui aggrottò la fronte e allargò le gambe facendo un gesto volgare.

-Sì come no. Ti aspetto all'aula di teatro tra dieci minuti- chiuse la telefonata.

In un momento di debolezza avevo promesso a Sophie che l'avrei aiutata con le preparazioni del ballo.
Avrei avuto brillantini sparsi per il corpo per giorni.

Infilai i libri nella borsa controvoglia.
La mano di Damian mi accarezzò la gamba appena sotto ai glutei quando mi piegai.

Lo guardai rialzandomi.
-Pervertito- allargò le gambe per far in modo che mi avvicinassi.
Mi sorrise maliardo.
-Credo che ti piaccia parecchio questo pervertito- mi attirò a sé e mi abbassai per baciarlo.

Le sue labbra erano irresistibili.
Tutto di lui lo era.
Sciolsi il bacio senza fiato e mi allontanai rossa in volto.

-Ci sentiamo dopo?- mi guardò e si passò di nuovo le dita tra i capelli. Mi piaceva quando lo vedevo così, perché sembrava che riuscissi confonderlo un po' anch'io.

-Sarò con gli altri- mi incupii al suo tono.

Era sempre la stessa storia, Damian non mi raccontava molto, incluso quello che faceva con i suoi amici.
Serate, ovviamente, a cui non ero invitata.

Raggiunsi Sophie di malumore.
Le cose quando eravamo da soli andavano... cavolo andavano bene.
Non mi aveva raccontato molto altro del suo passato e io non avevo insistito, ma avevo scoperto altre cose di lui.

A Damian piaceva la pioggia come a me, i gruppi rock anni ottanta e, signori e signore, leggeva. Quando lo avevo scoperto lo avevo ammorbato di domande.
Inoltre aveva una media scolastica sorprendente ed eccelleva in tutto ciò che era scientifico.
Ma, quando gli avevo chiesto del college, aveva puntualmente evitato la domanda lasciandomi perplessa.

Ogni cosa nuova che scoprivo di lui era preziosa e Damian stava velocemente prendendo un grande spazio nella mia vita.

Ma le cose cambiavano quando eravamo lontani o quando tra noi l'atmosfera si faceva più seria.
Damian continuava a scappare.
E temevo il giorno in cui si sarebbe stancato di me.

Look up - Let's play with destinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora