37- Let's play with destiny

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Mel

"Non essere tutto zucchero,
se non vuoi che il mondo ti divori"
-Proverbio-

Avete presente quando il tempo sembra fermarsi?
Per un momento qualcosa sembra spegnere i riflettori e mettere in pausa il film della vita.

La mia si era bloccata quando avevo detto quelle parole.
Era la verità. Io amavo Damian.

Era successo già da tempo e ci avevo messo un bel po' per capirlo io stessa.
Per lui però era ancora più complicato.

Ricordate quello che dicevo?
Che quando continui a ripeterti parole cattive finisci per credere solo a quelle?

Dei mostri ne avevano dette a lui e Damian non concepiva neanche l'idea che qualcuno potesse amarlo.

I suoi occhi sbarrati ne erano una prova, come il suo corpo immobile e rigido mentre mi fissava.

Avevo compiuto un errore a espormi in quel modo, lui si era fidato finalmente di me e io non ero riuscita a tenere la mia stupida bocca chiusa.

Socchiusi gli occhi sospirando tremante.
Non sarei comunque riuscita a nasconderglielo ancora, non quando lo guardavo negli occhi e ci trovavo il mondo dentro.

Come si poteva mentire di fronte a quello?
Ma, in quel momento, riuscivo a vedere i suoi pensieri accavallarsi.

Il suo caos personale era stato messo a soqquadro, Damian non mi era mai sembrato tanto turbato come in quel momento.

-Ti prego- sussurrai come una bambina, il mio cuore sembrava sull'urlo del collasso.
Mi avvicinai e lui continuò a osservarmi in silenzio.

Mi fermai a un passo da lui sentendo gli occhi pizzicare.
-Ti prego Damian, dí qualcosa- al mio tono tremante sembrò destarsi.

Si passò una mano tra i capelli deviando lo sguardo, il suo viso era contratto e i suoi movimenti rigidi.

-Damian...-

-Non ci riesco!- sobbalzai quando sbottò, sgranai gli occhi quando lo vidi passarsi una mano sul volto.

Era sconvolto.

-Dammi un attimo Melanie, hai creato un gran casino nella mia testa- mi si strinse il petto a vederlo così.

Prese un lungo respiro e poi si raddrizzò umettandosi le labbra.
-A volte mi è ... ancora difficile parlare- e in quel momento compresi.

Notai il suo imbarazzo e mi sentii una grandissima idiota.
Damian non mi stava affatto punendo con il suo silenzio, lui ne era imprigionato.

-Non devi dirmi nulla, ok? Va tutto bene-
mi allontanai un po' per riprendere fiato, non mi ero neanche accorta che nel parco accanto fossero arrivate altre persone.

Risate di bambini avevano iniziato a riempire l'aria contrastando con quella carica di tensione che c'era tra noi.

Poi successe una cosa strana.

Il sole venne coperto da un grosso nuvolone. Chissà da quanto tempo le nubi se n'erano state in disparte minacciando il cielo terso.

Mentre i bambini continuavano a giocare senza preoccupazioni i genitori iniziarono invece a richiamarli a gran voce.

Ci vollero pochi secondi prima che anche il vento cambiasse.

Le fronde degli alberi si mossero come braccia agitate e le foglie più deboli si staccarono dai rami svolazzando verso di noi.

Mi strinsi il busto con le braccia socchiudendo gli occhi e lanciai un'occhiata verso il cielo.

I capelli mi si sciolsero dalla treccia e feci solo in tempo a dire: "dobbiamo andare" che prima goccia di pioggia mi colpì la testa.

Look up - Let's play with destinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora