Capitolo 23: Pioggia su di noi

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Brittany

Dopo aver finito di strusciarci l'uno sull'altro, ci ributtammo in acqua godendoci la pioggia incessante.

Mi fece mettere il reggiseno, non perché non gli piacesse la visione, me l'aveva detto chiaramente, ma perché aveva paura potesse arrivare qualcuno.

E si sarebbe imbestialito se solo qualcuno avesse visto "quel ben di Dio" come l'ha chiamato lui.

Non ci dividemmo neanche per un attimo. I nostri corpi rimasero attaccati per tutto il tempo.

Girammo per tutta la piscina abbracciati, o mentre ci baciavamo, o ridevamo per la cazzata che stavamo facendo.

Ma non ci allontanammo per nulla.

Ce ne fregammo di tutto il resto. In quel momento eravamo noi. Solo e solamente noi.

Proprio come una volta.

Infatti, per tutto quel tempo, non pensai per nessuna ragione a quello che accadde prima di ciò.

Perché non mi importava.

Perché volevo godermi il momento senza rotture di coglioni.

Il suicidio, il tradimento, la mia relazione con Steve...
Non esistevano più.

Solo e solamente noi.

Rimanemmo in acqua per la maggior parte del tempo, fin quando non incominciammo a rabbrividire per il freddo.

Dopo di ciò, il ragazzo corse verso la cabina dove i bagnini qualche ora prima fecero la pausa pranzo.

Dimenticammo tutto il resto sotto la pioggia, tra questi anche le nostre robe e le birre.

Sarebbe stato un vero casino tornare in macchina dopo tutto ciò.

Mi fece sedere sul tavolo, non rompendo il contatto fisico e visivo.

"Così Brittie eh?" Battei io, allontanandomi dalle sue labbra, ridacchiando.

Il nome non era male, in realtà. Però poteva pensarci di più. Soprattutto perché di suo c'erano solo le ultime due lettere, e sembrava più un mio soprannome, che l'unione dei nostri nomi.

"Mi sono impegnato tantissimo."

"Ma sembra un mio soprannome! Non un nome a sé!" Dissi continuando a ridere.

Anche il ragazzo cominciò a ridere ininterrottamente.

"Lo so. Lo so. Ma sarà bello. Perché quando vorrò chiamare una delle due vi girerete entrambi. Gli amori della mia vita."

Smisi di ridere quando disse quelle cose.

Giuro che per poco non piansi.

Era così dannatamente dolce.

Si meritava tutto il bene che il mondo potesse mostrargli.

Perché era un'anima dannata dalle sue paure e dai tormenti, dalle frustrazioni e dai pensieri altrui. E non si meritava tutto quel dolore, per nessuna ragione al mondo.

"E nostro figlio? Dove lo lasci?"

"Anche lui sarà l'amore della mia vita. Anche se preferirei avere anche solo una femminuccia."

Non ho mai pensato a mettere su famiglia.

Il pensiero di partorire mi traumatizzava. Mi faceva cacare sotto.

Ne avevo il terrore.

Tutte le persone che l'hanno fatto hanno detto che era terribile, perché faceva un male cane, soprattutto se non ti facevano l'epidurale.

𝒯𝒽𝑒 𝒲𝒶𝓎 𝐻𝑒 𝑀𝒶𝓀𝑒𝓈 𝑀𝑒 𝐹𝑒𝑒𝓁 𝟤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora