Capitolo 28: Ricordi che ti svegliano

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Eddie

Spalancai gli occhi impaurito.

Era Domenica, giusto?

Ed io dovevo fare qualcosa di importante, ma non mi ricordavo assolutamente nulla.

Girai il polso per guardare l'orario: Erano le 17.

Avevo dormito più di undici ore. Porca puttana.

Però ero bello che risanato. Mi sentivo fresco come una rosa, come si suol dire.

Arrivai in soggiorno, componendo il numero di casa di Brittany.

Volevo sapere se fosse sveglia, e in caso, se volesse vedermi.

Quella notte fu stupenda. E sarebbe stato molto bello replicarlo.

Sempre se lei avesse voluto, ovvio.

Magari evitando alcuni discorsi, come i miei tagli, il coma o l'incidente.

Sarebbe stato molto meglio così.

Il telefono continuava a squillare, ma nessuno rispondeva.

Non poteva rispondere neanche quel coglione di Steve?

Nonostante quello che mi disse la mattina precedente, e nonostante avesse ragione sul suo conto...

Non so, non riesco a perdonarlo realmente.

Avrei voluto picchiarlo a sangue se solo mi avesse raccontato del loro sesso per puro divertimento.

L'ho fatto una volta, lo farei ancora per lei.

Anche se avrebbe cominciato ad odiarmi, non mi importava.

Ripetetti la chiamata più e più volte, ma ancora nessuno continuava a rispondermi.

Al ché, dato che avevo paura di aver sbagliato numero, decisi di andarmi a fare una doccia e di raggiungere casa sua.

Tanto, fin quando sarei arrivato da lei, sarebbe arrivata sera.

Avrei dovuto fare tutto il giro di Hawkins per arrivare.

Che palle, non vedevo l'ora di riavere la macchina.

La droga fruttava molto bene, ma non tanto per comprarmene una.

Anche non nuova ma usata, il problema era sempre il costo.

Porca puttana.

Avevo fame, ma non sapevo se mangiare dopo o prima la doccia.

Non importa, qualsiasi cosa c'era nel frigo, l'avrei mangiata o bevuta.

Aprii l'anta, trovando poche cose, in realtà.

La bibita che prevaleva di più, ovviamente, era la birra.

Non riuscivo a vivere senza, e mi andava benissimo.

Trovai un goccio di succo all'arancia, chissà da quanto tempo stava lì.

Guardai per tutta la bottiglia cercando una data di scadenza.

"18/1986" Perfetto. Non era ancora scaduto.

Bevvi direttamente da lì, finendolo.

Non che ce ne fosse molto.

Buttai la bottiglia e raggiunsi il bagno.

Dopo esser rimasto sulla tazza per un po' di tempo, finalmente raggiunsi la fottuta doccia.

Girai la manovella dell'acqua calda, nonostante fosse ancora Settembre.

𝒯𝒽𝑒 𝒲𝒶𝓎 𝐻𝑒 𝑀𝒶𝓀𝑒𝓈 𝑀𝑒 𝐹𝑒𝑒𝓁 𝟤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora