25. Marionetta

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Proseguo a scattare foto a Charles, anche se, quando si toglie il sotto-tuta e la tuta, e rimane in mutande, esito. Le mie braccia cominciano a tremare, allora faccio qualche passo indietro e distolgo lo sguardo.

Non mi sembra il caso di fotografare anche questo.

«Che c'è, tutto bene Chiara?» Mi chiede Charles in modo gentile, avvicinandosi per sincerarsi delle mie condizioni. Io sono super imbarazzata, mentre a lui non sembra importare granché di essere praticamente nudo davanti a me.

Appoggio la macchina fotografica al tavolo, prima che rischi di cadere in un qualche modo, e poi nascondo le mani tremanti dietro alla schiena.

Ma che mi prende?

«Sì, è solo che... Ho pensato fosse carino scattarti qualche foto mentre ti preparavi. Senza vincoli, né pose pre-impostate, ma ora credo che... Che magari le farò quando ti sarai rivestito.» Gli dico io, facendo uno sforzo tremendo per guardarlo negli occhi. Sono così in imbarazzo che avrei preferito di gran lunga mantenere lo sguardo basso, ma in questo caso è stato meglio non farlo.

Ora Charles è a pochi passi da me; contrariamente alle mie convinzioni, smette di cambiarsi, rimanendo così com'è.

«Come vuoi, tanto ormai so per certo che tu non sei una di quelle fotografe che vendono i loro scatti a riviste di scandalo, non è così?»

Io mi affretto a scuotere la testa e rispondo «Certo che no, è solo che- La tua privacy...»

Mi maledico interiormente per essere così poco professionale, il fatto è che non ho mai fatto foto ad un ragazzo così poco vestito, e per aggiunta, il ragazzo che mi piace.

Charles si avvicina ancora, fino a darmi un buffetto sulla guancia per provare a tranquillizzarmi «Chiara, io mi fido di te.»

Non dovrei sorprendermi di queste parole, ma in realtà sono sorpresa, e allora decido di togliere la mano destra da dietro la mia schiena e di prendere la mano di Charles — quella che mi ha appena sfiorato la guancia — nella mia «Va bene.» Dico io soltanto, poi Charles mi stringe la mano nella sua e mi rivolge un sorriso radioso «Mal che vada debutterò su OnlyFans.» Poi la stanza si riempie delle nostre risate e ogni preoccupazione scompare. Iniziamo a parlare del nulla, del caldo che c'è ultimamente, delle mie vacanze non ancora pianificate, della prossima gara in Francia, ... ma, nonostante quello che mi ha detto Charles, decido di aspettare che si rivesta, prima di scattare di nuovo.

Così me ne sto seduta sul tavolo, dondolando le gambe nervosamente avanti e indietro. Osservo Charles mentre si riveste; si infila prima le calze, poi i pantaloni lasciati slacciati per poterci infilare dentro la camicia, e posso giurare che i suoi movimenti si sono fatti molto più aggraziati di quando aveva addosso la sua tuta.

Forse sono i vestiti, o forse i suoi muscoli che si contraggono a rendere il suo corpo appetibile ad ogni scultore.

Mentre Charles si sistema la camicia, prendo di nuovo la mia macchina fotografica. Non mi muovo da dove sono, penso che le foto appariranno più naturali se rimarrò qui, perciò faccio uno zoom su Charles, scegliendo di ritrarlo dal busto in su.

Charles piega le dita per allacciare il primo bottone e, in questo momento, faccio il primo scatto. Si sente un 'click' e subito Charles si volta a guardarmi. Mi fa una linguaccia e lo ritraggo, una volta posate le mani sul secondo bottone, poi il terzo, il quarto, il quinto, il sesto, fino ad arrivare al settimo.

Ora la camicia è tutta abbottonata e il tessuto sottile segue alla perfezione le sue spalle, il suo petto e i suoi fianchi.

«Come mi sta?» Mi domanda Charles, facendo un giro su se stesso, anche se la sua domanda è più per parlare di qualcosa e sentire la mia opinione, perché si vede benissimo che è soddisfatto, visto che continua a riguardarsi nello specchio che ha di fronte.

Momentum || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora