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Charles fa per togliersi la maglietta che sta indossando, ma si interrompe, porgendomi una bottiglietta d'acqua fresca «Prima ti ho preso questa, ti servirà.» Mi dice lui, facendomi l'occhiolino.

Lo ringrazio, ma questa volta gli rispondo a tono. Sono stanca di essere presa in giro da lui, perciò lo ammonisco «Ti comporti come se tu fossi l'unico ragazzo sulla faccia della Terra. Guarda che non ce l'hai d'oro!»

Lui fa finta di niente, ma so benissimo che si ricorda le parole con cui ha esordito, la sera della festa a Villa Grande. Sono le stesse che ha detto a me.

«Touché.» Mi risponde lui, e per un attimo il suo accento francese mi lascia interdetta. Parliamoci chiaro, tutti sono in grado di dire questa parola, ma pronunciata da un madrelingua fa tutto un altro effetto. Ma, nonostante questo, decido di rincarare la dose e continuare a provocarlo. Non è forse quello che ha fatto lui finora? Perciò non mi preoccupo di distogliere lo sguardo mentre si toglie i vestiti; apro la mia bottiglietta e me la porto alla bocca per bere.

Ho gli occhi su di lui, quindi mi assicuro di avere la sua attenzione per iniziare il mio piccolo teatrino.

L'acqua mi va quasi di traverso, quando Charles mi attira a sé.

Ora lui è a petto nudo, sempre seduto sull'unico tavolo della stanza; le gambe un po' aperte, quanto basta per farmi spazio

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Ora lui è a petto nudo, sempre seduto sull'unico tavolo della stanza; le gambe un po' aperte, quanto basta per farmi spazio.

«Ora mi hai stancato, però, Binotto.» Mi dice lui, sussurrando. Poi mi toglie la bottiglietta di mano e se la porta alle labbra per bere, appoggiando queste ultime giusto dove si trovavano le mie, alcuni istanti fa.

Equivale forse ad un bacio?

Forse.

Charles beve tutta l'acqua, poi accartoccia la bottiglietta con una sola mano, buttandola noncurantemente a terra. Subito dopo, mi afferra il mento con una mano, quasi obbligandomi a tenere fisso lo sguardo su di lui.

«Allora, hai finito di provocare?»

Devo dire che prima Sebastian non si era sbagliato poi così tanto.

«Potrei chiederti la stessa cosa, Leclerc. Grazie di avermi finito l'acqua, comunque.»

Lui aggrotta la fronte, probabilmente sorpreso dalla mia risposta «Non credevo che avessi davvero sete...» Lascia la frase sospesa, così io non perdo tempo ad inserirmi e dire «E io non credevo che prima non avessi tempo per cambiarti.»

Invece di rispondermi, Charles avvicina le sue labbra alle mie «Sto solo...» Poi cerca i miei occhi e finisce la frase «Dilatando i tempi.»

Abbassa lo sguardo sulle mie labbra e io chiudo gli occhi, desiderosa di averlo più vicino. Sento il suo respiro accarezzarmi, così come la sua voce; anche se avrei immaginato tutte le parole tranne quelle che in realtà pronuncia «Però mhmm... Noi dovremmo lavorare, non è così?»

Momentum || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora