C'è un piccolo triangolino luminoso per terra, creato in mezzo all'oscurità della mia camera. Questo succede in tutti i giorni di sole; è la prima cosa che noto appena mi sveglio, ogni mattina. Mi piace dormire con le imposte chiuse, perciò l'unico raggio di luce che entra, da sotto la porta, è quello.
E sì, guardandolo, constato che anche oggi ci sarà il sole. Nessuna novità, in fin dei conti non riesco a ricordare nemmeno l'ultima volta in cui è piovuto. Ma sarà meglio che mi sbrighi, altrimenti farò tardi al lavoro.
Ho dormito molto male questa notte; ho pensato e ripensato agli eventi succedutisi nella sagra di paese, rivivendo tutto ciò con un tremendo senso di colpa. Mi sento in colpa per aver voluto il bacio di Charles, e anche se alla fine lui non l'ha fatto davvero, riesco a sentire di averlo desiderato ardentemente.
Quando mi alzo dal letto, mi sento parecchio rintontita. Vado subito in bagno e, ancora prima che mi avvicini allo specchio, noto le mie occhiaie. Grandioso, si vedono anche ad un chilometro di distanza.
Nonostante questo però, non mi adopero molto per nasconderle. Mi trucco appena un po', tanto comunque non penso che ai clienti possa interessare la mia faccia. Mi vesto e prendo le mie cose, poi finalmente salgo in macchina, evitando di incrociare mio padre che probabilmente a quest'ora o sarà a letto, oppure al lavoro.
Mentre si apre il cancello automatico, dò un'occhiata ai messaggi che ieri sera ho ignorato, tra questi quelli di Jacopo. Ce ne sono almeno un paio, ma decido di non leggerli e di chiamarlo direttamente. Qualsiasi cosa vorrà dirmi, la potrà fare a voce.
Sono già uscita dal vialetto di casa, quando lui risponde.
«Buongiorno amore, scusa ero a letto.» Sono le sue parole che escono dagli altoparlanti della mia macchina.
«Ehi, mi dispiace averti svegliato. Ho visto i tuoi messaggi e ho preferito chiamarti.» Spiego io, con gli occhi fissi sulla strada.
«Hai fatto bene, Chiara. In realtà volevo soltanto sapere dove fossi finita, dato che non mi rispondevi. Poi ho ipotizzato che fossi uscita, tutto sotto controllo.» Mi dice lui, concludendo con una breve risata.
Bene, allora alla fine ci sei arrivato, vorrei dire. E' sempre così quando sparisco per un po'; ha sempre paura che me ne vada e lo abbandoni da qualche parte, anche se in realtà non faccio nulla di che. Insomma, non sempre posso spiegargli tutto quello che faccio.
«Ero alla festa di paese; ho lasciato a casa il telefono perché ero impegnata con le mie foto. Scusa.» Ma, dentro di me, so che 'scusa' vuol dire molto di più.
Ho quasi mandato a puttane tutto.
«Non ti preoccupare, ho capito. Ti sei divertita alla festa? Avrei voluto esserci anche io!» Mi confessa lui, con un insolito entusiasmo.
Sorrido, perché malgrado quello che è successo, Jacopo mi manca.
«Si, Jacopo, mi sono divertita un sacco. Ho fatto molte foto che poi questa mattina selezionerò e stamperò. Quando torni te le faccio vedere.»
Sono arrivata davanti al negozio; fortunatamente questa mattina il mio solito posto è libero, perciò parcheggio e avviso il mio ragazzo che devo andare.
«Buona giornata amore, a presto.» Mi dice lui, prima che io possa salutarlo e chiudere la chiamata.
Dopo la colazione da Silvia, arrivo al mio negozio e trovo la mia socia ad aspettarmi.
«Buongiorno Chiara, ehi, sembra che tu abbia passato la notte in bianco, va tutto bene?» Mi domanda lei, dandomi un abbraccio per salutarmi.
«Si nota così tanto?» Chiedo io, appoggiando la mia borsa nell'armadio in cui tengo le mie cose personali. Neanche a farlo apposta, mi viene uno sbadiglio che non riesco a trattenere; allora Sofia, invece di rispondermi, scoppia a ridere.
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Momentum || Charles Leclerc
FanfictionChiara Binotto non ha ereditato le stesse passioni da suo padre. A 22 anni si ritrova con un percorso di studi completamente diverso, rispetto a quello del Team Principal della Ferrari; in cui la Formula Uno non occupa neanche la più piccola percent...