29. Ladro di fiori

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Una nave in un mare in tempesta. Non potrei usare parole migliori per descrivere come mi sento in questo momento.

Tra le braccia di Charles mi sento al sicuro, proprio come naviga una nave in mare aperto. È lì dopotutto che le navi sono progettate per stare. Charles è il mio mare, mi sorregge, mi permette di avanzare, ma allo stesso tempo mi sconvolge e mi scuote. È quella persona che mi dà sicurezza, ma allo stesso tempo mi fa sentire insicura.

Ripenso a lungo alle sue parole: 'Se sarò in grado di camminare sulle mie gambe, anche tu ci riuscirai'. È quello che mi ha detto lui poco fa. Poco o tanto tempo fa?

Non saprei dire.

«Vuoi che io stia con te?» Gli domando io e questa è soltanto una delle tante domande che ho in testa. Sento Charles sorridere; ha ancora la guancia sinistra premuta contro la mia destra, ed è facile capirlo... una parte di me vorrebbe guardarlo in faccia, dall'altra ho troppa paura di ricominciare a piangere per via delle emozioni che mi stanno attraversando il cuore.

Le mie mani entrano di nuovo in contatto con quelle di Charles; lui me le stringe tra le sue e, nonostante il caldo, non mi lascia andare.

«Certo che lo voglio.» Mi risponde lui sicuro.

La nave procede, nonostante la tempesta. E se rimanesse intrappolata tra le onde?

Anche gli scogli, però potrebbero arrestare la sua avanzata.

«Io... vorrei- Ma non ti conosco tanto e-» Sento le lacrime minacciare di scendere di nuovo, ma le respingo. Sono spiazzata dal fatto che Charles mi voglia davvero.

Tutte queste emozioni sono troppe tutte insieme, ma il mare non può trasformarsi improvvisamente in un lago. Sono due cose diverse.

E Charles è il mio mare. È vasto, burrascoso, pieno di vita. Vorrei che mi sostenesse, ma se non fosse così? Se mi intrappolasse anche lui, come è successo con Jacopo?

Sono due persone diverse, mi dice la mia mente. Ed è effettivamente così, ma non posso avere la certezza di tenere la gabbia che mi ha rinchiusa con Jacopo lontana da me, perché quella gabbia sono stata in parte io stessa a crearmela, o almeno è quello che sono spinta a credere.

«È complicato da spiegare, ma magari passare un po' di tempo insieme potrebbe aiutarmi. Non è che io non voglia quello che vuoi tu, Charles, ma magari... Non lo so, è solo un'ipotesi, se tu avessi un interesse nei miei confronti e finora mi avessi soltanto idealizzata? Magari non sono la persona che cerchi, magari tu non sei... Hai capito quello che voglio dire?» Domando io, lasciando un po' in sospeso il discorso.

«Di certo, di persona, non ci conosciamo molto. Forse i miei sentimenti hanno sempre prevalso su tutto e forse non avrei dovuto dirti quello che ti ho detto, non volevo metterti pressioni.» Mi dice lui, sfiorando con delicatezza il dorso delle mie mani con le sue dita. Sento i suoi calli, provocati dalle tante ore di guida, ma quelli che percepisco di più sono i brividi pizzicarmi la schiena «Non ti devi scusare con me per avermi detto come ti senti, Charles. Il fatto è che con Jacopo non è andata bene e non sono sicura che... Non voglio che succeda lo stesso, lo-so-che-magari-è-stupido-pensarlo, ma è così.»

Sento la mia fronte imperlata dal sudore e i miei capelli attaccarsi dietro al collo, allora mi discosto un po' da Charles, anche se, nella mia navigazione, mi dava più sicurezza sentire il battito del suo cuore, contro la mia schiena.

«Intendevo dirti prima, che ti sosterrò in momenti come questi. Ma lo farò se e quando lo vorrai. Non è il momento adatto per parlarne, ma se questo è il momento di aprire il nostro cuore, ti posso dire che anche io ho le stesse tue paure ... Sono stato tanto male anche io e ho creduto, per un po', di allontanare tutti i sentimenti da me. Non volevo sentire più nulla, perciò ho vissuto per mesi senza avere un cuore, senza avere un'anima, e a malapena mi sono accorto di quello che avevo attorno. Ma così non potevo vivere, non faceva per me; quella non era la persona che volevo essere. Lo sai, ho sentito dire che è una follia odiare tutte le rose, perché una spina ti ha punto. Ci sarà sempre un'altra opportunità, un altro amore, una nuova forza... E io ci voglio credere.»

Momentum || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora