13. Sotto la Luna

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«Non riesco a credere di aver pianto per quell'idiota!» Esclamo al telefono, passando l'altra mia mano libera sul prato. E' da quando se n'è andato Charles che mi sono rifugiata qui e ho iniziato la chiamata con la mia amica Rebecca.

In verità sono qui, sul retro della casa, da quando Sofia ha deciso che forse era meglio togliersi di mezzo. Scelta più che saggia, direi. Non ho proprio idea di che cosa le sia preso. 

Sono qui anche perché prima non avevo intenzione di dire altro a Charles e quindi mi sono allontanata il più possibile. Ho raccontato tutto a Rebecca, perché sì, in pratica lei è la mia migliore amica e in tutto questo casino avevo bisogno almeno di un punto fermo.

«Ti sei innamorata di lui, Chiara, ma non lo vuoi ammettere.» Mi dice Rebecca, prima di sospirare. A quanto pare si è stancata di ripetermelo, ma ha ragione, non ho il coraggio di dirlo ad alta voce. Però è così, penso di essermi innamorata di Charles.

Sento un brivido sulla pelle, allora mi stringo ancora di più nell'asciugamano che ho ancora sulle spalle. Maeve mi ha fatto compagnia per un po', poi se n'è andata perché mia mamma l'ha chiamata per mangiare. Sembrava quasi dispiaciuta, mi ha guardata con i suoi due occhioni scuri e si è allontanata con la coda bassa.

«Anche se lo fossi, Rebb, anche se mi fossi innamorata di lui-»

«Chi non si innamora di Charles Leclerc?!» Esclama lei, dall'altro capo del telefono, ridacchiando.

«Fammi finire, aspetta. Ma poi...» Dico io, realizzando di aver perso il filo del discorso. Ero talmente impegnata ad ammonire la mia amica, che mi sono dimenticata di esprimere il mio pensiero, così ribatto «Non sono innamorata di lui perché è 'Charles Lecler-»

«Aaaaaa, hai ammesso di esserti innamorata di lui!» Urla Rebecca, mentre io mi affretto ad allontanare il telefono dall'orecchio momentaneamente, per non rischiare di diventare sorda.

«Ok, l'ho ammesso.» Dico, sentendomi le guance in fiamme, benché non mi stia guardando nessuno. Come riflesso spontaneo, alzo gli occhi, ma realizzo di essere sola, così torno alla mia chiamata «Penso di essermi innamorata del Charles che ho trovato sotto la Luna. I capelli scompigliati e il suo sorriso. Era bellissimo, Rebb, ed era... così gentile. Non avrei mai immaginato che Charles Leclerc avesse anche questa faccia.» Affermo io, con gli occhi spalancati, ma fissi nel nulla. Nella mia mente ho ancora l'immagine di ieri sera e mi viene da sorridere, pensando a quanto tutto ciò sia sembrato naturale.

Charles non sembrava un ragazzo proveniente da chilometri e chilometri di distanza; sembrava un qualsiasi ragazzo del mio paese, uscito come tanti per godersi una serata di festa.

«Non l'hai mai conosciuto veramente, secondo me.» Mi fa notare la mia amica, mentre io sono ancora con la mente altrove. Ma la sto seguendo, così rispondo «No, hai ragione, non l'ho mai conosciuto veramente. Certo, spesso abbiamo scambiato due parole, ma erano conversazioni vuote, di certo non erano cose personali. Sai bene che io non mi apro molto facilmente con le persone che conosco poco.» Ammetto, osservando Maeve trotterellare verso di me. Con la pancia piena è ancora più felice.

Si accoccola al mio fianco, con uno sguardo fiero, come a dirmi 'Hai visto? Sono tornata da te!'

Probabilmente ha capito prima, quando, nel bel mezzo della chiamata, sopraffatta dalle emozioni, sono scoppiata a piangere. Come dico sempre, è solo un cane, ma è molto più intelligente di certe persone che conosco.

Stavo ascoltando alcune considerazioni di Rebecca, quando mi è apparsa la notifica di un nuovo messaggio su Instagram che ho aperto subito; anche se, quando l'ho letto ad alta voce, in modo che anche la mia amica potesse sentire, ho realizzato davvero quello che stava succedendo. Allora sono stata io a dirle che l'avrei richiamata. Ho mugugnato due o tre parole, e ho messo giù. Dovevo avere la mente pronta, ma di sicuro non avrei mai immaginato che da lì, a pochi istanti, avrei ricevuto la videochiamata di Charles.

Momentum || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora