Capitolo 1

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Era una tiepida alba di primavera quando i primi raggi di luce iniziarono ad illuminare il bosco ancora addormentato e una piccola goccia di rugiada si svegliò sul petalo di una margherita che attendeva il calore del sole. Ed io ero lì, seduta sul verde e profumato prato del bosco vicino casa mia, con indosso ancora la mia camicia da notte color panna.
In quel momento c'eravamo solo io e la natura, eravamo un tutt'uno, noi due eravamo la completezza dell'altro e paziente attesi il risveglio del sole che faceva capolino tra le due colline di fronte alla prateria.
Erano le sei della mattina e non c'era altra cosa che io non amassi se non trascorrere la mattina nel verde circondata dalla bellezza della natura; pensai che non sarebbe stato male vivere nel cuore della mia amata prateria dove regnavano solamente il fruscio del vento tra le chiome degli alberi rigogliosi e girasoli che cercavano costantemente il calore dei raggi del sole.

Mi svegliai dal mio mondo quando sentii dei rumori provenire dalla cucina così tornai dentro casa, si era svegliata anche la mia famiglia.

"ma mamma ti sto dicendo la verità! Sono vere le voci che ho sentito"
Era mia sorella Danielle parlando con nostra madre, mentre mio fratello Micheal stava facendo colazione non dando minimamente attenzione al loro discorso.

"buongiorno, ci sono novità?"

Chiesi sedendomi su una sedia.
"Mentre tu, cara sorella, eri nel bosco a raffreddarti, sono venuta a conoscenza che questa sera il marchese Brown darà una festa proprio nella sua villa!" disse tutto d'un fiato saltellando sul posto.
"per di più sarà un ballo" continuò per poi affondare i denti nella sua fetta biscottata ripiena di marmellata.
"se le cose stanno così allora non possiamo mancare"
"non vedo l'ora" terminò Danielle abbracciandola.

Non era per niente una cattiva idea un ballo, si potevano conoscere molte persone e soprattutto avrei visto la mia più grande amica: Sophie.

Ripresi la mia monotona giornata finchè non giunsero le 19 ed era tempo di prepararsi per la serata. Mi diressi in camera mia accompagnata dal  costante canto delle cicale, aprii le ante dell'armadio e frugai tra i miei vestiti; giunsi alla conclusione che avrei messo per un semplice abito turchese chiaro che ricordasse il colore del cielo; per quanto riguardava i capelli li lasciai sciolti, non ero portata per le acconciature e ad essere sincera non ero molto paziente; ed infine indossai delle scarpe col tacco basso color sabbia, se non altro la serata era dedicata alla danza, non potevo di certo danzare con la paura di slogarmi una caviglia.

Erano le 19:50 ed una carrozza ci venne a prendere per poi portarci in città, non molto lontana da lì.
Giungemmo puntuali presso la casa del marchese e nello stesso preciso istante arrivarono tante altre persone; c'era chi veniva a piedi e chi come noi era stato accompagnato da una carrozza.
Salimmo le ripide scale e raggiungemmo le porte spalancate da due maggiordomi per poi indicarci il salotto dove si sarebbe tenuto il ballo.

La casa era colma di persone di tutte le età, il che mi fece sorridere nel vedere come due generazioni completamente diverse tra di loro stessero passando un momento insieme.
Mi stavo dirigendo verso una finestra che dava sulla strada quando sentii una voce femminile.

"Nancy!"

Era Sophie, più splendida che mai, con indosso un vestito verde scuro che le metteva in risalto i suoi capelli corvini; mi abbracciò sorridendo e in quel momento mi resi conto di essere veramente fortunata ad essere sua amica. Chiacchierammo tra di noi creando un mondo tutto nostro dove regnavano i pettegolezzi, fino a che una dolce melodia iniziò a risuonare all'interno di tutta l'abitazione; capimmo che era iniziata la serata, ci guardammo negli occhi in attesa di una conferma dall'altra ed insieme ci incamminammo verso il centro della sala.

Sulla destra c'erano le donne e sulla sinistra gli uomini, era una danza abbastanza movimentata, piena di passi in cui era fondamentale la coordinazione, molto piacevole devo ammettere.
Terminò il ballo e ne seguirono altri due ugualmente laboriosi.
Ballare era molto impegnativo e soprattutto stancante, per questi motivi io e la mia amica decidemmo di fare una pausa appartandoci vicino alla porta d'ingresso della sala che dava sul corridoio principale nella speranza di essere in un punto della casa dove ci fosse un minimo di circolo dell'aria.

"ah che sciocca, quasi me ne dimenticavo, devo andare a chiedere una cosa a mia madre, aspettami qui, farò il più in fretta possibile"

Senza dirle una parola mi limitai ad annuire e rimasi ad aspettarla con la spalla destra poggiata sul muro del corridoio come se non avessi più le forze di tenermi in equilibrio; mi stavo sistemando i capelli lungo la schiena quando vidi qualcuno entrare dalla porta di ingresso con passo leggero e lento, quasi felino.

Era un giovane, probabilmente della mia età pensai, alto, esile, capelli castani leggermente ondulati e degli occhi verdi simili allo smeraldo.

Questi ultimi incontrarono i miei mentre si dirigeva verso la stanza dedicata per la serata; il tempo sembrò bloccarsi e a ritmo della musica che suonava in quell'istante batteva il mio cuore che fino a quel momento provava piacere solo nei libri.

Il suo sguardo aveva un qualcosa di misterioso, difficile da decifrare; ma tutto ciò terminò con il giovane che entrò nella sala voltandomi le spalle.

Dopo poco fece ritorno la mia amica, non le raccontai di quello che era accaduto poco prima, non ritenni l'argomento di grande importanza; così continuammo la nostra conversazione interrotta ripetitivamente dalle nostre risate.
Circa una decina di minuti dopo venni trascinata da mia sorella verso una zona dell'abitazione dicendomi:
"dove eri finita? Nostra madre ci deve presentare delle persone"
"chi vuoi che siano, sicuramente degli anziani borghesi, come al solito" protestai venendo spinta da lei in un'altra stanza.

"oh eccole, signori, vorrei presentarmi le mie due figlie"

Disse mia madre prima ancora che potessimo entrare nella stanza, affiancata da nostro fratello e in compagnia di due uomini a noi di spalle, uno: alto, robusto e composto; l'altro invece più esile.
Li raggiungemmo non appena la porta si chiuse alle nostre spalle nella speranza che non si sentisse la musica, ma senza successo; avevo la testa bassa poiché stavo aggiustando il fiocco blu del mio vestito, dato che Danielle lo aveva rovinato a furia di trascinarmi da un posto all'altro.
"alla mia destra mia figlia Danielle, alla mia sinistra Nancy" disse compiaciuta come se fossimo dei trofei da mostrare al mondo intero.

"piacere di conoscervi signorine Evans" disse l'uomo più robusto sorridendo sotto i suoi folti baffi bianchi.
"il piacere è tutto nostro signori"
Risposi ancora a testa bassa ammiccando un sorriso a mia volta per poi alzarla ed il mio cuore perse un battito;  capii che l'uomo di fronte a me era il giovane che avevo visto poco prima.
Il nostro sguardo si incrociò di nuovo ma quella volta consapevoli di chi avessimo d'avanti.

"ditemi signor Smith, avete fatto buon viaggio?"
Fu la voce di mia madre a farmi tornare sulla terra ferma, distolsi lo sguardo dal suo e lui fece lo stesso; colui che doveva essere suo padre rispose alla domanda e così facendo continuarono a parlare tra di loro per i successivi cinque minuti, finché non ha iniziato a suonare una canzone con una melodia che mi interessava particolarmente; dovevo assolutamente partecipare.

"ballate signore?" chiesi al giovane
"quasi mai, solo se costretto"

Capii che non era minimamente interessato, così non insistetti ulteriormente.
"con permesso" conclusi, chinando la testa in segno di rispetto ed uscii dalla stanza accompagnata da mia sorella.

"Perduta per sempre"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora