Né il giorno dopo e né tantomeno il giorno seguente a quello vidi Joseph, era come se fosse sparito, come se si fosse dissolto nel nulla; non lo cercai in alcun modo eppure nonostante sapessi quali furono le sue vere intenzioni pregai ogni sera di poter rivederlo e di fare in modo che lui tornasse da me facendo finta che non fosse successo nulla tra di noi e che non mi avesse usata a suo piacimento come una bambola; ero disposta a tutto ciò, sì, ero pronta ad accoglierlo nuovamente nel mio cuore, avevo bisogno del suo amore, avevo bisogno di lui al mio fianco, avevo bisogno di qualcuno che mi amasse veramente ed in quel momento avevo bisogno disperatamente di lui, non mi importava quale parte della sua personalità se quella buona e gentile che ho conosciuto o quella tossica. Mi ritenni un'incoerente, fino a due giorni prima lo avevo maledetto col pensiero e invece in quel momento sperai disperatamente il suo ritorno; ma cosa potevo capire dell'amore, un sentimento ben più grande di me e troppo difficile da tenere a bada.
Intanto i giorni passavano e camminando per le strade del paese lo vidi un paio di volte; non ci siamo mai rivolti la parola né tantomeno un saluto, di sicuro ci saremo guardati almeno una volta negli occhi senza accennare un sorriso, mi chiedo se mi abbia riconosciuto e in tal caso, si sarà mai chiesto perché ho smesso di cercarlo di punto in bianco? Non so darmi una risposta ma vorrei proprio sapere la risposta a tale domanda.
Ogni volta che lo vedevo camminare indisturbato per le strade il mio cuore perdeva un battito e mi sembrava di perdere il respiro, come se non sapessi più come respirare e dare aria ai polmoni mentre arricciavo nervosamente i capelli attorno all'indice fino a non farvi più passare il sangue e a farlo diventare violaceo; ma ad ogni ragazza che vedevo al suo fianco il mio cuore perdeva due battiti e l'impulso di girarmi e cambiare strada accresceva sempre di più.
Mi portò quasi alla pazzia.Se solo si potesse leggere nella mente delle persone chiunque avrebbe visto nella mia testa solo e costantemente il suo nome.
Giunsi alla conclusione che qualcuno mi avesse lanciato una maledizione, non era normale tutto ciò e lo sapevo benissimo ma non riuscivo a dimenticare il suo nome né tanto meno il suo odore come se si fosse incollato sulla mia pelle.
Passai ogni sera e notte a scrivere sul mio diario ciò che provavo nei suoi confronti per capire o sperare in un miglioramento ma l'ossessione sembrava costante; nonostante ciò non ero sola, accanto a me c'era lui, Tom, non mi ha lasciata sola nemmeno un giorno e come mi aveva promesso è rimasto sempre al mio fianco.Man mano che i giorni passavano il nostro rapporto d'amicizia migliorava sempre più, potrei dire che era una delle poche se non l'unica ragione che mi dava la forza di andare avanti; ovviamente tra queste ragioni che potrei dire essere racchiuse nella categoria: "sopravvivenza" c'era anche la scrittura, la lettura e la mia prateria al di là della finestra della mia camera.
Quel giorno eravamo seduti sotto la chioma immensa della quercia del mio giardino, non capitava spesso di sederci in quel posto e sinceramente non mi dispiacque, mi piaceva passare il tempo lì specialmente se in sua compagnia; eravamo seduti su un telo a scacchi che avevo preso da casa mia, io ero con le gambe piegate lungo il petto e lui incrociate intenti a guardare il cielo limpido sulle nostre teste. Lo guardai stendersi a terra, la sua pelle a contatto con il telo sotto di lui.Chiuse gli occhi e fece un sospiro profondo. Gli chiesi a cosa stesse pensando; lui stava guardando le cime degli alberi che formavano un incastro nel cielo sopra di noi. Mi stesi accanto a lui ed aspettando una sua risposta rimasi ad ammirare ogni dettaglio del suo volto studiandolo come un dipinto, avrei voluto che il tempo si fermasse per l'eternità solo per poter rimaner a guardarlo fino alla fine dei miei giorni e posso giurare che non mi sarei mai stancata di farlo.
"al tempo"
"come scusa?"
"penso a quanto passi velocemente il tempo, un giorno sei a casa e l'unica cosa a cui pensi sia giocare e il giorno dopo ti ritrovi nel grande gioco della vita a pensare al tuo futuro. Mi spaventa"
Mi girai sul lato per vederlo meglio per capir meglio il suo pensiero.
"cosa ti spaventa? Crescere?"
Spostò lo sguardo su di me e accennando un sorriso continuò: "mi spaventa non poter fare ciò che voglio veramente; il poter vivere a meglio la mia vita; alle cose che non farò"Rimasi ad ascoltarlo come quando una mamma ascolta il suo bambino fantasticare prima di andare a dormire; trovai quel momento tenero e quasi mi fece sciogliere il cuore, volevo sapere cosa gli frullava nella mente, volevo capirlo.
"cosa intendi con "cose che non farò"? hai tutta la tua vita davanti, puoi fare quello che desideri, nessuno ti può impedire di inseguire i tuoi sogni"
Lo seguì con lo sguardo mentre si rialzava lentamente da terra e tendermi una mano per aiutarmi a fare lo stesso dicendo: "un giorno te lo spiegherò"Non capii a cosa volesse alludere ma non gli feci ulteriori domande a riguardo, evidentemente avrei toccato un punto dolente e non mi andava di rovinare l'atmosfera di tranquillità che si era ricreata dopo tanto tempo; mi sembrò di trovarmi in una bolla di sapone ed eventuali discorsi di cui averi voluto trattare erano degli spilli che l'avrebbero scoppiata senza alcun esitazione e quella volta non ci sarebbe stata una seconda opportunità.
Mentre piegavo il telo e lo portavo sotto al braccio lo vidi abbassarsi sul prato prendendo in mano una cosa molto cautamente."chiudi gli occhi" disse.
Senza fare domande feci come mi aveva detto e sotto al mio naso percepii un dolce profumo a me molto noto, mi disse di riaprire gli occhi e vedendo a pochi centimetri dalla mia faccia una bellissima rosa rossa sorrisi a quel piccolo seppur significante gesto.
Presi tra l'indice e il pollice il fiore e riportandolo al naso quasi assaporai il suo odore che mi entrò nei polmoni diventando ossigeno per il mio corpo, gli offrì uno dei miei più sinceri e puri sorrisi che non riuscivo a controllare, era come se i muscoli della faccia facessero quello che volevano non dando conto al mio volere.
Tom non era un ragazzo che sorrideva spesso ma a tradirlo erano i suoi occhi, rispecchiavano la sua anima e chi meglio di me la conosceva?Stava sorridendo, lo sapevo bene, anzi, lo leggevo nei suoi occhi limpidi e quello non avrebbe fatto altro che bene al mio cuore.
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"Perduta per sempre"
RomanceL'amore incondizionato per delle pagine di carta ingiallite colme d'inchiostro e l'amore per la prateria oltre la finestra della propria camera ma in un battito di ciglia un nuovo sentimento scorre nelle vene fino a giungere al suo cuore ancora puro...