Capitolo 23

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Il sole splendeva su nel cielo ed i suoi raggi filtravano attraverso le tende della mia stanza fino ad arrivare sul mio volto, mi svegliai radiosa e sorrisi appena aprii gli occhi, mi sedetti sul bordo del letto e come incantata da tanta bellezza rimasi a guardare la mia stanza in tutti i suoi minimi dettagli riportando alla mia mente dei ricordi degli anni trascorsi.

C'era silenzio in casa, non volava nemmeno una mosca, l'unico suono era il cinguettio degli uccelli al di fuori delle finestre.
Per mia sorpresa sia mia madre che i miei fratelli erano svegli, ognuno stava facendo qualcosa di diverso, restai a guardarli dall'ultimo scalino delle ripide scale in legno che collegavano il piano terra al primo piano.

Sorrisi.

Mi cambiai i vestiti indossando un vestito pratico, semplice e comodo per il viaggio che avremo intrapreso a breve, lasciai i capelli sciolti lungo la schiena ed infilando le scarpe ero pronta per fare quella pazzia.

Di colpo mi venne in mente il mio tanto amato diario, lo presi dal terzo cassetto della scrivania e quasi con malinconia lo sfogliai velocemente fino a giungere all'ultima pagina in cui avevo scritto della mia nuova vita con Tom, lo chiusi delicatamente e lo riposi al suo posto. Prima di uscire dalla camera spostai lo sguardo sulla rosa; quella notte tutti i suoi petali erano caduti sul piano della scrivania.

Tanti petali rossi come il fuoco si erano posati lievi in modo non coordinato attorno allo stelo della mia rosa, la mia tanto amata rosa, essa era il simbolo di un nuovo inizio e vederla in quella condizione mi causò dispiacere.
La lascia lì, ancora nel suo vaso in ceramica bianca circondata dai petali con ancora il sole che le baciava lo stelo, mi piacque pensare che fossimo legate secondo un qualcosa a me ancora oscuro e sconosciuto; evidentemente una parte di essa morì in me ed una parte di me morì in lei.
La guardai un'ultima volta e voltandole le spalle uscii dalla camera.

Scesi con passo lento le scale raggiungendo la mia famiglia riunita in cucina.
"ho fatto i pancakes, i tuoi preferiti"
Disse mia madre sorridendomi con in mano un piatto colmo di pancakes; le risposi che sarei uscita subito quella mattina e che dovevo fare delle commissioni in paese.
"nemmeno uno?"
Scossi la testa.

"te ne conservo due che potrai mangiare a merenda allora"

Non emisi alcun tipo di suono altrimenti mi sarei messa a piangere e il nostro piano sarebbe fallito; ma di certo non potevo starmene con le mani in mano e lasciare che i miei sentimenti prevalessero sul mio volere.
Feci un respiro profondo.

"ci rivedremo presto, mamma"
" Ti voglio bene"

Conclusi dandole un bacio sulle guancia, lasciando sotto shock sia Micheal che Danielle non abituati alla mia immediata dolcezza; diedi ad entrambi un bacio e come un lampo lasciai alle mie spalle casa mia.

Restai ad ascoltare il rumore delle foglie schiacciate dalle scarpe, mi ricordava quando Sophie accartocciò un pezzo di carta e lo lanciò ad un perfetto sconosciuto dando la colpa ad un passante; risi al pensiero.

Avevo vissuto tutta la mia infanzia e adolescenza con lei, avrei tradito la sua fiducia a momenti, il che mi fece venire un attimo di esitazione.
Era un altro tipo di dolore, ben diverso da altri che avevo già sperimentato in precedenza; forse uno dei più dolorosi mai sperimentati, percepii un pezzo del mio cuore sgretolarsi.

Che l'avessi persa per sempre in questo modo? Non saprei, ma non volevo perderla, avrei tanto voluto passare un pomeriggio in sua compagnia a casa mia con la sua risata come sottofondo ai nostri discorsi.
Sapevo che avremmo rivissuto quei momenti.

Niente ci avrebbe separate.

Credetti.

Sperai.

Ad ogni passo che compivo mi avvicinavo sempre di più al nostro punto di incontro: la piazza in cima alla collina che dava sul mare con accanto una chiesa; il posto migliore in quel momento, pensai.

"Perduta per sempre"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora