Capitolo 5

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Aspettai con ansia che passassero quelle interminabili settimane di pura agonia, impegnata nelle faccende di casa e a soffocare i miei turbamenti in bianche pagine di libri letti e riletti nella speranza di riprovare le stesse emozioni che provai la prima volta che li lessi.

"perdonami, non ti stavo ascoltando"

Dissi distogliendo lo sguardo dal paesaggio che si presentava al di fuori della finestra mentre Sophie ruotava gli occhi.
"insomma si può sapere a cosa stai pensando? Sembra che tu sia in un altro mondo" Rispose con le braccia incrociate mentre si dondolava sulla sedia.
Era evidente che pensassi a tutt'altro però mi limitai a rispondere con un semplice: "sono solo stanca" Non mi andava di stare a spiegare tutto quello che mi succedeva o perlomeno a cosa stessi pensando; perché in fondo non lo sapevo nemmeno io, cercavo solo un modo per far passare il tempo rifugiandomi nei meandri della mia mente angosciata e annoiata.

Non ne potevo più di stare in quelle quattro mura di camera mia, era tutto troppo monotono perfino per una come me, sospirai e mi rivolsi alla mia amica ancora intenta a capire i miei pensieri.

"Voglio andare fuori, adesso"

Dissi tutto d'un fiato mentre uscivo dalla porta di camera mia baciata dai raggi del sole.
"adesso?? Aspettami!"
I nostri passi erano gli unici rumori presenti in casa mentre tutta la famiglia si cingeva ad occupare il tempo.

Ricordo perfettamente quel giorno: era una serena e non troppo calda giornata di marzo, ormai i fiori erano sbocciati e nelle strade si respirava un'altra aria. Il vento mi accarezzava dolcemente i capelli e la parte inferiore del vestito modellava la forma delle mie gambe lasciando scoperte le caviglie, mentre le nostre risate così spensierate rompevano il silenzio della prateria.

"oggi sei particolarmente vivace" disse d'un tratto con un sorriso stampato sul volto intrecciandosi i capelli attorno all'indice.
Mi stesi sul prato con la schiena che aderiva al terreno, con le braccia sollevate all'altezza degli occhi per coprirmi dalla luce del sole. Era vero, quel giorno mi sentivo piena di forze e soprattutto più viva, aspettavo quel giorno da molto tempo: il giorno seguente sarebbe tornato il signor Smith; il che significava soltanto una cosa: poter rivedere Tom.

Non risposi alla sua evidente domanda, mi limitai a sorridere con lo sguardo rivolto al lago di fronte mentre i bambini si divertivano a schizzarsi tra di loro.

"sai" riprese
"domani dovrebbero tornare i signori Smith"
Mi andò di traverso la saliva.
"Oh ma davvero? Non mi ero accorta che fossero passate già due settimana dalla loro partenza"
Mentii anche se il mio cuore saltava dalla gioia.

"Il signor Smith è carino, non trovi?" Chiese sorridendo.

Mi presi un secondo per rispondere.
"Beh per la sua età è di certo un bell'uomo" Risposi calma ma fu come se vidi un grosso punto interrogativo sul suo volto, per poi scoppiare dalle risate; non capii.
"schiocca! Mi riferivo a suo figlio!"

Arrossii per la figuraccia lasciandomi in una fragorosa risata, nella mia mente si sovrapposero una miriade di domande: "si sarà innamorata di lui?" "carino?" "non sarà quello che credo che sia, vero?"

Smascherai il tutto con un sorriso avvicinandomi a lei sedendomi con le gambe incrociate, eravamo l'una di fronte all'altra.
"ehi ma non eri forse tu ad avermi messa in guardia dato che non si dicevano cose buone sul suo conto?"
Ci pensò.

"Chissà, le persone cambiano"

Rispose cogliendo una margherita a pochi centimetri dalla sua mano destra portandola verso il suo naso.
Restai seduta con le gambe verso il petto e le braccia attorno ad esse pensando alle sue parole. Quelle tre semplicissime parole mi rimbombarono nella mente fino a farmi venire il mal di testa.

" le perone cambiano. Le persone cambiano. Le persone cambiano. Le persone cambiano..."

Non mi sorprenderebbe se caso mai Tom si innamorasse di Sophie, nel corso dei suoi 19 anni ha sempre avuto molti pretendenti, di tutti i ceti sociali; come biasimarli, aveva dei bei capelli neri come la notte e degli occhi che potevano rapirti in una frazione di secondo e se questi non sarebbero bastati per farti innamorare non avresti potuto resistere ai suoi aggraziati ed equilibrati movimenti di danza; ma fu solo in quel momento che ricordai un momento in particolare: il pomeriggio passato con Tom sotto un albero mentre le foglie cadevano lievemente sul terreno.

La guardai in silenzio mentre provava a capire quale tra i due fiori che aveva in mano avesse il profumo più gradevole chiudendo gli occhi ogni volta che gli aromi si facevano strada nei suoi polmoni per poi inspirare riaprendoli lentamente.
Mi tornò il sorriso, non volevo di certo rovinare quel senso di pace interiore che avevo dentro di me per un qualcosa che non era nemmeno certo e poi che diritto avevo di prendermela sul personale?

Pensai a quanto fossi sciocca e mi resi conto quanto una semplice emozione potesse prendere il possesso di me; non glielo permisi, pensai in positivo e cogliendo una margherita dal prato la porsi nelle mani della mia amica aiutandola nella sua impresa.

Quella notte mi addormentai serena con la consapevolezza che il giorno dopo lo avrei incontrato mettendo fine alle mie preoccupazioni.

"Perduta per sempre"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora